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Quer pasticciaccio brutto... del riordino ospedaliero
15 dicembre 2016

Nei corridoi della Regione si mormora che in Giunta il giorno che è stato approvata la Deliberazione n. 1933 del 30 novembre 2016 “Riordino ospedaliero e rete emergenza urgenza” delle 100 pagine del Piano è arrivata una sola copia cartacea, che aveva in mano solo il presidente. Nessuno l’aveva potuta vedere neanche tra i partiti di maggioranza nemmeno nei giorni precedenti. Riservatissimo, top secret. E molti si chiedono: sapevano gli assessori cosa stavano approvando? Probabilmente no, viste le scelte che contiene e le proteste veementi che sta sollevando. Il giorno stesso dell’approvazione della Deliberazione in giunta il Piano di Riordino è stato presentato in conferenza stampa dal Presidente Emiliano con enfasi e toni trionfalistici. Non una parola sugli ospedali chiusi, sui reparti e posti letto soppressi, sulle aree territoriali punite e deprivate come il nostro Nord-Barese. Di questo parlano invece le schede allegate al comunicato stampa, in cui si può leggere quanto amara sia la medicina proposta dal Governatore: «Nell’area Bari Nord i tre ospedali di base vedono una riduzione dei posti letto legata alla disattivazione di discipline non coerenti con la classificazione ex DM 70/2015: l’ospedale di Corato perde il punto nascita ma vede un potenziamento della chirurgia generale (+14) e della medicina generale (+20); l’ospedale di Molfetta perde i pl di cardiologia e di urologia (che si trasferisce al San Paolo); l’ospedale di Terlizzi sviluppa una vocazione per la post acuzie con posti letto dedicati alla lungodegenza e alla riabilitazione funzionale». PIOGGIA DI CRITICHE Cominciano a piovere critiche da tutte le parti come se grandinasse. La prima a reagire ancora una volta è l’ex sindaco Paola Natalicchio: «Perdiamo il reparto di cardiologia. Perdiamo il reparto di Urologia. Perdiamo l’ambulatorio di Pediatria. Perdiamo ancora ulteriori posti letto, scendendo dai 76 temuti addirittura a 70. … Michele Emiliano… mette in ginocchio l’ospedale di Molfetta, declassandolo definitivamente e segnando un destino di sostanziale chiusura. La chiamano “applicazione del Decreto 70”… Intanto, però, con la consueta abilità, Emiliano dichiara di aver approvato il progetto per “l’ospedale unico del Nord barese, ma non si sa bene in quale delle tre sedi”. Né, aggiungo, in quali tempi e con quali garanzie. ... In ogni caso, la delibera di giunta di ieri ci dà una sola garanzia: che il nostro ospedale viene sostanzialmente messo in liquidazione. Sul resto “ci faranno sapere”. Un gioco d’azzardo, sulla pelle dei cittadini e dei malati». Lunedì 12 i sindacati Cgil Cisl e Uil manifestano sotto la presidenza della Giunta regionale, per ribadire la netta contrarietà al Piano di riordino ospedaliero. Per tutta la settimana precedente hanno organizzato manifestazioni di protesta davanti agli ospedali pugliesi, compreso quelli di Molfetta e Corato. Mario Ciuccio, coordinatore CGIL di Molfetta, dichiara: «le organizzazioni sindacali Cgil-Cisl-Uil si rivolgono al presidente Emiliano per chiedere che si riprogrammi l’offerta sanitaria, proponendo un Piano di Riordino che riqualifichi la spesa di beni e servizi combattendo sprechi e ruberie, riequilibri su base territoriale il numero dei posti letto della rete ospedaliera, riorganizzi e rifondi la medicina territoriale riconvertendo contestualmente gli Ospedali chiusi e da chiudere in Presidi Territoriali di Assistenza, preveda un intervento straordinario di assunzione di personale sanitario per far fronte ai 5.000 posti vacanti, abbatta le liste di attesa con progetti finalizzati e verificabili, acceleri le procedure sulla centrale unica degli acquisti, ridisegni la sanità privata, abbatta la mobilità passiva elevando