MOLFETTA - Un’esperienza esaltante e formativa per i 12 partecipanti al corso (60 ore suddivise in dieci lezioni) di formazione professionalizzante gratuito curato dalla scuola di cucina Factory del Gusto, per la creazione della figura di «aiuto cuoco», organizzato dal Progetto Policoro e in collaborazione con l'Azione Cattolica Diocesana, l’Associazione Cuochi Baresi e i Comuni della Diocesi, con il patrocinio del Movimento Lavoratori di AC e dell’Ufficio Nazionale per i Problemi Sociali e del Lavoro.
Questo progetto di formazione e inserimento/reinserimento di giovani e adulti in deficit occupazionale, disoccupati o inoccupati, ha ottenuto un mini-finanziamento di 3mila euro dal VI Congresso di Progettazione Sociale organizzato dal Movimento Lavoratori di AC. È stato così programmato un progetto pilota intitolato «La prova del cuoco», partito lo scorso 28 maggio (con l’ausilio didattico dei cuochi Salvatore Turturo e Emanuele Natalizio) che ha offerto la possibilità di avere una nuova o una prima occasione per entrare nel settore della ristorazione, che forse meno di altri ha risentito della crisi degli ultimi anni.
I partecipanti al corso, non senza qualche emozione, hanno avuto modo di presentare la loro personale creazione, preparandole in diretta e spiegandone tutte le fasi del procedimento di cottura.
Presentazione e degustazione delle pietanze preparate dai corsisti di variegata estrazione lavorativa (geometra, cameriere, casalinga, contadino, ex dipendente di un calzaturificio di Barletta, pescivendolo, dj, fotografo della Repubblica dominicana, ecc.): piatti tipici italiani, come riso patate e cozze e polpette, riscoperti nella loro autenticità ed unicità, o molto complessi, il cui costo si aggira tra i 90cent e 1 euro e 50 cent a dimostrazione di come l’uso della materia a chilometro zero consenta di abbattere i costi e di ottenere allo stesso modo dei piatti veramente gustosissimi. Buongusto, eccellenza, anche cura dei particolari - i piatti si presentavano come quadri d’autore - più consegna finale degli attestati finali agli stessi corsisti, che saranno inoltre accompagnati anche nella ricerca di un lavoro (a ottobre un report finale del progetto).
Presente a questa meritoria iniziativa anche il vescovo, mons. Luigi Martella (nella foto con i corsisti e alcuni esponenti dell'Azione Cattolica diocesana) secondo cui queste iniziative sono«piccoli segni per creare movimento e dare un pizzico di speranza». «L’ufficio diocesano offre un aiuto nei limiti delle sue possibilità - ha concluso mons. Martella -, si prodiga per far sì che i disoccupati abbiano la canna da pesca per pescare, ma non regala il pesce». Posizione da condividere.
Il messaggio è stato altamente positivo, ma la soddisfazione si leggeva anche nel volto dei partecipanti, perché quello della formazione e dell’arricchimento delle professionalità rappresenta certamente una speranza di reinserimento lavorativo effettivo, non solo per le nuove generazioni, ma anche per gli over 40. L’assistenza sociale pura e semplice, pur necessaria, per gli anziani, o per categorie enormemente svantaggiate, non basta, ma può risultare negativa, soprattutto per quelle persone che hanno ancora da offrire molto in termini di capacità e professionalità. Per questo forse il messaggio del Vescovo, ha colto il senso di tutta la manifestazione.
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