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Richiesta di rinvio a giudizio per Giusi de Bari, ex dirigente socialità del Comune di Molfetta, all'epoca del sindaco Azzollini L'accusa: presunti contributi concessi a persone prive di requisiti. L'udienza preliminare fissata per mercoledì 27 gennaio
09 gennaio 2016

MOLFETTA - La Procura della Repubblica di Trani ha avanzato una richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di Giuseppe Domenico De Bari, detto Giusi (foto), ex dirigente del settore socialità del Comune di Molfetta, con l'accusa di presunto abuso di ufficio per aver ordinato la elargizione di contributi economici straordinari a persone che, secondo il Pm, dott. Luigi Scimè, non possedevano i requisiti previsti dal Regolamento comunale. L'udienza preliminare è fissata mercoledì 27 gennaio.

I fatti risalgono al novembre del 2010. L'allora dirigente fiduciario dell'ex sindaco del centrodestra sen. Antonio Azzollini, secondo l’accusa, avrebbe disposto la concessione di contributi straordinari nonostante le relazioni degli assistenti sociali non avessero riscontrato i requisiti previsti dal Regolamento del Settore socialità deliberato dal Consiglio Comunale nel 1996. Il Regolamento, poi riformato dal Commissario Prefettizio Giacomo Barbato, prevedeva la concessione del contributo straordinario in presenza di situazioni impreviste o eccezionali tali da compromettere l'equilibrio socioeconomico del nucleo familiare, con un reddito non superiore a 12 milioni di lire.
Proprio il sistema dei contributi sociali è stato riformato negli ultimi anni dall'amministrazione di centrosinistra dell’attuale sindaco Paola Natalicchio con la sospensione dei contributi continuativi a pioggia e l'avvio dei cantieri di servizio,  ovvero forme di inserimento sociale attivo, come l'ausilio all'attraversamento stradale nei pressi delle scuole o piccole manutenzioni urbane. Il nuovo regolamento che disciplina compiutamente questa forma di attivazione, escludendo definitivamente la vecchia forma dei contributi continuativi  è stato trasmesso alle commissioni competenti per l'analisi e la successiva approvazione in Consiglio Comunale. L'obiettivo è sempre quello di andare incontro alle fragilità ma il cambiamento da una parte di questa platea non è stato indolore e sono arrivate anche manifestazioni violente.

Si tratta, ricordiamo, del secondo intervento dell'autorità giudiziaria che riguarda la gestione della socialità negli anni in cui al governo della città c'era il sen. Antonio Azzollini. E' del 23 dicembre la notizia dell'informazione di garanzia ricevuta dai due amministratori della cooperativa Gea che gestisce il centro anziani e il centro disabili per i reati di frode in pubbliche forniture, truffa aggravata, interruzione di pubblico servizio, abuso d'ufficio e falso. E il sequestro di un immobile a Bari di proprietà della cooperativa del valore di 473mila euro.
Richieste di rinvio a giudizio sono arrivate ad aprile del 2015 anche per i 31 imputati nell'inchiesta “Mani sulla città” che a giugno 2011 portò all'arresto del dirigente dell'ufficio tecnico comunale dell’epoca ing. Rocco Altomare e di altre 8 persone.
E poi c'è in piedi la più grande inchiesta penale della storia della città, quella sulla costruzione del grande porto che portò agli arresti domiciliari l’ex dirigente comunale dei Lavori pubblici e il procuratore speciale della Cmc e 50 indagati a vario titolo per associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dello Stato, abuso d’ufficio, reati contro la fede pubblica, frode in pubbliche forniture, attentato alla sicurezza dei trasporti e violazioni ambientali.
La Procura di Trani arrivò a inquadrare il “sistema Azzollini” oggi smantellato prima dalla politica che dall'autorità giudiziaria, che sta ancora facendo luce su quelle che si configurano come pagine buie della storia della città, che si arricchiscono ora di un nuovo capitolo. 

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