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Toni molto accesi su urbanistica e ospedale nel Consiglio Comunale di Molfetta: opposizioni sulla stessa linea d'onda
17 ottobre 2017

MOLFETTA – Nove ore è durata la seduta del Consiglio comunale convocata nella mattinata di ieri che, salvo alcune sfumature e qualche distinguo, ha confermato una maggiore coesione tra le due anime dell'opposizione, rilevata nella precedente seduta.

In particolare sui punti relativi alla questione urbanistica e al futuro dell'ospedale, la cui discussione ha fatto registrare momenti di tensione nella massima assise cittadina e provocato importanti strascichi, come evidenziato dai comunicati stampa inviati dall'assessore all'Urbanistica Pietro Mastropasqua e dai consiglieri Paola Natalicchio, Gianni Porta e Antonello Zaza, nei hanno ripreso quanto da loro affermato nel dibattito nella massima assise cittadina.

La proposta dell'Assessore Mastropasqua di ritirare il provvedimento relativo all'adeguamento del regolamento edilizio, poiché potrebbe intercorrere una proroga da parte della Regione Puglia, ha provocato la dura reazione delle opposizioni che hanno evidenziato come la scadenza dei termini per l'approvazione fosse stata fortemente evidenziata dalla maggioranza nella Commissione urbanistica e fondamentale nella scelta della giornata e dell'ora in cui convocare il Consiglio comunale.

L'Amministrazione ha motivato il cambiamento con la volontà di garantire una partecipazione allargata. Le opposizioni, invece, hanno manifestato il timore che non adempiendo all'approvazione nei termini di legge, il Consiglio comunale venisse esautorato e non potesse più deliberare sulla questione. Le decisioni, in quel caso, spetterebbero al dirigente del settore e al consulente di supporto al RUP.

«Manca una relazione politica, manca una relazione tematica, manca un quadro di sintesi» ha affermato Isabella De Bari, per la quale l'obiettivo della maggioranza parrebbe proprio quello di avvalersi della deroga.

Il ritiro del provvedimento è stato, comunque, deciso con i quindici voti della maggioranza e i 6 delle opposizioni.

Ancora una volta il Consiglio comunale ha scelto di dividersi sulla questione dell'Ospedale. Questa volta oggetto del contendere è stata la proposta avanzata dal consigliere di maggioranza dott. La Forgia di organizzare una consultazione popolare che potesse «identificare lo strumento che può dare alla Regione Puglia quelle che sono le aspettative dei cittadini del nostro territorio». L'iniziativa, che sarebbe una raccolta firme, dovrebbe essere condotta coinvolgendo non solo i cittadini molfettesi ma anche quelli di Giovinazzo, Ruvo, Terlizzi, Bitonto e Corato, oltre che i Sindaci delle 6 città.

La Regione Puglia sta scegliendo quale tra i nosocomi esistenti (Molfetta, Ruvo e Corato) possa diventare di primo livello (degli altri uno sarebbe destinato alle lungodegenze e alla riabilitazione, l'altro diverrebbe ospedale di base).

Lo stesso consigliere La Forgia ha sottolineato come Molfetta abbia dalla sua popolazione, logistica, accessibilità, fruibilità e professionalità, pur se negli anni ha subito depauperamenti.

Cosa, dunque, non ha portato all'unanimità nella votazione? Le opposizioni, che avevano proposto un proprio ordine del giorno che, però, sarà preso in considerazione in un prossimo Consiglio comunale, hanno evidenziato come la petizione del dott. La Forgia non riporti espressamente la richiesta di difendere e potenziare l'ospedale di Molfetta né i suoi aspetti positivi.

«Abbiamo 70 posti letto attivi – ha rimarcato Isabella De Bari – ma ce ne sono altri 100, con sistemi a norma, chiusi».

Tanti i dubbi, le perplessità, le contrarietà espresse durante l'acceso e vibrato dibattito. In particolare sull'utilità della petizione così come presentata, soprattutto in considerazione del fatto che sarebbe ancora valida la delibera regionale che individua nell'ospedale di Corato quello da designare di primo livello.

La consigliera De Bari ha proposto il rinvio della votazione al prossimo Consiglio comunale (che dovrebbe tenersi entro il 15 novembre) in modo da avere più tempo per riflettere sul documento, si è tentato persino di far venir meno il numero legale per riprendere in un secondo momento il dibattito ma non è servito.

