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Pd Molfetta, il segretario dimissionario da sempre, annuncia il congresso. Sarà vero, dopo tanti rinvii?
23 ottobre 2016

MOLFETTA - Il segretario, da sempre dimissionario a parole, del Pd di Molfetta, Piero de Nicolo, esulta sul suo profilo Facebook (divenuto strumento di comunicazione politica e di diffamazione verso i giornalisti non amici del permaloso e antidemocratico segretario) per aver "finalmente" ottenuto dalla segreteria regionale del partito la deroga a celebrare il congresso del partito ormai in disfatta totale. Sarà vera la notizia del congresso? Dopo tanti rinvii, il dubbio è legittimo.

Così De Nicolo potrà finalmente dimettersi e ritirare il suo premio politico per aver fatto cadere la sua amministrazione di centrosinistra (un cannibalismo politico al quale il Pd, al pari della vecchia Dc a cui tende, è abituato), col beneplacito del presidente della Regione Michele Emiliano, all’epoca segretario regionale del Pd, come ha confermato recentemente l’ex sindaco Paola Natalicchio.

Non sappiamo quanto trasparente potrà essere tale congresso, intanto l'effetto annuncio è stato raggiunto.

La data non è stata ancora fissata (non si sa mai, qualche scusa si trova sempre per rinviare ancora, come in passato) e c'è da augurarsi che non slitti oltre il referendum del 4 dicembre.

Infatti in Italia sarà proprio questa consultazione, lo spartiacque per il futuro politico non solo del segretario nazionale Renzi, ma anche dell'Italia, che potrebbe ritrovarsi con un cambiamento di sistema democratico.

A proposito di referendum, come inviterà a votare il fantomatico segretario locale: SI’ come Renzi oppure NO come il suo patron Emiliano?

Al congresso dove si presenterà giustamente dimissionario, il segretario De Nicolo, dovrà fare un bilancio della sua gestione fallimentare: partito in forte calo di consensi e di voti, come dimostrano le ultime regionali (ma all'epoca non era ancora caduto il sindaco Paola Natalicchio: oggi sarebbe peggio); dirigenti in fuga; partito spaccato da consiglieri comunali disfattisti, per meri criteri di potere politico (leggi Annalisa Altomare che smania per essere la sindaca del futuro, Lagrasta sempre in attesa, come sanno tutti, dell'agognato assessorato e perciò rientrato frettolosamente nel Pd quando ha saputo che nel gruppo di Introna non avrebbe avuto la candidatura oltre ai “muti” del consiglio comunale De Pinto e De Ceglia: i 4 “moschettieri” che vantano il merito di aver fatto cadere l’amministrazione di centrosinistra, col consenso tacito del segretario); Giovani democratici critici verso la sua segreteria al punto da accusarlo pubblicamente dei disastri del Pd locale; intolleranza verso la stampa non amica, sempre aggredita; credibilità e democraticità pari a zero e così via. Ce n’è abbastanza non solo per dimettersi da segretario, ma anche dal partito.

Assumersi tutta la responsabilità, però, consentirebbe a De Nicolo di uscire di scena con dignità. La cosa, però, appare molto improbabile per chi conosce il suo narcisismo egocentrico (apparso evidente, soprattutto nella vicenda delle sue forzate dimissioni da presidente della  Multiservizi, con l'accusa di aver tentato di favorire l’assunzione del figlio di una sua consigliera comunale e di qui la sua battaglia personale con la Natalicchio, alla quale non ha mai perdonato l’invito a lasciare la carica e le sue conseguenti dimissioni dalla presidenza). C'è chi non esclude che lui possa farsi rieleggere, continuando a controllare il partito, soffocando il dibattito è avviando quel “ciambotto” politico già pronto che vedrebbe finalmente appagata Annalisa Altomare con il grande centro e la carica di sindaco, col contorno dei discutibili personaggi voltagabbana del centrodestra da Saverio Tammacco a Mariano Caputo e forse allo stesso sen. Antonio Azzollini che agirebbe sotto mentite spoglie, anch'egli con una lista civica.

