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Parte oggi il fermo biologico della pesca. Interessata anche Molfetta. Pescatori sul piede di guerra
17 agosto 2015

MOLFETTA – Parte oggi il fermo biologico della pesca per i pescherecci che usano il sistema a strascico da Pesaro a Bari e quindi anche Molfetta.

Le imbarcazioni in questo periodo dovranno rimanere ancorate in porto per permettere la ripopolazione della fauna marina.

Lo comunica la Capitaneria di porto con un’ordinanza n. 44/2015 del 13 agosto scorso.

Il fermo di pesca durerà fino al 27 settembre.

Ma i pescatori non ci stanno e hanno avviato azioni di protesta, sia perché in un periodo di crisi, il fermo aggrava la situazione, sia perché da un anno aspettano ancora il pagamento della cassa integrazione e dell'indennità per il fermo bilogico dello scorso anno.

A peggiorare la situazione ci si mette anche l'Europa  con le sue misure restrittive per le reti, per le sanzioni a punti per le licenza di pesca. E se non bastasse, occorre considerare il caro gasolio e l'importazione di prodotti ittici asiatici.

I pescatori di Molfetta (con quelli di Bari, Mola, Monopoli e Polignano), però, sottolineano positivamente l'approvazione  in commissione Agricoltura e pesca della Camera della risoluzione del fermo biologico che punta a garantire la redditività del settore considerando le tipicità e le caratteristiche delle zone marine, soprattutto con riferimento al pesce azzurro.

La protesta si allarga anche alle organizzazionidi categoria. La Coldiretti Puglia lamenta il fatto che in un periodo di larga presenza turistica, c'è il rischio di ritroversi nel piatto pesce straniero o congelato, anche per la conocrrenza sleale del prodotto importato e spacciato come italiano, soprattutto nella ristorazione per l'assenza dell'obbligo di etichettatura dell'origine. Il 76% del pesce viene importato dall'estero e cresce la dipendenza italiana: solo nei primi tre mesi di quest'anno sono stati importati dall'Italia oltre 233 milioni di chili di pesci e crostacei, molluschi e altri invertebrati acquatici con un aumento del 3% rispetto al 2014.
 

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