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Sel Molfetta: il Pd complice del salvataggio al Senato dell'ex sindaco di Molfetta, sen. Antonio Azzollini
30 luglio 2015

MOLFETTA – Sel Molfetta  e il suo segretario Silvio Salvemini intervengono sulla decisione del Senato di salvare l’ex sindaco di Molfetta, sen. Antonio Azzollini, dal carcere: «Pur con un copione differente, l’esito è stato il medesimo. Dopo la negazione da parte della “Giunta per le autorizzazioni” del Senato all’uso delle intercettazioni sull’inchiesta del porto commerciale di Molfetta che vede coinvolto il Senatore Antonio Azzollini, questa volta si è dovuti ricorrere alla discussione in Aula del Senato per respingere la richiesta di arresti domiciliari avanzata dalla stessa Procura di Trani relativa all’inchiesta “Ora pro nobis” sul crack finanziario della Casa Divina Provvidenza di Bisceglie. Non è risultato indicativo nemmeno il parere del Tribunale della Libertà che lo scorso 3 luglio ha respinto il ricorso del Senatore Azzollini, confermando la validità della richiesta di arresto da parte dei magistrati di Trani.

Allo stesso modo oggi è stato sconfessato il voto della stessa Giunta per le Immunità, presieduta dal Senatore SEL Dario Stefàno, che ha escluso la presenza del “fumus persecuzionis”. Lascia dunque increduli come il Capogruppo PD, il Senatore Zanda, alla vigilia della votazione in Aula abbia inviato una lettera ai suoi colleghi di partito invitando alla “libertà di coscienza” sul caso Azzollini, piuttosto che richiamarli alle indicazioni della Giunta per le Immunità il cui voto favorevole all’accoglimento della richiesta del Tribunale è stato espresso a maggioranza dagli stessi Senatori del PD. Complice evidentemente la richiesta di voto segreto, una buona metà dei Senatori del Partito Democratico hanno inteso “sconfessare” le conclusioni dei loro stessi colleghi in Commissione, per ribaltare l’esito del parere ed evitare in tal modo al Senatore Azzollini l’onta degli arresti domiciliari. Altrettanto incredibile è stato rilevare come nessun intervento in Aula è stato espresso da esponenti del PD, ad eccezione della Senatrice Lucrezia Ricchiuti la quale che chiesto la parola solo a titolo personale. Assolutamente “fragile” e “contraddittoria”, per usare le stesse espressioni del Presidente Stefàno, l’autoarringa difensiva del Senatore Azzollini nel tentare di dimostrare come nella richiesta del Tribunale di Trani vi sia il sospetto di persecuzione ai suoi danni.

Oggi i Senatori non erano chiamati a stabilire l’innocenza o la colpevolezza di un loro collega, compito che spetta alla Magistratura. Per come si è sviluppata la vicenda, pare del tutto evidente come le ragioni giuridiche e di garanzia del nostro ordinamento abbiamo ben poco a che vedere con le necessità tutte politiche di salvaguardare l’alleanza del Governo nazionale, basata sulle “larghe intese” di PD e NCD, a cui oggi si aggiunge il neo costituito gruppo di Verdini. Lo ha affermato chiaramente in Aula anche la nostra Senatrice Loredana De Petris: “Per non mettere in pericolo la maggioranza il PD ha deciso di votare contro la richiesta di arresti domiciliari per il senatore Azzollini, stabilendo così il principio per cui la legge non è uguale per tutti. La relazione del presidente della Giunta per le autorizzazioni Dario Stefàno era chiarissima, non lasciava adito a dubbi e infatti il Pd, in Giunta, aveva votato senza esitazioni a favore. Le considerazioni che hanno spinto il Pd a cambiare parere sono sin troppo chiare: non hanno nulla a che vedere con la difesa di nobili principi. Spero solo che di fronte a questo vergognoso mercanteggiamento nessuno osi adoperare il garantismo come alibi”».

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