Molfetta, città di vandali e microcriminali. Atti di teppismo, senza alcuna conseguenza. Una lettrice scrive a “Quindici”
MOLFETTA - Proseguono le segnalazioni di cittadini di Molfetta stanchi delle continue vessazioni da parte di vandali che oltraggiano beni comuni e proprietà private. Trattasi, evidentemente, di un problema generalizzato di una microcriminalità che non è organizzata, che “opera” senza alcun motivo apparente, ma che nuoce non solo all’integrità dei cittadini e mina, soprattutto, alla fiducia che i cittadini medesimi nutrono nelle Istituzioni che dovrebbero garantire la tutela delle proprietà pubblica e privata. Ecco una testimonianza di una lettrice a “Quindici”.
«Gentile Redazione, risiedo in Via Gaetano Salvemini e alle 23.30 circa di venerdì 20 agosto sento provenire dal portone, un forte rumore. Al momento non mi sono allarmata più di tanto, ma l'ho fatto quando mio figlio, al suo rientro verso l’una di notte, mi segnala la distruzione delle cassette postali. Ho segnalato il fatto all'amministratore, dichiarando di non sapere se fosse una cosa mirata. Siamo giunti alla conclusione che, a prescindere dal danno economico resta il fatto che ormai non si può più vivere tranquilli, neanche nella propria casa poiché queste bande di vandali si credono non perseguibili poiché mancano i controlli».
Che Molfetta sia in preda ai vandali, è ormai accertato, che occorra più vigilanza da parte delle forze dell’ordine, è indubbio, ma anche l’amministrazione comunale ha le sue responsabilità, che non può scaricare su altri, come vorrebbe fare qualcuno.
Il problema è il clima che si respira a Molfetta, favorito soprattutto dalle liste civiche che governano la città, legate a personaggi e prive di connotati politici, caratterizzate solo da fattori clientelari elettorali.
In pratica, è passata l’idea, della quale si sono impossessati vandali e microcriminali, che in questa città tutto sia possibile (dall’occupazione abusiva di spazi pubblici ai bivacchi al lungomare, per citarne solo un paio), senza sanzioni, né conseguenze. Così l’idea dell’impunità, ha fatto diventare più arroganti questi teppisti, rendendo la città invivibile (non è un caso che i molfettesi la sera “emigrino” a Bisceglie a Giovinazzo). La sporcizia, poi, è un argomento a parte, che abbiamo trattato tante volte, ma ormai l'immondizia fa parte del paesaggio.
Molfetta è ormai solo un dormitorio, la città del cemento selvaggio, brutta e impossibile. E la propaganda non riesce a nascondere una realtà che è sotto gli occhi di tutti: il re è nudo!
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