Sconfitta per i difensori del sen. Azzollini: accolte le costituzioni di parte civile al processo per il porto di Molfetta
Interverranno il Comune di Molfetta, la Regione Puglia e i Ministeri dell’Interno e dell’ambiente, oltre che il Comitato per le bonifiche degli ordigni bellici e di Legambiente. La prossima udienza fissata al 22 gennaio
MOLFETTA – Una prima sconfitta per gli avvocati del sen. Antonio Azzollini ex sindaco di Molfetta nel processo per i presunti illeciti sulla costruzione del nuovo porto commerciale.
Il Tribunale di Trani ha accolto le costituzioni di parte civile del Comune di Molfetta, della Regione Puglia e dei Ministeri dell’Interno e dell’ambiente, oltre che del Comitato per le bonifiche degli ordigni bellici e di Legambiente, limitatamente alle persone fisiche e non alle società.
Il processo vede coinvolti anche l'ex dirigente comunale ai Lavori pubblici, Vincenzo Balducci, e il procuratore speciale della Cmc di Ravenna (azienda aggiudicataria dell’appalto) e direttore del cantiere, Giorgio Calderoni, insieme con altre 40 persone e 5 società che, a vario titolo, dovranno rispondere di associazione per delinquere, falso, abuso d'ufficio, rifiuto di atti d'ufficio, truffa, frode in pubbliche forniture, violazioni ambientali e paesaggistiche e della disciplina speciale per la bonifica da ordigni bellici, attentato alla sicurezza dei trasporti marittimi. Ricordiamo che i lavori del nuovo porto erano lievitati da 72 a 147 milioni di euro. Con l’udienza dell’8 gennaio il processo ha un collegio giudicante definitivo,
I difensori avevano sollevato diverse eccezioni preliminari che nell’udienza dell’8 gennaio non sono state affrontate e rinviate al 22 gennaio per ascoltare come testimone un luogotenente della Guardia di Finanza – Nucleo di Polizia Tributaria di Bari – autore di una serie di informative che hanno nutrito le indagini preliminari.
Nel frattempo il collegio è stato costituito in maniera completa anche con l’insediamento del giudice la dott.ssa Marina Chiddo del Tribunale di Bari. Mentre l’accusa è stata affidata al Pm Giovanni Lucio Vaira, che ha sostituito i suoi colleghi Antonio Savasta e Michele Ruggiero, trasferiti altrove.
Tra le altre accuse anche quella di aver utilizzato solo una parte dei finanziamenti statali per il porto, mentre la somma residua fu destinata a opere sociali, culturali e sportive non legate al porto e quella di aver cominciato i lavori prima di aver completato la bonifica dei fondali dagli ordigni bellici.
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