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Uno storico in città: Gaetano Salvemini il progetto della scuola Battisti Pascoli di Molfetta
Marco de Santis, Sara Allegretta, Liliana Gadaleta Minervini, Analisia Vena
24 settembre 2018

 MOLFETTA - Nasce a Molfetta l’8 novembre 1873. La sua formazione avviene a Firenze dove nel 1896 si laurea in Lettere. Frequenta l’Istituto di Studi Superiori dove si dedica all’approfondimento dei metodi scientifici della ricerca storica. Studia la dottrina marxista del divenire storico e la sociologia positivista. Si dedica con passione civile all’insegnamento. Nel 1901, a soli ventotto anni, ottiene la cattedra universitaria di Storia moderna a Messina. Successivamente insegnerà all’Università di Pisa e infine a Firenze.

Si tratta di Gaetano Salvemini, storico, politico e antifascista italiano. Ed è proprio per far conoscere, studiare e mantenere viva la memoria dell’uomo e dello studioso - tenace propugnatore della scuola pubblica - che è nato un prestigioso progetto sviluppato dall’Istituto Comprensivo “C. Battisti- G. Pascoli” di Molfetta, a lui dedicato.

Uno studio partito già lo scorso anno quando - in occasione del sessantesimo anniversario della morte dello storico, meridionalista ed antifascista molfettese (1957-2017) – è stata promossa la conoscenza della sua figura aprendo al pubblico la “Sezione Salveminiana”, biblioteca di testi e documenti donati alla scuola da discepoli e studiosi dell’insigne concittadino. Il progetto - curato dai docenti Gadaleta Giovanna Maria per la scuola dell’infanzia, Minervini Anna per la scuola primaria e Bonvino Mirella, Tagariello Alessandro, de Candia Tobia per la scuola di istruzione secondaria di 1° grado – è stato presentato durante un incontro organizzato all’interno del cortile della scuola di istruzione secondaria “G. Pascoli”, in via Felice Cavallotti.

Ad introdurre la serata, la Dirigente scolastica dott.ssa Analisia Vena che ha spiegato ai presenti come, ad oggi e dopo l’esperinza edificante dello scorso anno - con l’ausilio del comitato tecnico-scientifico della “sezione salveminiana” e con il patrocinio comunale - la scuola ha predisposto un programma per fare conoscere agli alunni i luoghi più significativi della presenza e dell’agire dello storico molfettese nell’ambito del territorio e della comunità cittadina. In questo programma di studio sono stati coinvolti tre ordini di scuola (infanzia, primaria e secondaria di 1° grado) e sono state realizzate una serie di visite guidate presso i luoghi salveminiani per meglio comprendere la loro correlazione rispetto agli eventi storici e culturali.

In particolare – ali alunni attraverso l’ausilio di percorsi didattici strutturati – hanno avuto la possibilità di conoscere e visitare i luoghi cari al Salvemini come la sua casa natale in via Cifariello, largo Domenico Picca (Lega dei Braccianti), la scuola dell’infanzia Filippetto, il Seminario Vescovile, corso Margherita di Savoia e la stazione ferroviaria di Molfetta. Inoltre – come ci ha tenuto a specificare la dott.ssa Vena – questo contenitore conoscitivo non è stato solo un mero lavoro di apprendimento nozionistico ma si è concretizzato anche attraverso la realizzazione da parte dei ragazzi di un pannello infografico riassuntivo dei luoghi salveminiani e di targhe/sculture che saranno apposte sulle facciate degli edifici cittadini oggetto di studio.

Dopo un piacevole intervallo musicale che ha visto i bambini esibirsi con il canto Viva Salvemini, la parola è passata al prof. Marco I. de Santis. Studioso di Salvemini, de Santis apprezzato collaboratore di “Quindici”, ha spiegato ai presenti perché i luoghi prescelti fossero così importanti e carichi di significato. In primis la casa natale - dove tutt’oggi è rimasta una epigrafe dedicata al nostro concittadino - voluta da Vincenzo Zagami. Non poteva mancare il Seminario Vescovile dove Salvemini studiò in qualità di episcopista per avviarsi alla carriera ecclesiastica che poi non si è mai concretizzata poiché cambiò idea all’età di 17 anni. Passando per piazza D. Picca - luogo simbolo dell’avvio della sua carriera politica nel 1913 – e proseguendo per via Margherita di Savoia dove nel 1913 una folla immane di gente protestava contro l’esito delle elezioni tenute il 1 novembre 1913 e durante le quali Salvemini fu sconfitto da Pietro Pansini, sostenuto da Giolitti.

E infine la stazione - luogo di partenza e ritorno, luogo in cui fu accolto trionfalmente al rientro dalle elezioni politiche – e l’Istituto Filippetto, costruito per volere dello storico molfettese che donò dei terreni di sua proprietà a patto che lì fosse eretto un asilo per bambini meno abbienti e con la clausola che fosse intitolato a suo figlio maggiore.

A seguire, un’intervista impossibile fatta a Salvemini e realizzata dagli alunni che l’anno scorso hanno frequentato l’ultimo anno della scuola media Pascoli. Un’intervista inscenata che ha messo in risalto quanto il pensiero saleveminiano sia più che mai attuale in risposta agli interrogativi del presente.

A seguire sono intervenute l’assessore alla cultura, Sara Allegretta – che ha sottolineato l’importanza del progetto per la trasmissione dei valori alle nuove generazioni, primo fra tutti il rispetto per il prossimo -  e la prof.ssa Liliana Gadaleta Minervini, discepola di Salvemini, anch’ella apprezzata collaboratrice di “Quindici”, che ha raccontato degli aneddoti personali di vita vissuta affianco a quello che fu suo maestro, mentore nonché amico.

A conclusione della serata sono stati scoperti il pannello infografico e i bassorilievi, frutto di una selezione di schizzi grafico-pittorici e di varie riproduzioni con tecniche miste, ideati e realizzati dagli alunni sotto la guida dei docenti di arte e immagine, responsabili del progetto. Il tutto incorniciato dalla riproposizione dell’Inno di Mameli realizzata dal coro.

© Riproduzione riservata

Autore: Angelica Vecchio
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