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Potere al Popolo Molfetta contro l’arresto del sindaco di Riace, Mimmo Lucano
Il sindaco di Riace, Mimmo Lucano con suoi concittadini
02 ottobre 2018

 MOLFETTA – Presa di posizione del Movimento “Potere al Popolo” di Molfetta sull’arresto del sindaco di Riace, Mimmo Lucano.

«Il governo Lega-5Stelle – dice il comunicato - ha deciso che i propri nemici sono i poveri ed i migranti. Se da un lato propagandano di aver abolito per decreto la povertà, nella realtà, con il decreto Salvini, attuano misure sempre più coercitive nei confronti dei più deboli, inasprendo misure già presenti nel decreto Minniti, come il DASPO o la carcerazione per chi picchetta strade durante gli scioperi.

A questa guerra dichiarata verso i più deboli, si aggiungono le politiche verso i migranti che appaiono in palese contrasto con i principi della nostra Costituzione ed i diritti dell’uomo (il caso del “sequestro” dei migranti imbarcati sulla Diciotti in cambio di un riscatto chiesto all’UE e non ottenuto, in questo ambito fa testo).

Noi, come Potere al Popolo Molfetta, siamo convinti che su questa linea si pone anche l’arresto del Sindaco di Riace Mimmo Lucano, e di sua moglie Tesfahun Lemlem, con l’accusa palesemente impropria di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Ciò che si addebita a Lucano ed a sua moglie, è in realtà un atto di solidarietà umana verso una ragazza nigeriana che voleva evitare la espulsione per ragioni personali e per la quale Lucano ha pensato di attuare l’unica cosa che restava da fare: chiedere a qualcuno degli anziani e vedovi cittadini di Riace di poterla sposare.

Per la Guardia di Finanza questo atteggiamento è criminale.

Lucano è accusato anche di aver favorito, utilizzando i finanziamenti ministeriali destinati agli immigrati, realtà socio-economiche del territorio che hanno permesso, in un tessuto economico desertificato per demografia e per assenza di lavoro come quello di Riace, di opporsi allo spopolamento e di far rinascere, attraverso la cooperazione tra gli abitanti di Riace e gli immigrati accolti, una economia locale fondata su artigianato ed agricoltura.

Lucano ha così sottratto alle poche grandi cooperative (sostenute da cordate politiche ben identificabili) e che gestiscono la migrazione in maniera discutibile, finanziamenti che possono permettere la rinascita economica e lavorativa della comunità sottraendosi a giri economici che foraggino, in un territorio ad alta densità criminale le Ndrine aspromontane.

Ci chiediamo come sia possibile che in un paese democratico, chi è stato considerato da un autorevole magazine internazionale, una tra le 40 personalità più influenti del mondo per aver fatto crescere la utopia di Riace in un territorio difficile come la Calabria e l’Aspromonte, possa essere considerato un criminale?

E’ possibile che in un paese che si vuol definire democratico, chi attua misure per salvaguardare e far progredire il proprio territorio, aiutando esseri umani in difficoltà attraverso la realizzazione di un sistema virtuoso di convivenza umana, crescita economica e culturale quale è il “modello Riace”, sia trattato da malfattore e chi invece come Salvini che, da segretario della Lega, ha contribuito a sottrarre 49milioni di euro dalle tasche dei cittadini possa pavoneggiarsi quale tutore della legalità a senso unico favorendo l’instaurarsi di un clima di intolleranza ed odio verso i migranti.

E’ possibile che la Guardia di Finanza si preoccupi di una comunità che era morta e che sta rinascendo come quella di Riace, invece di preoccuparsi delle varie Ndrine che governano il territorio in questione e portano voti a mafiosi e politici collusi?

Su Mimmo Lucano e Riace da anni viene sollevata da taluni settori della società e della politica, una campagna di criminalizzazione le cui ragioni probabilmente sono nel fatto che l’esperienza di Riace è la speranza concretizzata che “un altro modello “di accoglienza è possibile. Questo modello forse non piace a qualcuno. Forse non piace alle mafie locali? O ai loro conniventi? O al potere costituito?

Noi di Potere al Popolo Molfetta riteniamo che se c’è un Sud che può andare a testa alta è proprio quello di Riace, di Cinquefrondi, di Rosarno, Melendugno e di tante altre città che creando comunità stanno riconsegnando valore alla propria terra, sottraendolo alle mani della malavita e dello sfruttamento. Criminalizzare loro vuol dire criminalizzare tutto il Sud che rialza la testa a 50 anni dai fatti di Avola.

Potere al Popolo di Molfetta è in questo momento più che mai vicino a Riace ed a Lucano. E’ vicino a quel Sud che con uno scatto d’orgoglio terrone torna a sorridere. 

 MIMMO LUCANO e TESFAHUN LEMLEM LIBERI SUBITO».

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