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Rifondazione Molfetta: ultimo appuntamento con venerdìnformazione
19 luglio 2018

MOLFETTA - Termina venerdì 20 luglio il ciclo di conversazioni VENERDìnFORMAZIONE, un esperimento di Rifondazione Molfetta che ha provato a conciliare informazione e formazione, cultura e politica, per dare un significato alle cose che ci circondano

Dopo le due serate "Quanto lontano deve guardare la politica?" con Antonello Mastantuoni e "Liberamente comunisti" con Vincenzo Colaprice, si chiude con la conversazione, introdotta da Gianni Porta, sul tema "Perché Lenin oggi?"

Quale valore può avere questo riferimento per chi fa politica o si affaccia ad essa? Lenin può essere ancora uno strumento utile o è solo un "cane morto"?. Anche l'ultimo incontro si tiene alle 19,30 presso Piazza Paradiso 20 a Molfetta.

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Il vostro resta uno "strabismo storico". Gli storici spesso discutono se la coscienza del passato contribuisca in qualche modo alla saggezza degli uomini di Stato e all''intelligenza politica della gente comune. Alcuni credono di si; altri sono dell''opinione espressa una volta da Heine, quando disse che la storia ci insegna che essa non insegna nulla. In una società classista il pensiero politico, diretto dagli interesse di classe o di gruppo, si avvantaggia dello studio del passato soltanto entro i limiti richiesti o permessi da quell''interesse. Persino i giudizi degli storici sono condizionati dallo sfondo sociale e dalle circostanze politiche. D''abitudine "le idee della classe dirigente" tendono ad essere "le idee dominanti di un''epoca". In certe epoche queste idee favoriscono uno studio più o meno obiettivo della storia, e il pensiero politico si arricchisce di conseguenza; in altre cose agiscono come fattori potentemente inibitori Nell''uno e nell''altro caso nessun gruppo dirigente e nessuna società, se è soltanto poco più che civilizzata a metà, può funzionare senza possedere qualche forma di consapevolezza storica che la soddisfi; e questa soddisfazione non ci sarà senza che la maggior parte dei membri dei gruppi dirigenti e della società al di fuori di essi siano convinti che la loro visione del passato, specialmente del passato recente, non è soltanto un tessuto di falsità, ma corrisponde a fatti e ad avvenimenti autentici. Nessun gruppo dirigente può vivere solo di cinismo. Statisti, capi politici e anche la gente comune hanno bisogno di possedere il sentimento soggettivo della giustizia morale di ciò che essi rappresentano; ciò che è moralmente giusto non può basarsi su distorsioni o su falsificazioni storiche. E sebbene le distorsioni e persino le pure falsificazioni siano penetrate nel modo di pensare di ogni nazione, la loro reale efficacia dipende dal fatto che la nazione le accetti come verità. Questo è accaduto nell''Est europeo e in Unione Sovietica; la storia di questi ultimi cinquant''anni lo dimostrano ampiamente.


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