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Outlet Molfetta, addetti alle pulizie: non siamo merce umana a saldo
03 ottobre 2012

MOLFETTA - Non siamo lavoratori a saldo. Questo lo striscione che troneggiava stamane a pochi metri dall’ingresso del Fashion District per il sit-in organizzato dagli addetti delle pulizie per la vicenda emersa negli ultimi giorni e già spiegata da Quindici.
«Fino a domenica avevamo un contratto da multiservizi, che garantiva il nostro posto di lavoro, ma, appena è subentrata la nuova ditta (LD Italia, ndr) che ha presentato una offerta inferiore alle altre di 11mila nel bando proposta dal Fashion District, sono iniziati i nostri guai - hanno spiegato a Quindici gli addetti in sciopero, durante la civile manifestazione alle porte dell’Outlet -. Di punto in bianco, ci hanno detto che non avremmo usufruito della quattordicesima e che 4 addetti sarebbero stati mandati a casa, oltre alla riduzione delle ore con l’aumento del carico di lavoro».
Infatti, dopo la fumata nera dell’incontro di ieri mattina con la nuova azienda, che ha recentemente vinto un bando della catena Fashion District subentrando alla Leader Service, 17 sono i lavoratori in sciopero (15 di Molfetta, una di Trani e l’altra di Bisceglie) che attendono di conoscere il proprio destino lavorativo.
Due i punti nodali: la riduzione delle ore lavorative settimanali e l’applicazione di un contratto diverso da quello previsto per le multiservizi e le imprese di pulizia (l’azienda avrebbe imposto ai lavoratori un contratto come “soci lavoratori” di cooperativa, contratto che non prevede neppure la quattordicesima). Insomma, come gli stessi addetti hanno spiegato a Quindici, a fronte di un maggiore carico di lavoro, la mensilità subirà una riduzione di quasi 350 euro (da 600 euro circa a 250 euro). Un vero e proprio nonsense italiano.
«La nuova azienda avrebbe potuto ridurre le ore settimanali se col nuovo appalto fosse stato ridotto anche il lavoro, ma il nuovo capitolato non prevede una riduzione, anzi un aumento - ha aggiunto Giuseppe Filannino, segretario della CGIL Molfetta -. L’azienda ha tutto il diritto di ridurre l’orario di lavoro, ma non può pretendere che gli addetti, passati a un contratto di soci lavoratori di cooperativa, assolvano a un maggiore carico di lavoro». Insomma, la parola d’ordina sarebbe «lavorare di più per guadagnare di meno».
Questa mattina era previsto un incontro tra i vertici del Fashion Distrct e l’azienda che, però, non intende cedere dalle proprie posizioni in base alle prescrizioni e al capitolato fissati dal bando (già vinto in altre strutture Outlet). «Il Fashion District può anche continuare a dichiarare la sua estraneità, ma la nuova azienda ha vinto un appalto con il Fashion e lavora al suo interno - ha concluso Filannino -. Tra l’altro, si pensava che con la costruzione di questa struttura commerciale si sarebbe riscontrata una ricaduta economica positiva, che purtroppo non c’è mai stata, anzi sarebbero da discutere anche le condizioni dei lavoratori all’interno dei negozi».
Anche i lavoratori non hanno intenzione di cedere, supportati da CGIL, FILCAMS CGIL, UIL Trasporti e UILTUCS. Quella in atto è l’ennesima vicenda di lavoro sottopagato o malpagato che caratterizza l’attuale congiuntura economica, in cui i dipendenti e gli operai sono le vittime maggiori della trebbiatura del sistema liberl-capitalistico.
 
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Autore: Marcello la Forgia
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