Molfetta, altro atto di accusa all’amministrazione comunale per il commissariamento sul piano delle coste. Articolo Uno-Mdp: il fallimento del sindaco Minervini e della sua giunta
MOLFETTA – L’amministrazione degli “esperti” di destracentro continua a dimostrare tutta la sua inadeguatezza, non solo per l’ordinaria amministrazione, vedi la sporcizia della città e delle spiagge, i rifiuti abbandonati dovunque, con il vergognoso spettacolo dei sacchetti di plastica davanti ai portoni, perché nessuno usa più i mastelli col consenso dell’amministrazione comunale e dell’Asm che li raccoglie. Che dire, poi, dell’erbaccia che devasta i giardini comunali? Ma anche sul fronte del piano delle coste, l’amministrazione non è in grado di pianificare ed è così smart (intelligente?) che decide di delegare tutto ad una funzionaria della Regione, facendo commissariare il Comune. Sembra incredibile, ma è vero. E così, dopo l’accusa dell’opposizione di sinistra con Rifondazione comunista, ora tocca ad Articolo Uno-Mdp: «Il commissariamento del Comune di Molfetta per l’approvazione del piano delle coste: il sindaco Tommaso Minervini riconosce il proprio fallimento e appalta le scelte strategiche per la nostra città a un funzionario della regione, esautorando il consiglio comunale dalle sue competenze».
«Il commissariamento del Comune di Molfetta – disposto dalla Regione Puglia con Delibera n. 527 del 5 aprile 2018 – per il completamento dell’iter finalizzato all’approvazione definitiva del Piano Comunale delle Coste, rappresenta un clamoroso fallimento per la Giunta guidata da Tommaso Minervini e costituisce la conclamata dimostrazione della sua inadeguatezza politica e amministrativa. Quel che desta maggiore sconcerto, in particolare, è che – come si legge nella delibera regionale – la richiesta di commissariare il Comune di Molfetta per il completamento dell’iter di approvazione del suddetto Piano è pervenuta direttamente dal Sindaco Minervini, con una nota del 25 gennaio scorso. In sostanza è stato lo stesso primo cittadino a riconoscere platealmente l’incapacità sua e della sua amministrazione ad approvare il Piano delle Coste, chiedendo pertanto alla Regione di procedere al suo posto.
Una scelta gravissima che sottrae, tra l’altro, al Consiglio Comunale di Molfetta la possibilità di discutere e di confrontarsi sul merito delle scelte contenute in questo fondamentale strumento di pianificazione che riguarda l’assetto del territorio della nostra città, con particolare riferimento al suo rapporto con la costa e il mare. La legge regionale che disciplina l’approvazione del Piano delle Coste, infatti, prevede espressamente che il Piano venga approvato definitivamente con Delibera di Consiglio Comunale.
E invece, con il Commissariamento regionale chiesto e ottenuto dal sindaco Minervini, la massima assise cittadina viene di fatto espropriata da questa sua prerogativa e così a discutere e a decidere del futuro della nostra città e delle potenzialità (economiche, culturali, sociali, turistiche) che possono esserci per Molfetta dall’approvazione di questo Piano, sarà una funzionaria della Regione Puglia che, ovviamente, non dovrà rispondere a nessun organismo democraticamente eletto nell’esercizio del suo mandato.
Ma perché questa scelta? Evidentemente il sindaco Minervini è conscio e consapevole che la sua maggioranza in Consiglio Comunale e i componenti della sua Giunta non sono in grado (per ragioni politiche? Per incapacità amministrativa? Per inadeguatezza a confrontarsi nel merito? Per tutte queste ragioni insieme?) di affrontare e approvare un punto così importante che può comportare anche decisioni difficili e impopolari, e preferisce lavarsene completamente le mani e scaricarsi da ogni responsabilità, affidando questo compito a un Commissario esterno che, di fatto, esautorerà gli organismi democraticamente eletti dai cittadini dalle loro funzioni.
Si tratta di una scelta che tradisce completamente il mandato elettorale ricevuto dai cittadini: se una amministrazione non si occupa delle linee strategiche e di pianificazione del proprio futuro, di cosa dovrebbe occuparsi? A tutto questo si aggiunga che l’iter per l’approvazione del Piano Comunale delle Coste è già in fase avanzata. Grazie all’impegno profuso negli anni scorsi dall’amministrazione di centrosinistra, infatti, il Comune di Molfetta ha già adottato in Giunta, nel maggio del 2016, un Piano dal forte contenuto innovativo e pieno di importantissime scelte strategiche per il futuro della città, redatto, anche a valle di un processo partecipato, con il coinvolgimento di autorevoli professionisti del Politecnico di Bari, coordinati dal prof. Martinelli.
All’amministrazione Minervini spettava quindi il compito di portare avanti quel processo (eventualmente modificandolo e migliorandolo) nell’ambito delle istituzioni democratiche elette dai cittadini. E invece no. Meglio farsi commissariare e decidere… di non decidere, rendendo evidente il proprio fallimento».
Un grave atto di accusa per una giunta che non sembra in grado di gestire l’ordinaria amministrazione, ma rinuncia a programmare il futuro della città: una scelta sconcertante, una resa inspiegabile che sta facendo arrabbiare i cittadini, anche quelli che hanno votato questo pasticcio di liste civiche, che abbiamo battezzato “ciambotto”, che appare sempre più rancido.
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