i punti di eccellenza». Anche Forza Italia e il sen. Azzollini fanno la voce grossa: «la Delibera di Giunta Regionale con la quale viene approvato il Piano di Riordino Sanitario – che deve essere ancora sottoposta al Consiglio Regionale – è quanto di più confuso e pasticciato si possa immaginare. Per quel che riguarda l’Ospedale di Molfetta, questa delibera se ne occupa in tre punti distinti e con tre soluzioni in contraddizione l’una con l’altra. Ma una cosa è certa: tutte le determinazioni sull’Ospedale di Molfetta portano al pasticcio connotato dalla umiliazione della nostra città. Questo non deve essere consentito a nessuno, nemmeno al Presidente Emiliano». FAVORITA LA SANITÀ PRIVATA Cosimo Borraccino, consigliere regionale di maggioranza per Sinistra Italiana, critica aspramente il Piano di riordino e promette una dura battaglia: «questo piano assume toni grotteschi, si continua a finanziare senza alcuna ricaduta positiva la Sanità privata. Per non parlare degli strafalcioni contenuti nella delibera». Solo il PD locale sembra affetto da mutismo selettivo. Non una parola in difesa della sanità pubblica e dell’ospedale, nemmeno dopo l’elezione del nuovo segretario, Antonio Di Gioia. A dire il vero il giovane Di Gioia ci ha fatto sapere su Facebook che «Carico di speranza, determinazione e responsabilità», ha bussato alla porta del Governatore, «Perché questa porta è sempre aperta per chi ha voglia di dialogare, costruttivamente avendo a cuore solo la comunità», ma poi non ci ha fatto sapere se la porta si è davvero aperta e quale sia stata la risposta. Non è difficile immaginarlo. Ma vediamo concretamente cosa prevede il Piano di Riordino per la nostra città e per il Nord-Barese. Molfetta subisce la maggior riduzione di posti letto della provincia di Bari: - 31. Viene classificato ospedale di base con 70 posti letto di Medicina(36 pl), Chirurgia( 16) e Ortopedia (18) e con i servizi senza posti letto di Pronto Soccorso, Anestesia, Direzione Sanitaria, Farmacia, Laboratorio Analisi, Radiologia, Servizio trasfusionale. L’Urologia viene trasferita al San Paolo e vengono chiusi i posti letto di Cardiologia; nella delibera (art. 3, comma 7, punto a) si determina che la trasformazione dei reparti di Cardiologia in servizi senza posti letto avverrà entro il 31 dicembre 2018. Corato: ha una riduzione di 14 posti letto rispetto agli 82 attualmente in funzione e viene classificato come ospedale di base con 68 posti letto di Medicina (32), Chirurgia (18), Ortopedia (18) e con gli stessi servizi senza posti letto di Molfetta). È opportuno far notare che i reparti di Chirurgia e Ortopedia non hanno i numeri di posti letto minimi per essere unità operative complesse (ovvero reparti autonomi con “primario”) e comunque nemmeno le Medicine dovrebbero avere il primario secondo quanto è disposto dall’art. 3 comma 6. L’ospedale di Terlizzi viene chiuso come ospedale per malati con la soppressione anche di Pneumologia, Chirurgia Plastica e Oculistica e trasformato in ospedale di Lungodegenza e Riabilitazione. Nella nostra area viene invece fortemente potenziato l’ospedale di Bisceglie (ASL BAT) con 178 posti letto, classificato come ospedale di base ma questa volta non abbiamo la disattivazione di discipline non coerenti con la classificazione ex DM 70/2015 anzi con una politica di figli e figliastri all’Ospedale di base di Bisceglie vanno i reparti di Medicina, Chirurgia, Ortopedia, Cardiologia, Ostetricia e Ginecologia, Pediatria, Malattie infettive, Psichiatria, Rianimazione, Geriatria, Endocrinologia, Lungodegenza; mancano solo UTIC, Neonatologia e Servizio trasfusionale per inquadrarlo a livello superiore come Ospedale di primo livello. Ma un Ospedale di primo livello, dice Emiliano, si farà, unendo gli Ospedali mutilati di Molfetta, Terlizzi e Corato. È chiaramente scritto