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Quel furto di documenti alla commissione antimafia, di cui non parla nessuno
24 giugno 2020

Caro Direttore,

ho riletto, in questo momento particolare, vecchi testi, parlo di Denis Mack Smith; di Richard Collier ed infine di Gabor Gellert. Quest'ultimo è stato uno dei massimi giornalisti d'inchiesta ungherese. Grande esperto di politica estera, ha voluto interessarsi degli eventi politici italiani, ponendo la massima attenzione sui comportamenti mafiosi. Gellert conseguì la laurea in lettere, presso l'Università di Pisa. Conosceva perfettamente l'inglese, il tedesco, il russo, il francese e ovviamente l'italiano.

Si era interessato e scritto un libro sulla diplomazia Russa e scritto un libro sul crimine organizzato negli Stati Uniti. Il libro sulla "Maffia" italiana, fu pubblicato nel 1978 in lingua ungherese; fu tradotto anche in polacco, in russo e in ceco, vendendo oltre 250mila copie. Il testo in italiano fu pubblicato nel 1987.

Gellert era un topo degli archivi di molti Paesi ed in particolar modo quelli di New York e Washington. In Italia, si interessò tra gli altri, di Luciano Liggio, di Tommaso Buscetta, del medico Michele Navarro, della scomparsa di Mauro De Mauro e infine di Ciccio Vassallo che, aveva costruito ben 26 edifici scolastici per l'amministrazione di Palermo e la stessa pagava di affitto ben 350 milioni di lire all'anno!

Si interessò molto dei lavori della Commissione Parlamentare Antimafia. Questa dal 1963 fu collocata nel Palazzo della Sapienza "con un portone di legno fornito di una comunissima serratura" scostandosi e di molto dalla fastosità di Montecitorio e di Palazzo Madama. Scelta infelice, considerato che si stava indagando sulla mafia, i suoi rapporti con la politica ed i possibili coinvolgimenti di alcuni magistrati e forze dell'ordine. Pur tra le "tante inevitabili difficoltà" la commissione, tra il 63 ed il 68, aveva prodotto quasi "quattro quintali di documenti, riguardanti incartamenti di singole persone" (1.790 fascicoli); 200 fascicoli "su autorità municipali siciliani" e 24 fascicoli "su vari enti di diritto pubblico". Il tutto raccolto in una lunga stanza su appositi scaffali di ferro.

Sotto la presidenza dell'ottimo Francesco Cattanei, tutto il prezioso materiale, faticosamente raccolto dalle Commissioni, venne trafugato tra il 20 e il 25 dicembre del 1969, "quindi durante le vacanze di Natale, quando la sorveglianza, era già di per sé insufficiente," criminali, ignoti ancora oggi, "svaligiarono l'archivio dell'antimafia, portando con sé tutto il materiale raccolto con un prezioso, faticoso e pericoloso lavoro.

La commissione diretta da Cattanei doveva ricominciare tutto da capo". Di questo scandaloso evento non ne parla nessuno! Ancora oggi è possibile leggerlo solo su libri scritti da stranieri.

Vitangelo Solimini

 

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