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Molfetta, conferenza stampa degli imprenditori: “non siamo contro l'amministrazione Natalicchio ma le tasse di Roma rischiano di ucciderci” Le aziende sono alla disperazione e chiedono la collaborazione delle istituzioni per uscire dalla crisi. Toni concilianti e richieste di sostegno. Il Presidente D'Addato: “dal Comune devono arrivare efficienza dei servizi e taglio degli sprechi”
12 settembre 2014

MOLFETTA – Si è tenuta l’annunciata conferenza stampa sui malumori degli imprenditori di Molfetta per l’eccessiva tassazione e la situazione critica delle aziende annunciata da “Quindici” con un articolo del nostro direttore Felice de Sanctis che ha analizzato la situazione dell’economia italiana per capire le origini di una crisi che il nostro Paese sta vivendo, un articolo che ha fatto molto discutere.

Meno tasse, più servizi, un'attenzione particolare a un'imprenditoria piccola e media che anima una delle più grandi zone industriali del Sud Italia e un intervento rapido e incisivo a sostegno delle produzioni locali questo è stato chiesto nella conferenza stampa degli industriali che ha smentito le voci della vigilia, che vedevano l'Associazione risentita, arrembante e pronta addirittura a guidare una marcia di operai  contro l'amministrazione del sindaco di Molfetta Paola Natalicchio.

Invece si susseguono sentite e vibranti le richieste d'aiuto, vicinanza e sostegno da parte dell'apparato produttivo locale per bocca del Presidente dell'associazione imprenditori Pasquale D'Addato: “lo capiamo benissimo: le tasse e i tagli vengono da Roma e vengono subiti anche dall'amministrazione locale, ma non possiamo ignorare un fatto che ha scosso le nostre coscienze personali. Le tasse sono aumentate e sono diventate un fardello pesantissimo. Noi imprenditori le pagheremo, perché è giusto così, ma i sacrifici devono farli tutti, perché noi abbiamo deciso di investire sul territorio, di dare lavoro alla nostra gente e di pagare qui le tasse. Se fallisce la zona industriale, fallisce anche Molfetta” (Nella foto: Iannone, Pisani, D’Addato, Lezoche, Armenio).

D'Addato ha poi chiarito che “siamo pronti a metterci a disposizione dell'amministrazione per protestare insieme contro tagli e tasse decisi da Roma perché il nostro unico desiderio è lavorare, pagare i debiti contratti in alcuni casi, ristrutturare le aziende e rilanciarle. Siamo gente onesta con i calli alle mani, che lavora sodo. Vanno quindi ascoltate le parole del Presidente della Banca Europea Mario Draghi che ha invitato i governi nazionali a investire convintamente su piccola e media impresa. Solo se riparte l'imprenditoria i nostri giovani troveranno lavoro, occupazione, prospettive”.

Rispondendo alle domande di Quindici, il presidente ha brevemente illustrato le linee d'azione lungo le quali dovrebbe muoversi l'amministrazione per venire incontro agli imprenditori: “bisogna per prima cosa avviare un'efficace spending rewiew che ci permetta di spendere i soldi già stanziati e congelati per motivi burocratici e che porti al taglio degli sprechi. Su tutti, quello delle consulenze spesso esose e inadeguate. Possiamo benissimo mettere a disposizione dell'amministrazione i nostri esperti che conoscono già i problemi del territorio. Poi serve una particolare attenzione alla zona artigianale che è di responsabilità del Comune e speriamo in interventi solleciti e incisivi per la manutenzione del verde, marciapiedi e manutenzione delle strade (nello specifico le richieste riguardano: il verde delle aiuole, l'installazione di segnaletica orizzontale e verticale, derattizzazione e disinfestazione,  provvedimenti per arginare il fenomeno del randagismo, ndr)”.

A nome dell'Associazione degli imprenditori D’addato ha ringraziato il presidente del Consiglio comunale Nicola Piergiovanni, presente alla conferenza stampa e il sindaco Paola Natalicchio che ha aperto un tavolo di ascolto: “un gesto che noi abbiamo apprezzato molto, segno di una sensibilità che non si può che salutare positivamente. Dall'inizio dell'anno 37 imprenditori si sono tolti la vita: siamo alla disperazione”.

Solo sullo sfondo, vaghe e impalpabili le minacce di una marcia che unisca imprenditori a dipendenti, che si legge in un comunicato distribuito nel corso della mattinata alla stampa, non sono numeri ma “sono anche nostri amici e una risorsa per le aziende” ma anche “per la città, ed è questo forse che continua a sfuggire. Mettere in ginocchio un'azienda - continua il comunicato - significa mortificare decine di famiglie e mettere in ginocchio l'area industriale colpendo “centinaia, migliaia di persone”. 

© Riproduzione riservata

Autore: Onofrio Bellifemine
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