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Caritas, povertà dilagante emergenza lavoro e sfratti
15 febbraio 2013

I casi di disagi economici sono aumentati in maniera sproporzionata a Molfetta. Padri di famiglia disoccupati, abbandonati dalle mogli (che si rifugiano dai genitori). Famiglie che a stento riescono a sopravvivere. Giovani disoccupati o inoccupati che languono ai margini della società. Una pericolosa situazione che, purtroppo, annaspa nel dimenticatoio della città e delle istituzioni. La stessa Casa di Accoglienza “don Tonino Bello” di Molfetta ha registrato dall’estate 2012 un vertiginoso aumento di richieste di approvvigionamento, di sussistenza e di sostegno finanziario (soprattutto per bollette e affitti). Il centro ospita oggi 8 persone (vitto e alloggio), ma durante il pasto serale sono state raggiunte le 34/35 persone. Da ottobre, le persone sono aumentate da 13 a 20 e a gennaio fino a 35, quasi a sfiorare i 40 (l’aumento è quasi esponenziale). La maggior parte sono italiani, numerosi molfettesi (anche giovani tra i 25 e i 35 anni) ma anche persone provenienti da Bisceglie, Giovinazzo e Trani: questo perché le strutture da Foggia a Bari non effettuano il servizio serale, rispetto al centro di Molfetta (a Molfetta l’altra mensa, quella di san Domenico, è aperta solo a pranzo). La situazione, purtroppo, è in crescendo e potrebbe, addirittura, peggiorare nei prossimi mesi: non potendo pagare l’affitto, molti saranno sfrattati dalle loro abitazioni, creando immediatamente una emergenza sfratti. Soluzioni possibili? Sarebbe ora che le istituzioni e gli enti sociali competenti s’impegnassero in soluzioni concrete e non in semplici palliativi. Tra l’altro, la Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi sostiene economicamente la struttura (lo sforzo finanziario si è moltiplicato proprio nell’ultimo semestre del 2012), ma non sempre è possibile far fronte a tutte le esigenze e le impellenze quotidiane. Fortunatamente, proprio negli ultimi mesi del 2012 (ma anche a gennaio 2013) la direzione del mercato Minuto Pesce e alcuni operatori del settore marittimo stanno rifornendo il centro di prodotti ittici e, proprio a dicembre, l’Associazione culturale “Passione e Tradizione” ha consegnato al responsabile e ai volontari del centro molfettese una serie di generi alimentari e di prima necessità raccolti prima delle festività natalizie. Quest’ultimo è stato un gesto che ha dimostrato quanto i cittadini molfettesi siano sensibili al disagio che tanta gente vive in questo particolare momento sociale.È, però, necessario fare di più: l’impegno dei volontari del centro è inteso è continuo (anche se occorrerebbero figure per i turni notturni, soprattutto maschili), ma il problema più evidente è la sete di lavoro. Infatti, il responsabile del centro e i volontari stessi hanno lanciato un appello affinché qualcuno possa “impegnare” gli ospiti del centro, in particolare i più giovani che, ad oggi, non hanno sbocchi lavorativi, foss’anche in lavori manuali o di artigianato. Sarebbe un modo per riconsegnare la speranza a chi, ormai, di fronte ha solo il vuoto.

Autore: Barbara Binetti
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