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“Vissi d’arte”: tra lirica e azione scenica il quarto appuntamento della rassegna Rosso Porpora a Molfetta
Il soprano Antonella D'Amico
24 aprile 2018

MOLFETTA - Una generazione di eroi calata nelle parti di eroi, più precisamente di eroine. La compagnia Lost Movement (Chiara Borghini, Susanna Pieri, Samuele Arisci, Salvatore Sciancalepore, Eleonora Mongitore, Alessandre Viola, Aurora Grasso), nata dall’idea del coreografo molfettese Nicolò Abbattista, eroica perché coltiva il sogno di fare dell’arte espressiva la propria vita in un mondo che ormai conosce solo le esigenze strettamente connesse al lucro. Le protagoniste dell’opera lirica italiana, che spazia da Puccini a Verdi, eroiche perché trasmettono la tenacia della donna nelle diverse circostanze che la rendono ora padrona di se stessa, ora schiava. È questa la chiave di lettura fornita al pubblico dall’Assessore alla Cultura Sara Allegretta per “Vissi d’arte”, il quarto appuntamento, che deve il titolo all’omonima opera di Giuseppe Verdi, della rassegna “Rosso Porpora”.

Un viaggio sull’onda della musica e della danza: protagonista indiscussa la donna in tutte le sue sfaccettature, quelle che la rendono umana, quelle che la rendono donna. Perché una donna è tale quando è fiduciosa nell’attesa come Madama Butterfly, quando è rammaricata come Leonora, quando si interroga sulla propria sorte come Tosca e persino quando raggiunge la consapevolezza della finitezza umana e spera nella preghiera come Desdemona. Portavoce di questo “melange” di sentimenti il soprano Antonella d’Amico e la pianista Angela Pascale, assieme agli interpreti della compagnia rivelatisi abilissimi nell’adattare il linguaggio corporeo ai diversi stati d’animo delle eroine sia tramite la gestualità, sia tramite le posizioni, sia tramite gli sguardi.

Uno sguardo particolare si riserva al’intermezzo affidato alla recitazione: la storia di Valentina, che crede nell’amore, o almeno ci crede fino a quando non incontra Giorgio, colui che aveva ritenuto la persona giusta, ma che si rivela giusta soltanto nel farle capire di esser lungi dall’aver capito cos’è l’amore.

La regia di Christian Consalvo, cui numerosi spettatori hanno assistito presso l’Auditorium “Regina Pacis” a Molfetta, è stata molto molto apprezzata proprio per la sfumatura della violenza trattata. Peculiarità l’unione del canto con l’azione scenica  mirata non tanto a mostrare la violenza quanto la frustrazione, non tanto a cogliere i segni del corpo quanto quelli del cuore.

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