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Nasce un nuovo gruppo politico “Cambiando Molfetta”
12 febbraio 2016

MOLFETTA – Nasce un nuovo gruppo politico “Cambiando Molfetta”, che si aggiunge agli altri più o meno definiti gruppi e movimenti. Forse i possibili venti di crisi amministrativa cominciano a sollecitare la formazione di gruppi che si preparano a trasformarsi, all’occorrenza, in liste civiche.

Comunque anche in vista della scadenza naturale della consigliatura, il 2018, chi vuole scendere in campo ha la necessità di preparare la propria visibilità. Ecco che si costituisce come associazione culturale per raccogliere consensi e prepararsi al salto in politica.

Del resto alcuni degli aderenti al “manifesto politico” proposto per l’associazione, come Saverio Digioia, sono già stati impegnati in passato in formazioni centriste, l’Udc di Pino Amato, che poi si sono schierate col Pd di Emiliano. Lo stesso Digioia, successivamente si è staccato da Pino Amato per appoggiare il coratino Aldo Patruno, candiato alle regionali per il Pd.

Anche la parte finale del “manifesto” costitutivo dell’associazione conferma come  “vincere” sia l’unico obiettivo “politico”.

Ecco il testo del “manifesto” con gli obiettivi politici dell’associazione culturale. C’è anche il logo, già bello e pronto come contrassegno elettorale, altrimenti a che serve un logo per un’associazione culturale?

«Vivere le nostre tradizioni significa amare ciò che siamo: “siamo gli abitanti della città del mare, siamo i figli delle nostre terre che profumano di ulivo, siamo il destino di questo territorio che ci rende ricchi e padroni di un futuro da scrivere a migliaia di mani a partire da adesso”.

Cambiare Molfetta vuol dire fare tesoro delle sue risorse e delle sue potenzialità, per valorizzare ciò che da secoli e per sempre ci apparterrà.

Cambiando Molfetta è l’associazione culturale che oggi nasce per proporre, sotto un unico segno e grazie alle capacità di tanti, l’evoluzione di un patrimonio fatto di sapere, bellezza, valore storico, pregio artistico, interesse per il turismo, amore per gli usi e i costumi, “sano fanatismo” per la propria città.

Cambiando Molfetta sarà un laboratorio di idee e progetti, nati a partire da esperienze e testimonianze dirette, raccolti nell’involucro culturale associativo di una nuova realtà che sorge.

Il movimento Cambiando Molfetta si ripropone di coinvolgere ogni cittadino, ente o associazione già attiva, attorno a tavoli di discussione che generino obiettivi strategici e di sviluppo per la nostra città. Ha individuato come suoi portavoce un gruppo di giovani cittadini, tra cui Mauro de Gennaro, Leonardo Gesmundo, Saverio Digioia, Maggie Castriotta, Mina de Ceglie, Luigi Binetti, Ornella Amato.

L’intento è quello di costruire un sistema di relazioni in grado di collaborare entro un unico obiettivo: vincere Cambiando Molfetta».

