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Solidarietà dell'Azione Cattolica diocesana di Molfetta alla Polizia muncipale
27 novembre 2016

MOLFETTA - L’Azione Cattolica Diocesana esprime solidarietà al Corpo di Polizia Municipale del Comune di Molfetta, oggetto, qualche giorno fa, di un atto intimidatorio da condannare senza esitazione alcuna.

«L’episodio, seppur fortunatamente senza conseguenze nei suoi effetti, appare da

stigmatizzare e denunciare fortemente, perché evidenzia in maniera chiara ed

inequivocabile due elementi sui quali l’intera città dovrebbe riflettere – dice un comunicato -.

Da un lato, il fatto che a compiere questo gesto siano stati minori e altri poco più

che maggiorenni. Se a questo aggiungiamo la denuncia apparsa su Facebook di

un grave episodio di bullismo avvenuto qualche giorno prima in pieno Corso

Umberto o di altri episodi simili, che sempre più spesso affliggono le nostre città, lo

scenario che ne emerge è inquietante ed emergenziale. Come agenzie

educative, siamo chiamati a riflettere sulla necessità di esperienze formative che

educhino i nostri adolescenti e giovani alla formazione di un’identità forte, sana e

responsabile, di se stessi, dell’altro e del contesto in cui si vive la propria esistenza;

tuttavia lascia anche da pensare la realtà di una generazione di adulti poco

significativi e molto indifferenti, incapaci di dare testimonianza della propria

maturità di persone e di cittadini corretti, autorevoli, vigili.

Dall'altro lato, l’attacco posto in atto ad Istituzioni della città è riprova del basso

senso civico che stiamo vivendo, della lacerazione nelle relazioni tra istituzioni e

comunità, della mancanza del pur minimo senso di corresponsabilità civica,

spesso alimentato da “silenzi” istituzionali, che certamente non aiutano la gente a

capire, anzi facilitano l'allargarsi di fossati entro cui le polemiche dei disfattisti

trovano facile appiglio, aumentando il discredito delle istituzioni.

Crediamo pertanto che sia arrivato il momento che le nostre istituzioni escano dai

loro palazzi ed entrino nelle scuole, nei comitati di quartiere, nelle parrocchie,

nelle piazze, per dialogare con la gente e per far sentire a tutti i cittadini la

prossimità dello Stato e di chi, ad ogni livello, ci amministra».

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