BARI – Arresti eccellenti operati dalla Guardia di Finanza di Matera nell’ambito di un’inchiesta su nomine e concorsi nel sistema sanitario lucano: oltre al presidente della Regione Matteo Pittella (PD) fratello del senatore Gianni, anche il direttore generale dell’Asl di Bari, Vito Montanaro e il responsabile dell’anticorruzione della stessa Asl, l’avv. Luigi Fruscio di Barletta. In tutto sono 30 le persone destinatarie di misure cautelari nell’ambito di una indagine della Gdf, coordinata dalla Procura di Matera, su presunti illeciti nella sanità lucana. A quanto si apprende a questi due ultimi indagati pugliesi, entrambi agli arresti domiciliari, viene contestato un episodio di abuso d’ufficio legato ad un presunto concorso truccato alla Asl di Matera.
In carcere, invece, è finito il commissario straordinario dell'Azienda sanitaria provinciale di Matera, Pietro Quinto, che attraverso il suo legale, Vincenzo Montagna, ha già annunciato le dimissioni dall'incarico. In carcere anche il direttore amministrativo dell'Asm Maria Benedetto. Secondo le indagini, le persone coinvolte avrebbero fornito ij anticipo le tracce di alcuni concorsi interni e favorito candidati rispetto ad altri.
Ai domiciliari anche il commissario straordinario dell'Azienda sanitaria di Potenza, Giovanni Chiarelli, il direttore amministrativo dell'Azienda ospedaliera regionale San Carlo di Potenza, Maddalena Berardi, e un dirigente del Centro oncologico regionale della Basilicata di Rionero, Gianvito Amendola.
Falso e abuso di ufficio sono contestati al presidente della Regione Pittella per la gestione di un concorso da dirigente che sarebbe stato truccato per favorire Vito D’Alessandro, Alessandra D’Anzieri e Luigi Fruscio. Anche il commissario straordinario della Asl di Bari, Vito Montanaro, secondo l’accusa, avrebbe favorito Fruscio. Sembra che ai candidati, secondo i magistrati sarebbero state fornite in anticipo le tracce del concorso.
L'inchiesta è coordinata dal procuratore capo, Pietro Argentino, e condotta dal pm Colella, ha portato all'emissione di complessivi 30 provvedimenti cautelari, tra cui 2 custodie cautelari in carcere, 20 arresti domiciliari e otto obblighi di dimora. Abuso d’ufficio, falso ideologico per soppressione, truffa aggravata, turbata libertà degli incanti e corruzione, sono le accuse contestate a vario titolo agli indagati.
A Quinto è contestata la corruzione perché avrebbe ricevuto da un imprenditore, Gaetano Appio, la pitturazione interna del suo appartamento di Bari in cambio di presunti favori nel procedimento di accreditamento presso la Asm.
Proprio Quinto, secondo il procuratore di Matera, Pietro Argentino, era «il collettore dei desiderata della politica e non solo per le raccomandazioni all’interno dei concorsi della sanità». «Gli investigatori si sono trovati davanti a quattro concorsi letteralmente truccati. In particolare, quello per concorso pubblico da un posto di dirigente amministrativo è stato vinto da tre persone, perché uno è vincitore effettivo e gli altri due lo sono di fatto per effetto dello scorrimento delle graduatorie».
Tra gli arrestati anche un docente dell’Università di Bari, Agostino Meale. È accusato di aver ottenuto incarichi legali da Quinto in cambio di agevolazioni alla carriera universitaria del figlio Giuseppe Quinto.