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Settore Tributi di Molfetta, il passo carrabile fantasma. E' giallo
29 settembre 2012

MOLFETTA - Ancora un giallo al Comune di Molfetta. Un cittadino ha segnalato a Quindici l’ennesima “stranezza” comunale, caratterizzata da un curioso tourbillon di comunicazioni con gli uffici dei settori Tributi e Lavori Pubblici per la richiesta del pagamento della tassa di occupazione di suolo pubblico per passo carrabile in Viale Unità d’Italia (nuova zona di espansione, nella foto).
«Il 28 giugno 2012 mi è stata recapitata una raccomandata nella quale l’ufficio Tributi mi chiedeva di effettuare una richiesta di occupazione di suolo pubblico per passo carrabile come da richiesta e di effettuare il versamento per l’anno in corso e per il 2011, considerato che la villa è a schiera ed è dotata di rampa per accesso all’autorimessa - ha raccontato il cittadino a Quindici -. A quel punto mi sono armato di tanta pazienza ed ho scritto una lettera agli uffici competenti, facendo notare che non mi sembrava “opportuna” la richiesta perché più che di suolo pubblico, l’area di riferimento era “pubblica” solo nella forma e non nella sostanza, visto che la gestione è “privata”».
Infatti, i residenti provvedono alla pulizia delle strade da polveri, erbacce e rifiuti e alla manutenzione delle aiuole sui marciapiedi (parzialmente completati nonostante il versamento degli oneri di urbanizzazione), oltre a supplire con illuminazione “privata” a quella “pubblica” per evitare ogni tipo di rischio alla sicurezza degli abitanti e dei passanti nel tratto di via Percoco.
Tra l’altro, è anche presente un’area caratterizzata da cumuli da terra e adibita a discarica abbandonata, frequentata da cani, topi e altri animali (nessuna azione di controllo e bonifica è stata mai eseguita). Inoltre, Viale Unità d’Italia è una strada senza segnaletica stradale e bloccata da diversi cantieri che costringono gli automobilisti alla percorrenza in senso alternato delle corsie.
Insomma, secondo il cittadino non sussisterebbero le condizioni materiali per il pagamento della tassa del passo carrabile su una strada che formalmente è pubblica, ma concretamente privata (almeno per ora) e di difficile percorrenza per pedoni e auto. Sarebbe opportuno capire anche se l’anomalia sia stata determinata dal Comune o dai privati per poi procedere all'azione conseguente.
Tuttavia, gli uffici del Settore Tributi, con grande sorpresa del cittadino, hanno replicato alla sua comunicazione, ma solo per ribadire i termini normativi per la richiesta di pagamento della tassa, supportata da alcuni riferimenti legislativi di supporto al Comune: «l’accesso alla predetta rampa carrabile è realizzato in maniera idonea da consentire il passaggio degli autoveicoli e motoveicoli ed è regolarmente autorizzato con il certificato di agibilità - si spiega nella comunicazione comunale -. La relativa parte prospiciente la rampa carrabile di accesso all’autorimessa sottrae suolo pubblico alla collettività, altrimenti destinato alla sosta autovetture». Assente una minima replica o spiegazione alle questioni poste dal cittadino, pur solo per smentirle. Dialogo inesistente dagli uffici comunali.
A quanto pare, la richiesta del pagamento della tassa di occupazione di suolo pubblico per passo carrabile pare sia stata inviata solo ad alcuni residenti della strada. «Perciò, non è chiaro neanche il criterio con cui sono stati scelti alcuni cittadini abitanti rispetto ad altri, pur se della stessa schiera di villette il criterio non è alfabetico, non è di priorità rispetto alla residenza, non è per schiera, non è per civico - ha aggiunto il cittadino -. Nella vicina Via Spadolini, ben più completa nelle opere di urbanizzazione, non vedo segnaletica di passo carrabile». Ad oggi, la vicenda è in una situazione di stallo.
Insomma, un vero e proprio mistero alla molfettese. Ma il Settore Tributi già altre volte è stato protagonista di “vicende” tributarie imbarazzanti e a volte nebbiose, forse risultato di una certa “confusione” amministrativa, come già Quindici ha denunciato in alcuni articoli sulla rivista mensile. “Vicende” di questo genere, ad esempio, si sarebbero potuti risolvere con la presenza di un difensore civico o di un istituto di accertamento con adesione, organi di cui il Comune di Molfetta è (o preferisce esserne) privo, nonostante regolamenti comunali ancora in vigore.
Potrebbero essere molti i cittadini che nell’ultimo anno hanno ricevuto accertamenti di imposte tributarie senza rendersi conto di alcuni errori tributari presenti. Non è in discussione la buona fede o l’errore di competenza, ma un settore così importante dovrebbe essere esente da errori o inciampi di percorso. Perché è dietro l’angolo il sospetto che ci possano essere “favoritismi” vari o che certe cartelle tributarie servano per rimpinguare le casse comunali.
 
© Riproduzione riservata
Autore: Marcello la Forgia
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