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Buona sera! Dunque, caro sig. di Gioia, forse con alcuni commenti abbiamo 'toccato' un nervo sensibile? A me sembra di si, e vediamo perché. Di Associazioni, Formazioni, Gruppi, PARTITI!!!! sembra che ce ne siano già abbastanza: non bastano ancora?. Tutti - a parole - amano l'Italia, la Regione di appartenenza, i Cittadini, la Città nella quale nascono (le nuove formazioni) - per partenogenesi, ovvero dall'accoppiamento più o meno carnale/intellettuale fra due entità diverse, così come accade in Natura? Non lo sappiamo e non lo sapremo mai. Tuttavia, almeno secondo le mie sensazioni e, caro amico, credo di averne viste tante di cose che ho citato prima, non mi sembra che abbiano inciso veramente sull'assetto civile della res-publica, mai cavato il fatidico "ragno dal buco": l'azione che avrebbe convinto i Cittadini che la Nazione sta cambiando e per il meglio, come da tanto aspettiamo che avvenga!!!. Una piccola domanda: ti sembra che con tanti partiti, partitini, politici, politicanti, ecc. ecc., sia cambiato qualcosa? Adesso il tuo nuovo Gruppo ha queste ambizioni: CAMBIARE!. In bocca al lupo. Ti sei adombrato perché rivendichi il tuo passato - se mi sembra di aver capito bene - politico ma non partitico, malgrado le tue funzioni nell'U.D.C.. E chi, e quando ha dubitato della tua libertà/onestà di pensiero? Abbiamo - ho rilevato solo che l'aumento del numero di ...sodalizi politici e non, non allevia il desiderio ormai INSOPPRIMIBILE - volete/vuoi capirlo - dei Cittadini di vedere NON un nuovo Gruppo, ma una inversione netta di tendenza, ANCHE CON QUELLO CHE C'E' SOTTO MANO! Non rivendico il pensiero unico, ma osservo che più siamo/siete e meno chiarezza vediamo. Ciascuno ascrive all'altro: avversario o non, la responsabilità di quel che (non)accade; e noi Cittadini? All'INFERNO!. SEMPRE PIU' CONFUSI E LONTANI DALLA POLITICA E DAI POLITICANTI. Dunque, caro amico, non ho il privilegio di conoscerti ma, se ti presenti tu ed altri, con una nuova formazione - malgrado l'altisonanza del nome: CAMBIANDO MOLFETTA!, nel quadro attuale, dovete dimostrare di farlo VERAMENTE. Tutti vogliamo CAMBIARE (si spera in meglio) ma, mi dici dove è il cambiamento?. Con i miei migliori voti di un buon successo per questa ennesima, nuova avventura, ti saluto cordialmente ed aspetto di vedere che succede. Sarò lietissimo di farti le mie scuse, se mi sono sbagliato.

Buongiorno, A semplice precisazione, rispettando la libertà di pensiero di tutti, mi sembra doveroso un chiarimento a precisazione di quanto scritto come premessa, in assoluta autonomia e libertà di pensiero, da QUINDICI-MOLFETTA. Non rinnego il mio passato trascorso come responsabile Provinciale del movimento giovanile dell'UDC, ma allo stesso modo rivendico la mia libertà di pensiero e il mio coraggio nell'abbandonare un progetto politico che mi ha visto in prima linea, già un anno e messo fa avvero a metà del 2014. Pertanto la mia prima precisazione è dettata dal fatto che il sottoscritto (e ribadisco), solo il sottoscritto, è stato esponente dell'UDC TERRA DI BARI e non di una sola persona. Rivendico inoltre la libertà di avviare una esperienza associativa (CAMBIANDO MOLFETTA) e non politica-partitica per i quali esistono contesti costituzionalmente riconosciuti. Rivendico la libertà di rappresentare in qualità di presidente anche una associazione Sportiva di pallavolo o femminile (PEGASO) di cui, sicuramente non si parla di politica ma che mi vede sempre in prima linea per amore dello Sport nella mia città con e per i miei concittadini (chi conosce quella realtà potrà solo confermare). Rivendico la mia libertà di condividere con Amici e professionisti (che MAI HANNO CONDIVISO con me l'esperienza UDC) e per tanto è ingiusto assoggettarli ad una storia che non gli appartiene. Parlate di transfughi e di trasformismo ma vi prego di rispettare le libertà di chi a questa storia non ha mai partecipato (ovvero tutti i componenti dell'associazione CAMBIANDO MOLFETTA). Ovviamente con un semplice comunicato non potremo mai far vedere l'operosità del gruppo e la bontà delle idee, ma avremo modo, col tempo di provare a raccontarvi tutti i progetti concreti che abbiamo in essere utili alla riqualificazione di intere aree di assoluto interesse collettivo. Detto questo vi ricordo che non siamo in campagna elettorale e che le associazioni non fanno altro che le associazioni. In Cambiando Molfetta solo ed esclusivamente il sottoscritto è caratterizza bile per un passato politico. Tutti gli altri NO. Altri hanno si partecipato alla campagna elettorale per ALDO PATRUNO (PD) ma come simpatizzanti e non di certo come iscritti al partito. Pertanto, rispettando le idee di tutti vi chiedo di non fare di tutta un erba un fascio. Chiudendo in un prossimo convegno racconteremo le ragioni della nascita di CAMBIANDO MOLFETTA che ha radici ben più profondi in contesti associativi di carattere nazionale e regionale. Saluti Saverio DIGIOIA

