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Ospedale di Molfetta, continua la confusione e la perdita di tempo: ora torna la proposta di una commissione tecnica. Il presidente Emiliano continua a prendere in giro i cittadini. La reazione di Cittadinanzattiva
L'ospedale di Molfetta
30 aprile 2018

MOLFETTA -  Si torna a discutere dell’ospedale del Nord barese, un argomento sul quale, anche grazie al presidente della Regione Puglia (che è anche assessore alla sanità), la confusione è totale: tante promesse, pochi fatti, col rischio che alla fine, malgrado anche l’accondiscendenza dell’amministrazione comunale di Molfetta, che deve a Michele Emiliano anche la sua esistenza, ad essere penalizzato sia proprio il nostro nosocomio. Oggi si torna a proporre una commissione tecnica, un modo tutto politico (della peggiore politica) per prendere ancora tempo e non decidere, in attesa magari di una decisione irrevocabile e irresponsabile.

Su questo argomento interviene Vitangelo Solimini di Cittadinanzattiva, Tribunale del malato: «Ci risiamo! Dovremmo ritornare alla “carta di Ruvo. Assurdo. Non credo si possa ritornare indietro. La carta di Ruvo, voglio sottolinearlo, fu ignorata, massacrata, maciullata e sepolta, nello stesso momento in cui, il nostro Presidente, dimenticando tutte le promesse “rivoluzionarie” che, sarebbero passate alla storia, promulgava la delibera N° 239/2017.

Nella delibera si elevava l’ospedale di Corato a 1° livello. In quel momento, nessuno protestò, nessuna disapprovazione, nessuna contestazione, ignorando e dimenticando l’esistenza della carta di Ruvo. Dimenticavano anche, tutte le promesse che, lo stesso Presidente, per mesi ci aveva propinato e rifilato. “Il tutto, deve avvenire dal basso”, ci assicurava; continuava, la scelta dal basso, assieme alla Regione,” sarà una rivoluzione che passerà alla storia”. Dopo la delibera N°239, Molfetta, delusa ma non vinta, reagì e si mobilitò. Scesero in campo molte associazioni che, raccolsero una infinità di firme. Sollecitarono l’Amministrazione Comunale che approvò on o.d.g. alla unanimità, dimostrando non solo vicinanza al problema, ma la grande attenzione alla salute dei propri cittadini.

Anche noi di Cittadinanzattiva tribunale del malato, in qualità di procuratori degli utenti, scendemmo in campo, cercando in tutti modi di dimostrare che, il nostro ospedale, appena ristrutturato, a spesa della comunità, meritava attenzione, perché aveva innegabili ed importanti peculiarità. Sostenemmo la felice ubicazione che lo rende raggiungibile da tutte strade. Rimarcammo la efficienza di un pronto soccorso, appena ristrutturato, i tanti servizi e il centro trasfusionale, appena rinnovato ed efficiente. Proponemmo che l’ospedale di 1° livello poteva accorpare le due strutture di Molfetta e Terlizzi, considerando e la poca distanza che li separa e le grandi esperienze che sarebbero rimaste sul territorio.

Abbiamo continuato a sostenere che, tutte le strutture esistenti, devono essere solo riconvertite ed adeguate alle prossime richieste di salute e servizi, che verranno in prossimo futuro, dalla struttura demografica che, vedrà al primo posto gli anziani, con tutti i loro bisogni. Abbiamo continuato a sostenere che il bilancio non si sana con le chiusure e con le soppressioni, ma con la eliminazione degli sprechi, della corruzione e con il miglioramento dei servizi.

A questo punto, non possiamo perdere altro tempo, dobbiamo pretendere dal Presidente la soluzione, usando gli stessi poteri messi in atto al momento della formulazione della delibera N° 239. Proporre ora una commissione tecnica è solo una assurdità, una perdita di tempo ingiustificato, considerato che la vicenda sta ormai rasentando il ridicolo, il carnevalesco».  

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