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Politica ed economia alla fine dell'Ottocento (I parte)
10 novembre 2006

Napoli – 10. 11. 2006 Alla fine dell'Ottocento l'economia europea fu attraversata da una lunga fase di recessione, che, in Italia, determinò una massiccio flusso emigratorio dalle campagne, prima del Nord e poi del Sud, verso le Americhe. La crisi di lunga durata condusse alla revisioni delle politiche liberali ed alla progressiva adozione da parte degli Stati industrializzati di politiche economiche protezionistiche dei loro mercati interni e di conquista coloniale di quelli esterni, per assicurarsi l'approvvigionamento di materie prime a bassi costi. All'interno di questo quadro di riferimento si inserisce la guerra commerciale tra l'Italia e la Francia, caratterizzata da un aumento del 10/20% delle tariffe doganali tra i due Stati. Ma i contrasti tra Italia e Francia non furono solo di natura commerciale, furono anche di natura politica per le mire espansionistiche dei due paesi verso l'Africa settentrionale. L'isolamento internazionale in cui venne a trovarsi l'Italia nel 1882 indusse il governo a firmare il trattato della Triplice Alleanza con la Germania e l'Austria. Il quadro politico interno si caratterizzò per la pratica governativa del trasformismo, che favoriva la formazione di maggioranze parlamentari trasversali agli schieramenti, oramai asfittici, della Destra e della Sinistra sulla base di compromessi elettorali e di scambi clientelari. Corruzione, clientelismo, commistione di interessi tra maggioranza ed opposizione inquinarono la vita pubblica italiana, segnandone un progressivo declino morale, culturale e politico. Sul piano economico-finanziario ci fu un'atmosfera di euforia generale, che fece allentare il rigore della politica finanziaria e monetaria. Aumentarono le spese per i lavori pubblici ed i cantieri navali. Nacquero varie agenzie di credito e si intensificarono le speculazioni finanziarie ed edilizie, soprattutto a Roma e a Napoli. Negli stessi anni si sviluppò l'industria siderurgica nazionale con i cantieri di Terni sostenuti direttamente dalle commissioni statali. L'agricoltura fu attraversata da una crisi strutturale dovuta allo sviluppo delle ferrovie e della navigazione a vapore. Lo sviluppo dei moderni sistemi di trasporto favorì l'afflusso sul mercato italiano di cereali americani e russi a costi vantaggiosi. Nel 1887 alla crisi agraria si aggiunsero la crisi dell'attività edilizia e degli istituti di credito. La fase di euforia e di speculazioni sfrenate per la crescita economica e finanziaria del Paese stava per finire, le contraddizioni sociali, economiche e politiche stavano per esplodere nuovamente in forme più o meno violente. Salvatore Lucchese
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