Tutti vogliono cambiare Molfetta! Cambiare come e quando se prima non cambiate voi stessi? Ho l'impressione volete "Scambiare" questa città, visto i vostri continui "scambiamenti": loghi, partiti, correnti, movimenti, gruppi etc.,etc.. Come si può chiedere la fiducia popolare con comportamenti simili? "Scambiare" e "cambiare" sono due sostanziali diversità e non vale la pena soffermarsi su questo. Quello che è molto evidente è il "vero cambiamento" in atto per una Molfetta più trasparente, onesta, pulita, civile, messo in atto e iniziato dall'attuale Sindaco della città: dott.ssa Paola NATALICCHIO. Nessuno può negare ciò, è tutto sotto gli occhi di tutti. Un compito arduo, difficile ma non impossibile dopo anni di "melassato letargo". Questa donna dal coraggio leonino, affrontando e superando "barriere infuocate" innalzate dai suoi avversari politici ai limiti dell'odio personale, già dal primo giorno del suo inizio a governare la città, continua testardamente per la sua strada, strada condivisa dalla maggioranza dei cittadini molfettesi. Non sarà facile arrivare fino in fondo, l'odio a volte riesce nel suo compito distruttivo ma, al momento di vero c'è una sola cosa, e mi rifaccio al petulante Ortolano: l'paparul però, lavabbrusciat il nostro Sindaco, e questo resterà nella storia di Molfetta. Forza Sindaco, avanti per la strada da Lei scelta, si potrà anche perdere, ma l'onore, il coraggio, l'onestà, trionferanno. Diranno di tutto qualora tutto dovesse andare male ma, non dimenticheranno mai, indelebile nei secoli: "labbrusciatura du'paparul" unica e sola.

- Al di fuori della politica l'uomo ha fatto miracoli: ha sfruttato il vento e l'energia, ha trasformato sassi pesanti in cattedrali, è riuscito a controllare e vincere quasi tutte le malattie, ha cominciato a penetrare i misteri del cosmo. “In tutte le altre scienze si sono registrate notevoli progressi” ebbe a dire una volta John Adams, secondo presidente degli Stati Uniti “ma non in quella del governo, la cui prassi è rimasta immutata.” Esistono quattro tipi di malgoverno, spesso combinati fra loro: la tirannia, l'eccessiva ambizione, la inadeguatezza e la decadenza, e, infine, la follia o la perversità. Ma follia e perversità, potrebbe obiettare qualcuno, fanno parte della natura umana, e allora per quale ragione dovremmo aspettarci qualcosa di diverso dagli uomini di governo? La follia dei governi preoccupa perché si ripercuote con effetti più negativi su un maggior numero di persone; di qui l'obbligo per i reggitori di stati di agire più degli altri seconda ragione. Tutto ciò è risaputo da tempo immemorabile, e allora perché la nostra specie non ha pensato a prendere precauzioni e a cautelarsi? Qualche tentativo è stato fatto, a cominciare da Platone, che propose di creare una categoria di cittadini destinati a diventare professionisti della politica. Secondo lui la classe dominante, in una società giusta, doveva essere costituita da cittadini che avevano imparato l'arte di governare, e la sua soluzione, affascinante ma utopistica, erano i re filosofi: “Nelle nostre città i filosofi devono diventare re, oppure chi è già re deve dedicarsi alla ricerca della sapienza come un vero filosofo, in modo da far coesistere in una sola persona potere politico e vigore intellettuale.” Fino a quando ciò non fosse accaduto, riconosceva Platone, “le città e, io credo, l'intero genere umano non potranno considerarsi al riparo dai mali.” E' così è stato.

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