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Vandali in azione a Molfetta: danneggiato un parcometro della sosta. Decisa risposta del sindaco Natalicchio
26 gennaio 2016

MOLFETTA – Vandali sempre in azione a Molfetta, una città che faticosamente cerca di superare l’illegalità diffusa per anni, con una cultura delle regole e del rispetto del bene comune, impensabili fino a qualche anno fa.

Secondo noi è la strada giusta, da percorrere senza arrendersi. Certo, è difficile superare la mentalità predominante “del tutto è possibile”, “la legge sono io”, “non bisogna mettere vincoli alla libertà individuale”, concetti tipici di una cultura di destra che non produce condivisione, ma solo egoismo e divisione, come è avvenuto in passato. Il fascismo è cresciuto e si è diffuso (ricordiamocelo alla vigilia della giornata della memoria) anche grazie alla violazione tollerata delle regole e della violenza (il delitto Matteotti, ad esempio): alla fine è stata soppressa proprio quella libertà che si pretendeva, senza regole e rispetto degli altri e del bene comune.
L’occasione per riparlare della cultura delle regole è il nuovo atto vandalico compiuto ai danni di un parcometro, nel tentativo di rubare pochi spiccioli.
Bene ha fatto il sindaco di centrosinistra di Molfetta, Paola Natalicchio, a replicare ai delinquenti con fermezza e decisione: «E' la terza volta che succede. E' stato vandalizzato il parcometro tra via XX settembre e Corso Margherita. Ai delinquenti che insistono dico una cosa semplice: forse pensate che così ci stancheremo di ripararlo, ma vi sbagliate di grosso. Stiamo provando a cambiare la città giorno dopo giorno. Abbiamo fortemente voluto i parcometri e non ci spaventate neanche un po'. Voi rompete, noi aggiustiamo. Vi stancherete prima voi. Quindi vi conviene smetterla. Molfetta non si tocca. ?#‎molfettabenecomune».

E’ anche la riposta a quanti continuano a seminare odio e divisione, nel tentativo di tornare indietro, all’epoca in cui ognuno poteva aprire una bancarella della frutta dove voleva, oppure costruire sulle lame, parcheggiare sui marciapiedi (con l’esempio del primo cittadino) e così via.

Potrà sembrare eccessivo parlare di questi concetti in occasione di un “semplice” atto vandalico, ma la cultura della legalità comincia dalle piccole cose, perché la tolleranza della microcriminalità (non si può giustificare il vandalismo e il furto con la crisi economica e la mancanza di lavoro, che dovrebbero creare gli imprenditori, ma non sempre lo fanno, interessati più alla rendita che all'innovazione e al rischio) e fa crescere quella maggiore, che si nutre proprio di quelle piccole violenze, per tastare il polso al governo locale. Ecco perché soggetti che seminano odio, che sono contro il bene comune e la Molfetta civile, vanno isolati ed emarginati. Va alimentata la cultura della condivisione e incoraggiato il cambiamento, per evitare che Molfetta scivoli verso il declino per l’interesse e l’ambizione di pochi, che lavorano solo per se stessi e contro la città.

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