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Piano strade, assalto alle chianche: asportate le basole vicino piazza Cappucini, destinazione oscura Rimozione delle antiche basole all'incrocio tra via Roma, Corso Margherita e via Edoardo Germano, accatastate per essere depositate. Destinazione ignota. Le perplessità di Quindici e dei cittadini. Il comunicato del Comune di Molfetta
19 giugno 2012

MOLFETTA - Come una grande cava di pietra antica e pregiata, molto richiesta in “particolari circuiti”. Questo sembrava essere Molfetta ieri mattina, quando le ruspe stavano sollevando e accatastando su bancali già posti in fila le basole in pietra all’incrocio semaforico tra via Roma, Corso Margherita e via Edoardo Germano, a pochi metri da Piazza Cappuccini. Come se il reale intento non fosse il rifacimento del manto stradale, bensì l’estrazione delle enormi e antiche basole (alcune in pietra lavica) dalla “miniera a cielo aperto”.
Le chianche delle strade di Molfetta potrebbero aver scatenato particolari “appetiti”, come pregiate pepite d’oro ricercate nel sempre florido mercato nero? Non sarà un caso che nelle opere private, anche a parecchi chilometri di distanza dalla loro storica collocazione, si assiste spesso alla miracolistica ricomparsa delle pregiate basole di pietra (lavica).
Come accaduto in altre occasioni, quelle basole saranno stipate nei fantomatici depositi comunali (la cui localizzazione resta ancora oscura), per poi essere utilizzate in altri lavori pubblici, come nel caso del rifacimento di via Respa. Ma buon senso vorrebbe che, nel rispetto della storia e dell’intelligenza, quelle basole (almeno quelle sane), siano ricollocate nei punti da dove sono state estratte, bandendo per sempre l’asfalto che tende a disfarsi alle prime piogge torrenziali, soprattutto se di pessima qualità.  
Invece, a Piazza Cappuccini saranno sostituite con comunissima breccia. Un intervento che potrebbe anche rivelarsi un “pasticcio”. I Romani, grandi costruttori di strade, si sarebbero rivoltati nelle tombe. E ieri mattina a sovrintendere ai lavori era presente anche il sindaco di Molfetta, sen. Pdl Antonio Azzollini, in una sua fugace apparizione urban life. Era sul posto per verificare che la destinazione delle chianche non fosse qualche edificio privato o il contrario?
Perché estrarre ed eliminare completamente le chianche dal manto stradale? Il dissesto della strada, la motivazione. Come se questo dissesto si potesse contrastare con l’asportazione del basolato, sostituito da pietrisco stabilizzante, magari mescolato a terriccio, e non con il ricollocamento di quegli enormi lastroni che hanno resistito per quasi un secolo (di solito, l’asfalto dura appena qualche anno), rappresentando anche uno spaccato storico di Molfetta. Infatti, proprio quell’area ha un suo preciso significato storico, perché comprende i tessuti formalizzati su griglie geometriche ottocentesche e di primo’900.   
Ma quale cervellotica ratio muove le iniziative dell’ufficio tecnico e degli assessorati all’urbanistica e ai lavori pubblici (ne sanno qualcosa?), oppure si ricordano del loro ruolo solo quando interviene la magistratura?
Del resto, quel pietrame potrebbe anche non reggere non solo per l’intensa circolazione, ma soprattutto per la stabilità morfologica dell’area, soggetta a infiltrazioni. Eliminato l’asfalto depositato in passato, perché non ripristinare tutto il basolato intorno a piazza Cappuccini? Un’ottima decisione, quasi risolutiva, visto che quei lastroni hanno retto per quasi un secolo.  
Inoltre, il confezionamento molto attento, delle basole sollevate dall’incrocio, desta qualche perplessità e induce a qualche sospetto. Molta cura, molta attenzione, troppa per delle basole che non saranno più ricollocate nella loro destinazione naturale. Chi saranno i fruitori di quelle basole, i cittadini che ne sono i legittimi proprietari o “destinatari ignoti”? Domanda semplice, ma angosciante. Insomma, si ruba la storia a Molfetta, lasciando uno sterile asfalto che non racconterà più niente ai cittadini, se non le gesta eroicomiche di un sindaco, lacerato nei pasticci di sempre.
 
DOPO QUINDICI, IL COMUNICATO DEL COMUNE
Dopo la pubblicazione questa mattina dell’articolo di Quindici sullo svellimento delle basole in pietra, l’ufficio propaganda del Comune di Molfetta ha stranamente e rapidamente inviato un comunicato stampa in cui non solo si spiega il proseguimento dei lavori del Piano Strade, ma si descrive anche la rimozione delle basole. Una risposta indiretta all’articolo di Quindici? L’operazione di svellimento (ed eventuale sparizione) delle basole sarebbe passata sotto silenzio?
Tra l’altro, dalla nota stampa si apprende che le basole sono state rimosse dopo aver eliminato l’asfalto sovrastante attraverso un processo di idrorimozione, a conferma della cautela con cui sono state eseguite le operazioni. Niente, invece, si riporta sulla destinazione delle chianche, sul loro uso e sul mancato riposizionamento in loco: una (indiretta) conferma ai leciti “sospetti” non solo di Quindici, ma soprattutto dei cittadini, che hanno prontamente segnalato l’avvio della rimozione sin dal primo mattino alla testata. Dove finiranno quelle basole? A deposito sine die, nell’attesa di altri lavori pubblici?
Se l’amministrazione Azzollini avesse davvero voluto tutelare i manufatti legati alla storia di Molfetta, allora avrebbe dovuto premere per il ripristino dello status loci, consentendo ai cittadini di fruire veramente di quel luogo storico, invece di rinchiudere in cella quelle basole, oggi appetite su ogni tipo di mercato. Ancora una volta, strumentale propaganda politica dell’ufficio propaganda comunale che «dice tutto e non dice niente» sulla prossima - non quella immediata, per altro ignota - destinazione di quei bancali. Di seguito, la nota stampa del Comune.
 
Il Piano Strade è arrivato a oltre 2,3 chilometri di strade completamente risistemate. Dopo il rifacimento completo di via Bisceglie, parte di via Madonna dei Martiri, via San Francesco d’Assisi e corso Fornari, i lavori di pavimentazione delle strade nelle vie del centro cittadino procedono con regolarità e secondo i tempi stabiliti. «Sono evidenti i primi vantaggi alla percorribilità delle auto nel centro abitato: i lavori hanno consentito di eliminare i gravi problemi legati alla presenza di sprofondamenti e buche di grosso diametro», afferma l’assessore ai Lavori Pubblici, Mariano Caputo. La sistemazione del manto stradale va di pari passo con il rifacimento della segnaletica orizzontale.
 Al momento le stesse lavorazioni, stanno interessando via Germano e via Roma, in pieno centro abitato, dove gli operai della Multiservizi hanno già effettuato il ripristino della fondazione stradale. Come al solito, la seconda fase consisterà nella rimozione del vecchio strato di asfalto e nel successivo rifacimento del manto.
«I lavori si svilupperanno i prossimi giorni su via Roma, via Zuppetta, via D’Azeglio, via Pagano e via De Luca - fa sapere l’assessore Mariano Caputo -L’amministrazione comunale, al fine di tutelare i manufatti legati alla storia della nostra città, ha disposto il recupero delle basole in pietra vulcanica presente sul margine di via Germano angolo Via De Luca (piazza Cappuccini), mediante un processo di idrorimozione della pavimentazione bituminosa esistente al di sopra dello stesso a salvaguardia delle stesse basole».
 
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