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Consiglio comunale, Azzollini: per lo spostamento della caserma della capitaneria non mi fermerà nessuno
25 ottobre 2008

MOLFETTA - Si è prolungato fino all'una del mattino il Consiglio Comunale, complici il ritardo di un'ora e 5 minuti e un gioco di battute e risposte fra maggioranza e opposizione che ha portato a una sospensione del Consiglio di 20 minuti, richiesta dal consigliere Marzano. Tutto per consentire al sindaco Antonio Azzollini di partecipare alla discussione del terzo punto all'ordine del giorno, visto il suo notevole ritardo causato dagli impegni romani. Ma, prima di tutto, un minuto di silenzio per la morte degli otto militari italiani, di cui sei pugliesi. Dopo l'approvazione della sostituzione del consigliere Di Molfetta (PD) da parte del consigliere Mangiarano (UDC), sia in Consiglio Comunale che nella quarta commissione permanente tributi, finanze, bilancio e municipalizzate, si passa alla discussione sui lavori di rifunzionalizzazione del presidio ospedaliero. La riqualificazione del servizio gode del plauso di tutte le forze politiche, a fronte della necessità della cittadinanza di usufruire di strutture rinnovate e potenziate. La delibera trova l'approvazione di tutti i consiglieri presenti. L'assessore La Grasta introduce allora la discussione sull'approvazione del bilancio preventivo 2008 dell'ASM, attestato sugli 8 milioni di euro. L'anomalia del ritardo della proposta di approvazione, giunta a due mesi dalla fine dell'anno, suscita la perplessità dei consiglieri di opposizione. La consigliera Minuto (UDC) afferma la necessità di istituire una carta dei servizi, in modo da informare i cittadini, facendo inoltre chiarezza sui contratti di lavaggio dei mercati. Pino Amato interroga il presidente dell'ASM sulle motivazioni che hanno spinto ai licenziamenti la cooperativa e sulle cause di passaggio di alcuni servizi dall'azienda alla cooperativa. Ma la sporcizia continua a determinare le accuse dell'opposizione , che invita a concretizzare le proposte di videosorveglianza e di sanziona mento, attraverso le voci dei consiglieri Adele Claudio e Zaza. Quest'ultimo porta in rilievo l'analisi dei risultati conseguiti fino ad oggi, visto il ritardo dell'approvazione che rende i bilanci ben poco preventivi. Il presidente dell'ASM ricorda che le operazioni di sorveglianza sono di competenza del comune, mentre il direttore generale Binetti rivendica un'alta frequenza di spazzamento delle zone molfettesi. Alcuni servizi aggiuntivi hanno richiesto delle spese fuori bilancio. Il passaggio di alcuni servizi alla cooperativa è stato dettato dalla necessità di eliminare una giacenza accumulata nello smaltimento della plastica. La giacenza, però, è presente ancora. Per quanto riguarda i licenziamenti, si è verificata una rottura fra cooperativa e lavoratori, di cui l'azienda si dichiara dispiaciuta. L'usuale insufficienza del bilancio induce Salvemini a richiamare l'esigenza di un adattamento dei fondi da destinare all'ASM, evidenziando la situazione drammatica che costringe ad usufruire del fondo di riserva. Un controllo più deciso e una repressione costante degli atti di inciviltà, attraverso l'istituzione di un nucleo di polizia con appositi compiti, può ridurre il problema della sporcizia nella città. A tale scopo può venire in sostegno la riappropriazione dell'impianto di compostaggio lasciato a se stesso da Mazzitelli. L'assenza di strategia nei programmi dell'Asm, denunciata da Salvemini, incontra l'opposizione del consigliere Sgherza, che si rivela un contemplatore della rinnovata pulizia di Molfetta, frutto del buon lavoro dell'azienda. Evidentemente, affermazioni testimoni di una aperta adesione al “soggettivismo kantiano”, come fa notare provocatoriamente Salvemini. Le posizioni dell'opposizione portano Marzano ad etichettare l'atteggiamento autoflagellante dei consiglieri come tafazzista, cieco rispetto agli impegni effettivi dell'Asm. Ma Zaza ricorda che non deve essere tanto l'ASM a recepire le osservazioni quanto la stessa amministrazione. La votazione si conclude con l'approvazione dell'immediata esecutività della delibera con 16 voti favorevoli. Tocca ad Abbattista ricostruire l'intricata vicenda che ha portato Azzollini ad opporsi all'odierna allocazione della Capitaneria, da lui stesso approvata. Per fare ciò, egli si è avvalso, di fronte all'opposizione del Provveditorato, dei poteri di ufficiale di Governo. E' “lo Stato contro se stesso”, come afferma Abbattista. Il 26 Settembre scorso, in occasione della conferenza di servizio, nessuna delle amministrazioni coinvolte ha esprime parere favorevole. Così, il Provveditore alle Opere pubbliche ordina il proseguimento dei lavori. Il primo ottobre, il sindaco emette una seconda ordinanza di sospensione “sine die”, ma l'efficacia dei provvedimenti viene sospesa dal TAR negli interessi dell'Amministrazione Comunale. Il comportamento del sindaco viene definito dall'opposizione autocratico, attento solo ai fatti e non all'importanza della concertazione e dunque superficiale, soprattutto a cospetto di una situazione resa delicata dal fatto che si tratta di un'opera militare per la difesa nazionale. Ed è proprio questo il nodo che Azzollini scioglie con cura per tendere un abile discorso. Duro ma efficace. Esauriente ma libero da ogni formale dichiarazione di stima verso le opposizioni e il confronto. Parla di “basso spessore umano” manifestatosi nei confronti di uno che “mai ha preso qualcosa dal comune”. Un libero sfogo al risentimento maturato nella naturale tendenza della libertà a patire la libertà dell'altro. Ma la libertà del sindaco, amplificata da onori e consensi, trova nelle opposizioni solo l'occasione di rilevare la “bassezza umana”, il poco rigore “umano e professionale”, l'incapacità di praticare l'attività politica. Il “livore dei frustrati che fanno della sconfitta la propria cifra umana” lancia il sindaco sulla posizione dell'incondizionata autosufficienza di pensieri e azioni, che trovano le proprie sicurezze nella sola sua voce. Capace di fare in modo che alcune consigliere di maggioranza possano solo ridere, usare il cellulare e approvare. Quasi la volontà del sindaco fosse costitutiva delle tendenze umane, precisamente determinate tanto da potersi risparmiare valutazioni e ragionamenti. Il sindaco afferma che il piano regolatore del porto è adottato dalla Capitaneria di Porto. Loro volevano l'edificio in quel punto. Così si era rivolto alla direzione marittima, la quale affermava la sola volontà di avere la foresteria. L'intenzione di far trovare l'amministrazione di fronte al fatto compiuto induceva il sindaco a fermare il procedimento. L'azione del sindaco è stata costretta dal fatto che si tratta di un'opera di difesa, non necessitante di consensi di alcuna natura, e dal lungo tempo che abbisognerebbe la variante al piano. L'intenzione di Azzollini è di non prendere i 500mila euro dal Comune ma di spiegare alla Corte dei Conti che la valorizzazione della città vale molto più di quella cifra. La posizione del sindaco, per quanto tardiva, autonoma, esagerata per magistratura, provveditorato e amministrazioni, trova il consenso della maggioranza.
Autore: Giacomo Pisani
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