Quarto PIP, i proprietari dei suoli contro la rotonda di via Fondo Favale, pronti ad azioni penali contro gli amministratori di Molfetta
Nuovo rondò fondo Favale
MOLFETTA – I proprietari dei suoli della località di Fondo Favale a Molfetta, si schierano contro la realizzazione di una rotatoria in quell’area.
Ecco il loro comunicato: «In qualità di portavoce dei proprietari dei suoli soggetti ad esproprio per presunta utilità pubblica, si comunica quanto segue:
L’area interessata da esproprio del IV PIP, compresa la rotonda che si vuole eseguire in Via Parieti Nuove all’incrocio con Via Fondo Favale, è area sottoposta a vincolo paesaggistico, in quanto è sede dell’alveo di Lama Marcinase e di Lama Scorbeto, entrambe definite con tutti i loro affluenti, ACQUE PUBBLICHE dal Regio Decreto del 1902 e dal Codice Delle Acque Pubbliche entrambi in vigore oggi.
Questa area, è stata perimetrata inoltre, come area ad alto rischio idraulico, dalla Autorità inter regionale di Bacino. Vi è, divieto assoluto di costruire da chi che sia, qualunque cosa.
La rotonda sorgerebbe nell’asta principale di Lama Scorbeto, che è anche interessata dallo sciagurato progetto illegittimo di costruzione del canalone di mitigazione del rischio idraulico sbagliato ed inservibile.
Questo canalone non vi può sorgere, non può essere costruito affatto, in quanto viola numerose leggi di esplicito divieto attualmente in vigore.
In più, è un opera completamente inutilizzabile, perché se mai fosse realizzata, sorge nell’alveo di Lama Scorbeto, ACQUA PUBBLICA, che in tutto quel tratto è una lama con le ripe a rimodellamento rapido. L’acqua delle piene prende altre strade senza imboccare affatto il canalone in progetto di costruzione.
Visto
il perdurare della protervia del regime amministrativo italiano, deviato, colluso e piegato ad ogni costo per favorire gli interessi degli amministratori e di personaggi da presepe ben noti a tutti, burattinai nazionali e locali,
visto
il perdurare della deriva di non rispettare il nostro amato territorio e le leggi di tutela che lo accompagna,
visto
che gli amministratori locali hanno bocciato un progetto legale del costo di sei milioni di euro
visto
che i funzionari locali portano avanti il progetto illegittimo di realizzazione di questo canalone del costo di ventisei milioni di euro,
i proprietari dei suoli sottoposti ad esproprio per interesse non pubblico, come si evince dai fatti,
comunicano
che inoltrano in tutte le sedi di giustizia, denuncia nei confronti di questi amministratori e dei marionettisti privati promotori dello scempio.
I proprietari dei suoli sottoposti ad esproprio per presunta utilità pubblica, sin d’ora, indirizzano nelle sedi di giustizia, sopra tutto l’aspetto penale delle loro denunce, fino ad ottenere la condanna penale degli amministratori, dei funzionari coinvolti e dei pochi manovratori privati coinvolti nella miserevole vicenda.
I diversi gradi di giudizio interessati, riguardano la Corte di Giustizia Europea con sede a Lussemburgo, dove essi saranno perseguiti, in quanto i reati commessi in violazione di quanto detto sopra (la tutela paesaggistica ed il rischio idraulico, oltre all’interesse privato), in quella sede sono già contestati come reati penali. VIVADDIO
Si informa che in itinere vi è la creazione di nuovo tribunale europeo, con sede propria e a parte, per i reati ambientali, CONTEMPLATI QUALI ESSI SONO: REATI PENALI CON PENE RILEVANTI. Anche in quella sede, appena operativa, saranno inoltrate analoghe denunce in copia.
Tanto correva l’obbligo di comunicare agli amministratori locali, nazionali e a quei pochi esecutori locali privati e non, coinvolti nella vicenda.
Guglielmo Facchini portavoce dei proprietari terrieri sottoposti a procedura di esproprio per presunta utilità pubblica».