che deve essere istituito, ma avrà una funzione “temporanea” in quanto poi confluirà nel nuovo Grande Ospedale di Andria che sarà costruito (art. 2, comma 3, punto c). DUBBI E PERPLESSITÀ Sorgono spontanee una serie di domande: se l’Ospedale di primo livello da istituire deve confluire nell’ospedale nuovo di Andria vuol dire che la sede individuata sarà Corato? Se negli ospedali di Molfetta e Corato rimangono solo Medicina, Chirurgia e Ortopedia e tutti gli altri reparti vengono soppressi o trasferiti come e con quale personale si attiva l’istituendo ospedale di 1° livello? Quali sono i tempi di costruzione dei quattro-cinque piani indispensabili da aggiungere a uno dei tre ospedali già esistenti per attivare questo nuovo ospedale? E con quali soldi? Ingenti investimenti per un ospedale provvisorio? Ma le sorprese del Piano di riordino non finiscono qui: da un lato si riducono all’osso gliospedali esistenti di Molfetta, Terlizzi e Corato, si mettono insieme per fare l’Ospedale di primo livello del Nord-Barese, che però è provvisorio perché confluirà nel nuovo Grande Ospedale di Andria che sarà costruito (non si sa quando), dall’altro il Piano prevede ancora un altro Nuovo ospedale del Nord Barese. All’art 6 , comma 1, punto d, infatti, nella programmazione degli investimenti viene nuovamente inserito il nuovo ospedale del Nord Barese, area adriatica, tra Bisceglie e Terlizzi con conseguente disattivazione degli attuali stabilimenti di Bisceglie, Trani, Molfetta e Terlizzi. Non sappia la tua mano sinistra ciò che fa la tua destra. Nello stesso articolo viene però ribadito con chiarezza che questo sarà comunque l’ultimo dei nuovi ospedali ad essere costruito e attivato. Campa cavallo che l’erba cresce. Intanto l’utenza potenziale di questo ospedale con 280.000 abitanti circa continuerà ad avere servizi largamente insufficienti in strutture fatiscenti. LE FALSE PROMESSE Ci si deve accontentare delle promesse dell’Ospedale di primo livello, promosso e sostenuto con instancabile ed encomiabile entusiasmo dal dott. Felice Spaccavento, pur con tutti i dubbi che abbiamo sollevato? E intanto che succede? Si procede con i tagli? Sembra giungere in soccorso il direttore del dipartimento Politiche della Salute, Giancarlo Ruscitti: «si conferma la decisione dell’amministrazione regionale di costituire un unico ospedale di I livello che garantisca un’offerta di salute adeguata ed in piena sicurezza. Gli uffici regionali stanno avviando un lavoro istruttorio al fine di reperire tutti gli elementi utili ad effettuare una scelta sul merito di elementi oggettivi e verificabili. Nelle more di tali valutazioni non si procederà ad alcuna chiusura o trasferimento di reparti e specialità». Fuori dal burocratese Ruscitti ci dice «Fin quando non scegliamo la sede, non si tagliano reparti». Attenzione non “fin quando non facciamo il nuovo ospedale” ma “fin quando non decidiamo dove sarà fatto il nuovo ospedale”. Si sente puzza di imbroglio. E il sospetto di una colossale presa in giro nei confronti di Molfetta sembra farsi certezza quando all’improvviso nel Documento “ufficiale” pubblicato sul sito del consiglio regionale si vede l’ospedale di Corato promosso a ospedale di primo livello. Di chi è la “manina” che ha cambiato il testo dopo la sua approvazione in giunta? Per fare davvero chiarezza è indispensabile: eliminare dalla delibera soppressioni e trasferimenti di reparti dai tre ospedali di Molfetta, Terlizzi e Corato; fare chiarezza sull’Ospedale di primo livello, in particolare riguardo alla sede, ai reparti che lo comporranno, alla consistenza e alle risorse messe a disposizione; reinserire il nuovo ospedale del Nord Barese area adriatica, che è stato programmato, in un piano di investimenti a medio termine.

Autore: Mimmo Favuzzi
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