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Parte il destracentro l’armata brancaleone di Tommaso Minervini alla conquista del potere
15 aprile 2017

Anche Tommaso Minervini ha aperto la sua campagna elettorale alla testa delle liste civiche di destracentro, presiedute dagli ex colonnelli del sen. Antonio Azzollini e della destra locale. Presenti in sala i volti noti dei rappresentanti delle liste civiche, Saverio Tammacco, Pasquale Mancini, Ninnì Camporeale, Antonio Ancona, Pietro Mastropasqua, Mimmo Spadavecchia, Sergio de Candia e altri. Tocca a Saverio Tammacco rompere gli indugi e introdurre la serata. Il suo è un accorato appello alla città, affinché si attui, in una Molfetta allo sbando dopo 14 mesi di Commissariamento, “una rivoluzione soprattutto culturale”, un cambiamento radicale del modo di amministrare la città, fatto non di isolamento, ma di costruzione di ponti e dialogo con le istituzioni della Città Metropolitana, della Regione Puglia e di Roma. Per risollevare la città è necessario fare un lavoro di squadra, “uscendo dai soliti schemi, liberandosi dai vecchi problemi, di sinistra, di destra, di estremismi, una squadra che abbia come indiscusso capitano Tommaso Minervini”. Dopo aver ricevuto l’endorsement di Tammacco, Minervini prende la parola facendo subito notare che mentre altre forze politiche sono ferme al palo o discutono sui social o nelle segreterie, la sua Molfetta Positiva è lì, in mezzo alla gente, cercando la partecipazione vera, opponendo alla realtà virtuale quella reale. “In ogni famiglia c’è un giovane che è andato via, abbiamo perso quote di popolazione, quote di reddito, quote di creatività e professionalità, Molfetta ha un alto tasso di tributi, aumentano la TA.Ri e persino i pasti delle mense scolastiche, la città è in decadenza”, questo è il grido d’allarme lanciato dell’ex Sel. Minervini si sofferma su alcuni dati come quello dei debiti di bilancio: “il 2013 il bilancio chiude con più di 13 milioni euro di debiti, chiudono in passivo anche 2014, 2015, 2016, e ci sono difficoltà nella chiusura dell’anno 2017” una bocciatura completa insomma per l’Assessorato al Bilancio della passata Amministrazione, vicinissimo proprio Tommaso Minervini, in Sel. Piovono pesanti critiche anche sulla gestione dell’Urbanistica, incagliata su procedimenti e richieste di pareri che hanno portato solo al pagamento di laute parcelle, mentre si continuavano a ledere gli interessi legittimi di chi aveva investito. Prime avvisaglie della prospettiva politica in ambito Urbanistico. Non poteva mancare il tema dei rifiuti. É aumentata la Ta.Ri ma ci si trova di fronte ad una grave carenza di servizi a scapito del decoro urbano. La raccolta porta a porta va subito modificata radicalmente, adattando le modalità del sistema alle diverse esigenze dei quartieri. Cassonetti interrati e isole itineranti per rafforzare il servizio. Dalla scuola allo sport: “dobbiamo aumentare le strutture sportive e risolvere il problema della piscina e della pista di atletica che è un altro bubbone lasciato lì...” e parte un attacco alla tecnocrazia che “non deve e non può decidere in questi mesi la visione strategica che questa città deve avere democraticamente, non è possibile che la tecnocrazia decida del futuro della piscina, della cultura a Molfetta e dei servizi sociali”. Molfetta Smart City, questo ha in mente Minervini, una città intelligente grazie all’efficientamento energetico che garantirebbe una serie di servizi di cui il cittadino ha bisogno. Diffondere e digitalizzare i dati, migliorare i servizi esistenti, garantire sicurezza attraverso una videosorveglianza di nuovissima generazione e sofisticati algoritmi studiati per prevenire gli episodi criminalità, adottare nuovi sistemi di regolamentazione della sosta con applicazioni che mettano in atto una nuova idea di mobilità. Il tema del mare è l’altro suo grande cruccio. 169 milioni di euro in bilancio, di cui 69 “bloccati” e 100 a disposizione, non utilizzati. Ci sono i cantieri navali chiusi da riaprire al più presto, c’è da risolvere la questione dell’approdo turistico e da affrontare il tema della messa in sicurezza del porto. Curiosa e da approfondire una frase che Minervini pronuncia proprio a proposito del porto: “c’è un altro signore in questa che città che vorrebbe chiudere l’agibilità del porto, cioè non fare entrare più i pescherecci nel porto, lo sapevate? Ve lo dico io. Che non si azzardi!”. É prevista una rivoluzione anche per gli uffici comunali, che saranno trasferiti tutti a Lama Scotella (ma sarà necessario cambiare nome, non piace). Saranno così lasciati liberi tutti i palazzi municipali, da San Bernardino a Piazza Municipio, dal Comando di Polizia Municipale a quello dei servizi sociali. Questi edifici verranno destinati alle attività culturali. Minervini ha annunciato di voler costruire una tensostruttura in due anni, un teatro tenda, anche se il suo sogno è costruire un «Petruzzelli» a Molfetta. Infine, è necessario riaprire il dossier che riguarda il Piano dell’Agro, avere il coraggio di cancellare le cose che non vanno, che son state oggetto di critiche da parte della Magistratura; occorre tutelare e custodire le campagne, proteggere 2500 aziende agricole, dare la possibilità ai territori situati nei pressi delle torri di Molfetta, di essere rilanciati attraverso un turismo rurale, storico ed enogastronomico. In chiusura, l’appello di Tommaso Minervini ai suoi sostenitori è stato quello di portare avanti una campagna elettorale sobria, che testimoni la verità delle storie personali, la credibilità, la rettitudine e l’esperienza di chi si è messo in gioco solo per il bene della città. Un progetto ambizioso quello illustrato durante la serata di venerdì, una serata positiva, all’insegna dell’amicizia, del sodalizio politico tra anime uguali e diverse. Nessuno ha rinnegato la propria storia, è solo stata messa in secondo piano per anteporre la città e la sua rinascita a tutto. Questo il leitmotiv dei protagonisti. Insomma, il carrozzone va avanti da sé, tutti gli altri sono fermi ai box.

Autore: Teresa Racanati
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