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Torre Gavetone, continua la bonifica da ordigni. La Capitaneria vieta accesso alla spiaggia
25 luglio 2015

MOLFETTA - Una buona notiza e una cattiva sul nostro mare. La buona notizia è quella che continua l'attività di bonifica da ordigni bellici a Torre Gavetone, ripresa a inizio 2015. Quella cattiva è che la Capitaneria di Porto con una ordinanza di fatto vieta l'accesso anche alla spiaggia. 
Una nota stampa della Comandante La Grasta ricostruisce la situazione. 

"Alla fine del 2014 sono terminate le attività di bonifica mirate all’ambito del Porto di Molfetta, determinandosi le condizioni per un intervento del nucleo SDAI (Servizio Difesa Antimezzi Insidiosi) della Marina Militarre sull’area di Torre Gavetone, che rientra, come secondo obiettivo, a seguire, nell’Accordo di programma del Basso Adriatico, recentemente rinnovato.
Trattasi di quell’Accordi di programma che nel 2007 il Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare, la Regione Puglia, l’Icram e l’Arpa Puglia sottoscrivevano con l’obiettivo di redigere ed attuare il “Piano di caratterizzazione e bonifica degli ordigni bellici ai fini del risanamento ambientale delle aree portuali del Basso Adriatico” previsto dalla legge 448 del 28/12/2001.
Dall’inizio del 2015, il Nucleo SDAI della Marina Militare si è dunque spostato per le proprie operazioni sull’area di Torre Gavetone, sulla base di una forte e sentita invocazione posta in essere dal Comune di Molfetta, sensibile alle problematiche implicazioni correlate alla presenza di ordigni bellici nello specchio acqueo marittimo della zona, nei punti individuati nel 2009 dall’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale).
L’area marittima di Torre Gavetone interdetta ai liberi usi del mare per la presenza di ordigni bellici era fino a ieri delimitata da un “quadrilatero” disciplinato dall’ordinanza n. 3/2011 della stessa Capitaneria, sullabase dei dati forniti dall’Ispra nel 2009. Si tratta di area che è però posta a una certa distanza dalla costa e dunque non vicina alla battigia.
In questi mesi però, le operazioni condotte dai palombari della Marina Militare, hanno registrato quantità di ordigni sul fondale compreso nel quadrilateri di interdizione in misura più significativa e consistente rispetto ai dati rilevati nel 2009 dall’Ispra.
Questa preoccupante circostanza ha determinato una maggiore attenzione nell’analisi dei dati rilevati, con una serie di incontri istituzionali, sia con la Regione Puglia che con il Comune di Molfetta, insieme con la Capitaneria di Porto – Guardia Costiera, il nucleo SDAI della Marina Militare e tutti gli altri attori istituzionali interessati alla vicenda, cioè Ispra e Arpa (Agenzia regionale protezione ambientale) a febbraio 2015.
Ma più di recente, vista la mancanza di ulteriori sviluppi, prima il Comune di Molfetta e poi l’Autorità marittima hanno invocato un mirato incontro tecnico presso l’Ufficio Territoriale del Governo – Prefettura di Bari per fare il “punto della situazione” sulla nuova attività di bonifica su Torre Gavetone e chiamare a raccolta tutti gli attori istituzionali interessati, riunione tecnica che si è svolta ieri, giovedì 23 luglio.
Le considerazioni a supporto della nuova ordinanza della Capitaneria, che risulta maggiormente interdittiva, quanto all’estensione e alle prescrizioni di sicurezza correlate alle operazioni dei palombari nell’area, sono le seguenti:

- dopo 14 anni (nel 2001 si è svolta l’ultima operazione di bonifica di Torre Gavetone) viene per la prima volta effettuata una nuova attività di bonifica sistematica, non occasionale, nell’aera di Torre Gavetone;
- dal 2002 al 2013 si sono verificati comunque, da parte di bagnanti o di pescatori dilettanti ben 11 rinvenimenti (sempre nella stagione estiva) di quantità miste di ordigni a pochi metri dalla battigia e in bassi fondali di Torre Gavetone o delle sue adiacenze;
- il nucleo SDAI della Marina Militare ha riscontrato, nell’attuale area di operazioni, dall’inizio del 2015 ad oggi, un più consistente numero di ordigni rinvenuti rispetto ai dati forniti da una prospezione dell’ispra nell’ottobre 2009;
- la Capitaneria di Porto – Guardia Costiera, insieme con il nucleo SDAI, ha incrementato le prescrizioni di sicurezza relative alla presenza di persone e imbarcazioni in acqua durante le operazioni.

Se parliamo di precauzionalità e di un necessitato principio di prevenzione, non crediamo che si possa pensare che ci siano ragioni così certe per escludere del tutto la presenza di altri ordigni sparsi, di cui però non si conosce l’esatta ubicazione, in aree anche diverse dalla zona di cui all’ordinanza 3/2011, magari più verso la battigia.
Per avere una precisa localizzazione sarebbe dunque necessaria una preliminare attività di prospezione dei fondali effettuata con apparecchiature specialistiche che individuano le masse metalliche. Dopo tale prima individuazione, si procederebbe quindi con l’immersione di operatori a separare lattine, cavi metallici e altro da possibili reali ordigni. Ma ad oggi questa attività non è stata effettuata.
È proprio sulla fascia di battigia che era nato l’intendimento di operare un’attività più mirata e strutturata per massimizzare la sicurezza dei bagnanti nell’area, ma di questo intendimento, ad oggi, non sono noti sviluppi.
Ecco perché dove si possa ritenere solo probabile o possibile la presenza di altri ordigni non ci si può esimere, ancor prima che essa venga effettivamente accertata, da una interdizione precauzionale dell’area, per salvaguardare la pubblica incolumità, in attesa di una ulteriore e dedicata attività di mirata prospezione.

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