La politica a Molfetta, si sa, si fa con i personaggi, con l’odio reciproco e personale verso chi non condivide e chi critica, con la guerra fra bande e gruppi trasversali e la prossima campagna elettorale, già cominciata con qualche ridicolo manifesto “garibaldino” (ma chi sono gli ideatori di queste campagne autolesionistiche come quella degli aeroplanini, che finì per essere un boomerang per il candidato del centrodestra Ninnì Camporeale?) si annuncia altrettanto violenta.

Insomma, si profila un salto indietro con la devastante urbanistica pronta a tornare in primo piano con i palazzinari molfettesi che festeggiano perché, ancora una volta, sono riusciti a mettere le mani sulla città, imponendo la propria linea di devastazione a danno di Molfetta e dei suoi abitanti, con un piano regolatore superato e inutile.

Il cambiamento, la rottura col passato? Il futuro può attendere. Il passato ritorna, con i corsi e ricorsi storici di vichiana e... azzolliniana memoria.

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Intanto ci scusiamo se rispondiamo in ritardo. Abbiamo da lavorare e non c'è tempo per cazzeggiare su Facebook o commentare le notizie. Andiamo con ordine, troppe domande. 1) Paolo Minervini. La pubblicità? De Nicolo farebbe meglio a tacere, di pubblicità potremmo parlare noi. La sua è una excusatio non petita per una pubblicità elettorale sulla quale potremmo raccontare noi qualcosa in merito. Ma cattiveria o vendetta non ci appartengono, come sanno coloro che ci conoscono bene, non quelli che perdono il tempo su Facebook. Lui, forse, ha bisogno di difendersi dal suo subconscio? E attacca. Noi no. Esercitiamo soltanto il nostro diritto dovere di giornalisti e il diritto legittimo di esprimere opinioni anche scomode su personaggi della politica. Chi è permaloso non dovrebbe fare politica. Negli articoli in questione il personale non c'entra, sono i ruoli quelli che contano. Le persone si rispettano sempre: noi lo facciamo, non crediamo che la stessa cosa avvenga dall'altra parte. 2) A cavallo curioso, che ringraziamo perché dimostra grande intelligenza democratica, rispondiamo: in questo caso, veramente, le querele le potremmo fare noi e a ragione, come sanno bene gli avvocati che offendono su Facebook. Per le loro affermazioni non li abbiamo querelati in passato, non lo faremo noi. Stesso discorso per qualche permaloso e frustrato personaggio da avanspettacolo che continua a ripetere falsità. Che i politici dicano bugie è risaputo e la gente ne è convinta, tant'è che diserta sempre più le urne o esprime un voto di protesta. Lo si è visto anche con le bugie raccontate sulla caduta del sindaco Natalicchio, la quale ha poi sbugiardato pubblicamente sia il segretario locale del Pd, sia il presidente Emiliano, facendo fare loro una brutta figura. Qualcuno tenta di farlo anche con noi per cercare consenso a basso prezzo. Questo è il modo peggiore di fare politica, anche perché falsità e calunnie restano tali o diventano un boomerang per chi le pronuncia. Se qualcuno vuole provocarci, si sbaglia: non ne faremo una vittima o un martire come desidererebbe, magari con una querela. Nessuno ha la licenza di offendere chi lo critica, perché la critica fa parte del giornalismo e della libertà di stampa, gli tocca. Il discrimine è sempre quello della diffamazione è sempre la verità. 3) Concludiamo: cavallo curioso si chiede dove sia la politica, sostituita dalle barzellette sui social. Grazie della solidarietà (ringraziamo anche quelli che ci hanno telefonato). Ma il segretario del Pd ci fa solo grande pubblicità con le sue reazioni scomposte, i sondaggi e altre amenità su facebook. Facesse un sondaggio fra i suoi elettori e anche fra i suoi stessi iscritti, come i giovani democratici che lo hanno fortemente attaccato. Questi sono fatti, non le barzellette come dice il nostro lettore. Quando uno non ha argomenti, insulta. Avete mai sentito un discorso politico? Un programma? Una prospettiva? Solo il gioco delle dimissioni sempre annunciate e mai effettivamente rese operative. Una tattica per sperare in una rielezione?




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