La proposta del consigliere La Forgia è stata approvata con 14 voti favorevoli e 6 contrari.

La discussione, però, era partita in piena mattinata dalle interrogazioni e interpellanze. Gianni Porta ha posto sul tavolo la questione dell'integrazione ai fitti e del sostegno alle locazioni: «Si tratta di una interpellanza dell’11 agosto. Chiedevamo se l’amministrazione avesse intenzione di integrare i fondi regionali e se potesse aprire uno sportello per la compilazione gratuita delle domande».

Il sindaco Tommaso Minervini ha assicurato che l'Ente ha contribuito al massimo delle sue disponibilità impegnando 111 mila euro.

Il consigliere di Rifondazione Comunista ha, inoltre, definito un «fatto grave, gravissimo che sia venuta a mancare la costituzione di parte civile dell'Ente comunale».

Pino Amato, invece, riferendosi a quanto accaduto la sera dell'8 settembre alla Secca dei Pali, ha lamentato carenze nel piano di sicurezza predisposto.

La Delibera n. 49 del 3 ottobre 2017 con la quale l'Amministrazione ha rinnovato per otto anni, "rinnovabili", la convenzione con il "Tennis Club Molfetta" è stata al centro dell'intervento di Paola Natalicchio che ha auspicato controlli affinché si accerti che all'interno della struttura non si svolgano «attività di rilevanza imprenditoriale», nel qual caso «l'Amministrazione sarà tenuta a ritirare la concessione oltre che annullare in autotutela la Delibera n. 49».

Carmela Minuto, invece, ha chiesto di migliorare le modalità di prenotazione dei buoni pasto per le mense scolastiche poiché «si sta creando un caos».

Scontate le divergenze legate alla modifica della governance delle società partecipate del Comune di Molfetta. «Il Testo Unico sulle Società partecipate prevede la possibilità che l'Ente proprietario scelga la governance per le società in house (la gestione per le società di proprietà del Comune – n.d.r.) – ha evidenziato il Sindaco – di norma vi è l'Amministratore unico ma è possibile avere il C.d.A. motivando la scelta... dal dopoguerra ad oggi a Molfetta si è avuta sempre una gestione collegiale».

A sostegno della scelta del ritorno alla gestione collegiale ci sarebbe la necessità di “adeguatezza organizzativa”, in considerazione delle prospettive delle aziende, si garantirebbe il rispetto delle quote di genere nei CdA e il risparmio di circa 7.200,00 euro sul compenso per gli amministratori.

Le opposizioni hanno contestato questa visione. «Il provvedimento é carente di motivazioni. Si fa risalire la scelta alle norme nel rispetto di genere nei CdA, sulla complessità dell'organizzazione ma qual è la visione strategica?» ha chiesto Antonello Zaza mentre Isabella De Bari ha evidenziato come sia la delibera del Commissario straordinario sia l'attuale provvedimento, pur pervenendo a soluzioni opposte, diano come motivazione l'adeguatezza organizzativa.

Al termine della discussione il provvedimento è stato approvato con quindici voti favorevoli e otto contrari.

Brevissima la disamina del quarto punto all'ordine del giorno, ossia il prelevamento di diecimila euro dal fondo di riserva per la partecipazione al bando relativo al distretto urbano del commercio per la promozione del commercio locale, trattandosi di una mera comunicazione da parte del primo cittadino.

L'unico momento in cui le opposizioni hanno votato in maniera differente è stato in merito alla decisione di aderire al tavolo congiunto con altri comuni adriatici contro le prospezioni per la ricerca di idrocarburi promossa dalla Global Petroleum.

A favore della partecipazione al tavolo congiunto si sono espressi i consiglieri di maggioranza e i tre consiglieri di minoranza Natalicchio, Porta e Zaza, scelta scaturita dalla volontà di tutelare il mare, la pesca e il turismo.

«Il nostro mare ha una storia – ha affermato la consigliera Rosalba Secchi – e quando c'è una storia, c'è un futuro da difendere».

Voto contrario è stato espresso dalla consigliera De Bari, la quale ha affermato che i cittadini si sono già espressi in merito facendo mancare il quorum al referendum contro le trivellazioni.

Pino Amato, invece, ha scelto di astenersi dal voto.

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Autore: Isabella de Pinto
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