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Pioggia di critiche per le iniziative comunali della “Molfetta in allegrezza” (deserto e scarsa qualità) e sulla cultura. L’intervento di Pietro Capurso
Le casette in Canadà spostate su Corso Umberto
27 dicembre 2017

MOLFETTA – Pioggia di critiche sulle iniziative del Natale Molfettese che ha registrato strade deserte, a conferma di come le scelte di scarsa qualità dell’amministrazione comunale di Molfetta, non siano state apprezzate né dai cittadini né dai commercianti. L’amministrazione di destracentro “ciambotto” è stata anche costretta a fare un passo indietro perfino sulle MITICHE casette in Canadà, spostate frettolosamente su Corso Umberto (come aveva suggerito “Quindici”) liberando via Cairoli per la protesta dei residenti ai quali è stato creato solo disagio, facendo intasare anche il traffico.

Dopo le critiche della sinistra di Articolo 1 e Mdp, ora è la volta di Pietro Capurso, apprezzato collaboratore di “Quindici” (vedi il suo articolo sull’ultimo numero della rivista mensile in edicola in questi giorni) che si sofferma sul termine “cultura” e sulla mancata convocazione del “Forum della cultura” da parte del sindaco.

In realtà Tommaso Minervini sfugge al confronto con la città, limitandosi a mandare qualche proclama, a convocare i giornalisti ad hora (“meno sono, meglio è”, sembra essere il suo motto) e perfino a fare comizi sulle… “splendide” iniziative della sua amministrazione, che nessuno finora ha visto, mentre i cittadini vedono la città sempre più sporca (sull’ultimo numero della rivista mensile “Quindici” in edicola in questi giorni, la vignetta di Michelangelo Manente mostra l’albero di Natale del Comune realizzato con i rifiuti riciclati come addobbi natalizi), la tolleranza di situazioni di illegalità, l’assenza della polizia municipale nel sanzionare le violazioni delle regole, mentre l’amministrazione continua a dividere la torta degli incarichi del sottogoverno, per accontentare tutte le 8 liste civiche, unico modo per garantirsi la sopravvivenza.

Perché il sindaco Minervini, invece, di convocare comizi autocelebrativi con i fan pronti a battere le mani con l’applausometro, non convoca una conferenza stampa (con ragionevole anticipo) per confrontarsi con i giornalisti e quindi con la città, rispondendo anche alle domande scomode?

E intanto la cultura muore, come scrive Pietro Capurso: «Il termine “cultura” deriva dal latino colere – coltivare cioè curare, rendere capaci di dare frutti, ma, spesso, si confonde cultura con spettacolo e si misura la valenza di una manifestazione in termini di gradimento e partecipazione del pubblico. Questo modo di pensare determina anche la concessione di finanziamenti, per cui si sovvenziona un evento che si prevede possa attrarre parecchio pubblico, mentre non si concede nemmeno un centesimo ad una manifestazione culturale che si ritiene di nicchia. Se questo modo di fare è plausibile per un privato che investe denaro per ricavarne un profitto, non può e non deve valere per l’ente pubblico che, al contrario, dovrebbe favorire la crescita culturale. Il comune di Molfetta, in questi ultimi mesi, ha finanziato con cospicui contributi delle manifestazioni che, sebbene abbiano attirato numeroso pubblico, si configuravano più come sagre paesane che come eventi culturali, non concedendo invece nemmeno la dignità di una risposta a manifestazioni di alto spessore culturale perché, forse, non avrebbero attirato un pubblico numeroso (cosa tutta da verificare!!!).

Se il buongiorno si vede dal mattino, cosa dovremo aspettarci per i prossimi anni? Se, come sembra, è manifesta l’incapacità di questa amministrazione di elaborare degli eventi e proposte culturali, perché non convocare, finalmente, il FORUM DELLA CULTURA in modo da condividere con le associazioni un progetto culturale per Molfetta? Cosa temono Tommaso & Co. dalla convocazione del FORUM? Intanto i termini imposti dal regolamento approvato dal consiglio comunale per la convocazione del FORUM sono di gran lunga trascorsi e, ad oggi, tutto tace. Aspettiamo il nuovo anno».

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