Una scultura di Giuseppe Samarelli donata alla chiesa della Madonna della Rosa di Molfetta
Don Beppe de Ruvo, il Vescovo Cornacchia, lo scultore Samarelli
MOLFETTA - E non c’erano solo amici, parenti, conoscenti. La Chiesa era gremita. E chissà quanti avrebbero voluto partecipare alla funzione religiosa ma, le regole del distanziamento sociale, impongono doverose limitazioni.
Una cerimonia semplice, sentita, intima e aperta, rivolta ai cuori di chi crede, di chi non crede, come sempre, come ogni domenica da sempre don Beppe De Ruvo officia. Ed anche questa volta l’emozione è tanta e la avverte anche S.E. Mons. Domenico Cornacchia, Vescovo della Diocesi Molfetta Giovinazzo Terlizzi Ruvo di Puglia, accolto con gioia, per concelebrare la Messa durante la quale viene ufficialmente presentata alla Comunità parrocchiale l’effige della Madonna della Rosa nell’ottavo anniversario della dedicazione della Chiesa ad opera del compianto Vescovo Luigi Martella.
“Sono segni, ma sono segni che ci permettono di elevarci. Il nostro grazie senza parole va a lui, l’artista, che con profonda generosità, ha donato l’opera in memoria di sua nipote”.
Lui, l’artista, Giuseppe Samarelli, si schermisce. “Non sono abituato a parlare, mi esprimo in altro modo, perché le parole volano via. Stasera mi sento a disagio qui. Don Beppe mi ha coinvolto a parlare, non volevo parlare. Chi mi conosce sa il profondo disagio nel parlare di fronte a tante persone. Ho realizzato tantissime opere ma questa è la più sofferta. Mi è pesata molto, non nella sua realizzazione ma nella volontà di riuscire a trasmettere ciò che volevo esprimere. Sono contento perché quest’opera rimarrà dopo di me. Il volto di Maria Santissima è quello di Alda, mia nipote, una ragazza stupenda, dolce, altruista, generosa, volata via prematuramente. Venite a trovarla, parlatele, se avete bisogno, avvicinatevi, perché vi ascolterà. Venitela a trovare perché qualche messaggio vi arriverà”.
Giuseppe Samarelli è un gentiluomo di poche parole, uno che lascia che parlino i fatti ed i fatti sono le sue opere che trasudano sentimento. La sua Madonna ha sembianze umane, una Mamma con un Bambino che le tira i capelli, un gesto che i bambini fanno per attirare l’attenzione della mamma affinché siano accolte le loro richieste. E’ il Bambino Gesù che accoglie e chiede alla mamma Madonna di concedere ciò, che in preghiera, coloro che invocano la sua intercessione, chiedono. Maria, madre e Madonna, non si sottrae, mai lo farà e concede la sua benevolenza ed una rosa.
Ecco, ora la Madonna è nella sua casa, nella casa di tutti perché nessuna mamma lascia indietro nessun figlio. Il messaggio, bello e semplice che Giuseppe Samarelli ha voluto trasmettere è arrivato anche al cuore del più scettico, di chi ha perso le speranze. La sua Madonna non è un’algida statua ma essere umana tra gli umani, mamma che soffre per i propri figli, che accoglie senza giudicare, che ascolta senza condannare, che si mostra col bambino in un gesto tanto semplice quanto grandioso.
La grandezza di un artista, di Giuseppe Samarelli è riassunta in quest’opera: semplicità nel messaggio cristiano, profondità di intenti, generosità e umiltà.
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Autore: Beatrice Trogu