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Minervini e De Nicolo primarie in bianco Candidati sindaci cercansi
15 gennaio 2013

Esiste ancora una politica sana e credibile, capace di intercettare la voglia di cambiamento e di partecipazione dei cittadini che ancora una volta sono stati chiamati a scegliere direttamente i loro rappresentanti nelle istituzioni. Questo il commento del Partito Democratico di Molfetta dopo le primarie dello scorso 30 dicembre tra SEL e lo stesso PD per l’individuazione dei candidati al Parlamento da presentare alle prossime politiche. Per le parlamentari del centrosinistra, seguite solo Quindici in tempo reale, a Molfetta sono stati 754 i votati (tra coloro che hanno già votato alle primarie del 27 novembre e del 2 dicembre per eleggere il candidato premier), di cui 326 voti per SEL e 428 per il PD. Secondo il PD, il dato della partecipazione alle primarie è significativo se si considera che «le consultazioni si sono svolte in un periodo festivo e la flessione che si è registrata rispetto alle primarie per la scelta del candidato premier dello scorso mese di novembre è certamente in linea con il trend nazionale». I due partiti si sono, però, contesi l’alloro del vincitore: se da un lato il PD si è affermato con il 56,9% degli elettori complessivi rispetto a SEL, dall’altro Tommaso Minervini (SEL) ha ottenuto 315 voti rispetto a Piero de Nicolo (PD) con 257 voti. Un sorpasso quasi inaspettato a Molfetta, ottenuto da Minervini senza una campagna elettorale serrata (diversi i comunicati stampa del PD) e forme alternative di “chiamata” al voto (ad esempio, gli sms). Di contro, nel collegio provinciale de Nicolo ha ottenuto 1.026 voti, «pur avendo dovuto confrontarsi con candidati che ricoprono o hanno ricoperto importanti incarichi istituzionali, a vari livelli, e che godono anche nella nostra città di estimatori e sostenitori per il lavoro svolto in Consiglio Regionale o in Parlamento». Minervini, invece, ha ottenuto 565 voti nella Regione Puglia, di cui 456 in Provincia di Bari, ponendosi subito dietro le più importanti personalità politiche di SEL in Puglia. «I numeri evidenziano chiaramente come il Partito Democratico si confermi, anche in questa circostanza, la principale forza politica del centrosinistra in città con i suoi 429 votanti, a fronte delle 326 persone che hanno scelto di partecipare alle primarie di Sel - la posizione del PD -. Anche in occasione di queste consultazioni primarie, il PD di Molfetta ha dimostrato di essere un partito aperto e sinceramente plurale, capace di rappresentare diverse sensibilità, oltre che radicalmente innovativo, come dimostrano le molte preferenze andata alla giovanissima Liliana Ventricelli». È opportuno evidenziare anche gli ottimi risultati ottenuti a Molfetta da parte di altri esponenti non locali, in particolare Liliana Ventricelli, giovane candidata piddina, con 110 voti (prima nella Provincia di Bari con 3.612 voti), Annalisa Pannarale, segretario regionale di SEL, con 143 voti (3.615 voti in Puglia) e Francesca Abbrescia, segreteria regionale CGIL, candidata per SEL, con 119 voti (3.206 voti in Puglia). Senza dubbio, i risultati più importanti riguardano i giovani vincitori, tra cui tantissime donne, molte tra i 30 e i 40 anni (quasi una quarantina le candidate prime nelle preferenze nelle rispettive province, più di un terzo del totale). È evidente come i cittadini premano per un radicale rinnovamento della classe dirigente, una prospettiva che dovrebbe maggiormente affermarsi anche a Molfetta a prescindere dai vari schieramenti politici. Tra l’altro, queste primarie, unico strumento vero per ammazzare il «Porcellum», stanno favorendo la costituzione nell’ambito del centrosinistra locale di un qualche conglomerato partitico (PD e SEL), che sembra poter essere la base per una coalizione preelettorale in vista delle prossime elezioni. Di sicuro, le primarie hanno rappresentato un tappo anche per la guerricciola fra segreterie: anche per questo motivo, sarebbe opportuno scegliere il candidato sindaco dell’alternativa azzolliniana attraverso il metodo delle primarie, progetto che per ora sembra essere rimasto solo cartaceo. Ecco perché puntare su giovani professionisti e competenti a Molfetta (e non su vecchie cariatidi e/o su “ominidi” di riciclo) potrebbe essere davvero la carta vincente non tanto (e non solo) per vincere le elezioni, quanto per segnare il modo deciso il passo rispetto a una politica marchiata dai personalismi e dagli interessi finanziari, la stessa che ha ridotto Molfetta a un cumulo di macerie.

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