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Migliorare la linea ferroviaria Adriatica, ma quanti disservizi
28 dicembre 2010

BARI/MOLFETTA - Imbarazzanti disomogeneità dei servizi di Trenitalia, qualcosa si muove in Regione per un possibile futuristico miglioramento della rete ferroviaria sulla dorsale Adriatica (linea Lecce-Bologna-Milano). Se al Nord si viaggia a 300km/h, in Puglia al massimo a 140km/h teorici: media commerciale di 60-70km/h sulle tratte da e per la Puglia verso Roma, Milano e Torino, con punte massime di 180km/h nei tratti Bologna-Rimini e Foggia-Barletta. Penalizzante nei collegamenti di lunga percorrenza.

Le proposte di Borelli
Poco meno di un milione di euro a chilometro per aumentare la velocità dei treni, portandola dagli attuali 120km/h ai 180Km/h di media, la proposta dell'ex direttore generale di Rfi, Pasquale Borelli (oggi consulente di importanti società ferroviarie straniere). Dunque, 400/500milioni per raggiungere anche i 200/220km/h. 
«La Puglia ha bisogno di due cose», spiegava Pasquale Borelli in un’intervista rilasciata alla Gazzetta del Mezzogiorno nel 2009: un «collegamento veloce con la Tav a Caserta» (oggi quasi 4 ore da Bari a Caserta, più di 5 ore da Lecce) con alcuni «interventi migliorativi», come «segnali adeguati per quella velocità, correzioni di alcune curve, eliminazione di rallentamenti dovuti a problemi attualmente esistenti sulla sede ferroviaria», lavori da ultimare in 4 anni.
Abbattimento dei tempi di percorrenza del 20-30%, il risultato: possibile toccare i 200/220km/h, velocizzando la linea (2 ore da Bari a Caserta, 4 verso Bologna). Inoltre, «migliorando alcuni punti sulla linea Adriatica, si potrebbe raggiungere la velocità media di 180km/h orari, contro gli attuali punti di 120 km», la seconda proposta di Borelli, riuscendo a ridurre a 6 ore il tratto Lecce-Milano (oggi 10 ore) con l’aggancio all’alta velocità di Bologna.
 
Minervini, priorità per il Sud
In corso lo studio di fattibilità per le proposte del Borelli, ha annunciato l’assessore alle Infrastrutture Strategiche della Regione Puglia, Guglielmo Minervini, «stiamo individuando la tipologia di interventi necessari per la velocizzazione della linea». Non proprio alta velocità, ma «interventi infrastrutturali alla rete ferroviaria consistenti in adeguamenti tecnologici, rinnovo armamento e rettifiche di tracciato - ha spiegato Minervini - che permetterebbero ai treni di viaggiare anche oltre i 200km/h». Importo stimato superiore al miliardo di euro, anche se «l’intera opera permetterebbe un risparmio complessivo dei tempi di percorrenza sulla Lecce-Bologna di quasi un’ora». Una delle priorità del Piano per il Sud da sottoporre al ministro per i Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto.
Completata l’istruttoria di fattibilità, «ho intenzione di avviare un’iniziativa politica per condividere e sostenere questo piano di interventi infrastrutturali con tutte le regioni rivierasche – ha aggiunto Minervini - e ottenere un assenso da parte del Ministero delle Infrastrutture».
 
Trenitalia, la speculazione sulla pelle dei pugliesi
«Le Frecce corrono veloci» per «un’Italia più unita», «massima qualità e sicurezza», «una vera rivoluzione del modo di vivere e di viaggiare degli italiani», comunicato pubblicato il 13 dicembre 2009 sul suo sito ufficiale delle Ferrovie dello Stato, in occasione dell’avvio delle tratte veloci Bologna-Firenze e Milano-Novara. Prospettive di modernità e coesione nazionale, ma solo nell’alta-altra Italia, dove «da Milano a Roma si arriva in 2 ore e 59 minuti, da Roma a Verona in 3 ore e da Roma a Venezia in 3 ore e 30». Intanto, i passeggeri del Sud viaggiano ancora su treni lumaca, sporchi e sovraccarichi.
Opere importanti e necessarie, solo al Nord: «145 i chilometri di gallerie, 73 dei quali lungo i 78 chilometri della Bologna-Firenze», si leggeva nel comunicato del 13 dicembre 2009. «In 10 mesi l’Alta Velocità, premiata a Londra con il Global Award, ha trasportato oltre 10milioni di passeggeri. Un successo totalmente italiano. Una promessa mantenuta, nel rispetto dei tempi, come i nuovi treni lanciati a 360 chilometri orari»: un orgoglio per l’Italia, ma mentre leggete articolo, alcuni passeggeri diretti a Milano, Torino o Roma e partiti da Lecce o da Bari stanno affrontando un viaggio massacrante («della speranza», direbbero alcuni) di 6/8 o 10/12 ore, contando i ritardi per maltempo, tratti difficili, manutenzioni per guasti, incomprensioni logistiche, montaggio errato o lento del convoglio, ecc.
Passeggeri che viaggiano su Frecce varie con prenotazioni «fittizie»: perché Trenitalia ha cura di vendere in rete biglietti per 8/9 carrozze in partenza dal Sud (Puglia), per poi ridurle a 6/7, creando disagi all’utenza. Arrivato il treno, mancano le ultime carrozze: una volta saliti, bisogna attendere il capotreno per un riacquisto virtuale del posto già acquistato. Nell’attesa, si occupa un altro posto, magari già prenotato, con il rischio di incombere in spiacevoli discussioni. Questa la dura legge del marketing. E della speculazione sulla pelle degli «italiani» del Sud Italia, soprattutto pugliesi.
 
L’indagine di Quindici
Aumenta il costo del biglietto (da 39,60 a 45 euro l’abbonamento mensile Molfetta-Bari), aumentano i ritardi - e non certo quelli causati da incidenti o precarie condizioni atmosferiche, anche se in Stati come Germania e Inghilterra questo problema sussiste solo in casi davvero gravi, come neve o ghiaccio sui binari. Utenza snervata e innervosita da continui ritardi ingiustificati, dalla ressa inumana per le poche carrozze, dall’aumento dei costi di biglietti e abbonamenti, senza alcun miglioramento del servizio.
Quindici lancia un acces point virtuale, in cui ogni lettore potrà denunciare disservizi e ritardi, fare proposte anche logistiche, commenti e soprattutto domande che presenteremo all’assessore Guglielmo Minervini e alla direzione regionale Trenitalia, cercando non solo risposte, ma anche soluzioni. Sarà possibile contattare il direttore Felice de Sanctis (direttore@quindici-molfetta.it) e il redattore Marcello la Forgia (marcello.laforgia@quindici-molfetta.it).
 
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Autore: Marcello la Forgia
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