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Tommaso Minervini nuovo sindaco di Molfetta alla prova della giunta, rispolverato il manuale Cencelli: accontentare tutti, per navigare tranquillo
28 giugno 2017

MOLFETTA – Il nuovo sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini (foto), è già al lavoro per districare la matassa della giunta. Chi lo conosce sa che è un lavoratore indefesso e su questo non ci sono dubbi, ma avrà bisogno di tanta capacità di mediazione, e questo è per lui più difficile, per ricomporre il quadro delle pretese degli alleati. Insomma, il sindaco è alla prova della giunta. Intanto ha bloccato tutte le ultime iniziative del commissario, per far sì che a gestirle sia la nuova amministrazione politica e non tecnica. Si prevedono tempi duri per i dipendenti comunali, almeno se verranno rispettate le promesse programmatiche.

Lo aiuterà, molto probabilmente, il manuale Cencelli di scuola democristiana e anche socialista: dando incarichi secondo il peso elettorale di ciascuno, non si creerà nemici all’interno, anche se il Pd docet, in passato ha preteso sempre più della propria consistenza numerica e questo ha creato problemi.

Difficilmente, perciò, Tommaso potrà scegliere liberamente, ma dando a ciascuno qualcosa, eviterà scontenti, malumori e dissidi interni in una coalizione ciambotto, che più eterogenea non si può.

Sarà interessante vedere come faranno a governare, e soprattutto a scegliere, coloro che hanno condiviso l’amministrazione di Paola Natalicchio (anche se ne sono stati i fautori della caduta, leggi Pd), con quelli che sono stati all’opposizione e che si sono riconosciuti nella destra di Antonio Azzollini, convertitisi al centrosinistra del padrone Michele Emiliano, pur di avere una poltrona o uno strapuntino? Come si concilieranno continuità e discontinuità amministrativa: chi cederà: gli ex centrosinistra o gli ex centrodestra? Che politica ne verrà fuori? E soprattutto che gestione? Se la sedia prevarrà sul programma e sulla propria identità politica che ormai è stata messa da parte, il gioco è fatto.

La destra, in realtà, è stata sempre più abile nel dividere i posti e accontentare tutti, rispetto alla sinistra. Ricordate l’amministrazione Azzollini e la rotazione fra consiglieri comunali fatti dimettere per lasciare posto ad altri, in cambio delle solite prebende. Certo, il senatore è maestro in questo, ma i suoi ex colonnelli qualcosa avranno pur imparato. E Tommaso col cuore a sinistra e la pratica opportunisticamente a destra, non dovrebbe avere problemi, anche se si è già aperta la stagione delle scommesse: durerà un anno, due, al massimo tre prima che la coalizione possa implodere. Ma chi è politicamente sazio, difficilmente si ribella e questo il buon Tommaso lo sa bene. Non commetterà gli errori in tal senso della Natalicchio.

Certo che il ciambotto passerà alla storia come la più grande operazione trasformista della storia con voltagabbana di destra che diventano di sinistra e voltagabbana di sinistra che diventano di destra. Peccato che in questa squallida operazione siano convolti i giovani. L’onore delle armi, consentitecelo, va dato al dott. Luigi Roselli (papabile per poco come candidato sindaco, anche se, forse, sarebbe stata la scelta migliore, ma non era nel cerchio magico della Nutella, come Isa), il quale ha capito subito qual era la situazione politica complessiva nei due schieramenti di destra e ha preferito tirarsi fuori con dignità, a differenza di altri a destra e soprattutto a sinistra, che si sono tirati fuori (con poco coraggio) solo per evitare brutte figure, come è avvenuto a tanti candidati che aspiravano all’elezione e sono rimasti nella lista dei non eletti, in attesa di entrare in consiglio a rotazione. E Tommaso dovrà soddisfare anche i delusi e non sono pochi: i nomi li conosciamo tutti.

Sistemate le poltrone in giunta e soprattutto assegnate deleghe vere (non fittizie come quelle di Azzollini, che servivano solo a dare lo stipendio ai vari Caputo, Minuto, Spadavecchia, ecc.), si potrà cominciare a mettere su il programma amministrativo e a indicare le priorità.

Prima si dovrà provvedere, però, alla revoca degli attuali presidenti delle municipalizzate, nominati dal commissario Mauro Passerotti (anche la moglie di Mariano Caputo? Forse lei verrà riconfermata, così un’altra casella verrà riempita e l’intrepido avvocato non potrà pretendere altro). Un premio particolare (in attesa di un incarico regionale, sempre promesso da Emiliano e mai finora concesso) dovrà essere assegnato a Saverio Tammacco, ideatore del Tammavini e sponsor di Tommaso sindaco. In questo modo sarà completo anche il Tommacco. Certo l’uomo non è facile al dialogo, anzi mostra insofferenza alle critiche e questo ne fa un cattivo politico, per cui potrà creare molti problemi con la gestione della cosa pubblica, soprattutto sul piano della trasparenza, visti i suoi pessimi rapporti con la stampa. Ma noi saremo qui a raccontare, quello che gli altri non dicono, a difesa dell’opinione pubblica e dei cittadini.

Il cencelli tommasiano prevede anche che ogni gruppo o lista, presenti la propria rosa di candidati fra i quali il sindaco potrà scegliere gli assessori, che non potranno essere più di 7, per gli altri si dovranno trovare sistemazioni alternative.

Buon lavoro, Tommaso, sappiamo che il compito che ti sei assunto non sarà facile e dovrai navigare fra i marosi e, al di là dei discorsi di pacificazione, forse dovrai rimetterti l’elmetto, perché i venti di guerra non mancheranno. Dovrai guardarti dai “traditori” cronici, ricordando che chi ha tradito una volta, lo farà ancora. Ma se prevarrà l’interesse pubblico per il bene comune a quello famelico privato, l’arca di Noè, potrà navigare anche con mare forza 8. Il primo banco di prova sarà la raccolta dei rifiuti porta a porta, sul quale tutti hanno giurato di avere la bacchetta magica: ne vedremo delle belle e le racconteremo.
Speriamo che almeno il sindaco riesca a mettere in atto quella pacificazione collettiva in un clima di odio e rancori repressi, molto diffusi a Molfetta e alimentati primo dall’era Azzollini. Ma su questo, ci permettiamo di avere qualche dubbio, pronti anche ad essere felicemente smentiti per il bene della città.

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