MOLFETTA - Messo in minoranza nel Consiglio di Amministrazione e lasciato solo, queste le motivazioni di Giovanni Mezzina per le sue dimissioni irrevocabili da presidente Asm, spiegate a Quindici questa mattina (era stato nominato presidente nell’agosto 2010). Un passo indietro per il bene dell’azienda, perché si era sfaldata l’unità d’intenti e di programmazione con alcuni componenti del CdA, soprattutto negli ultimi mesi. «L’Asm è l’azienda municipalizzata più importante di Molfetta - ha chiarito Mezzina - e il suo Cda deve essere composto da tecnici competenti che siano possibilmente al di fuori di uno schieramento politico».
Mezzina non solo si mette in discussione, ma contesta anche l’assenza di alcuni componenti del CdA e la presenza assidua e ingombrante di altri, ma reticenti nelle questioni più strategiche per l’azienda e, dunque, per la comunità di Molfetta. «È necessario prestare la massima attenzione alle reali problematiche tecnico-amministrative dell’azienda - ha aggiunto Mezzina, in riferimento al dirigente aziendale - piuttosto che impegnarsi in questioni politiche per mediare tra le parti e conservare la propria posizione».
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la riconferma di un membro del CdA come componente di Confservizi Puglia, incarico già contestato da Mezzina in passato. La discussione era stata rimandata all’ultima riunione del 2011, ma il 28 dicembre il CdA ha contestato il mancato inserimento del punto all’ordine del giorno. Mezzina, dopo aver consultato i consiglieri per cercare democraticamente un’alternativa tra i membri (come per altro concordato in precedenza), di fronte all’assenza di altre candidature, ha avanzato la sua con l’intenzione di confrontarsi con gli altri componenti di Confservizi e meglio conoscere la realtà e le programmazioni delle altre aziende municipalizzate pugliesi. Ma, riscontrando lo schieramento a favore del consigliere contestato, che a supporto della sua posizione dichiarava la volontà del partito, Mezzina, messo in minoranza e abbandonato a se stesso, ha protocollato le dimissioni dall’incarico di presidente dell’Asm.
Non sono mancate le scuse alla città da parte di Mezzina per gli eventuali disservizi che potrebbero essere stati determinati dalle dimissioni improvvise, consapevole che «tutti siamo utili e nessuno è indispensabile» e auspicando che il prossimo presidente (magari un tecnico) sia in grado di mediare tra le parti del CdA.
Emergono, dunque, le problematiche amministrative, ma soprattutto politiche e logistiche, all’interno dell’Asm, che Quindici aveva da tempo evidenziato. Problematiche che investono un CdA politicizzato, impegnato a discutere anche questioni che poco hanno a che fare con il servizio d’igiene urbana e che, di conseguenza, potrebbero depotenziare l’azienda.
Dimissioni che hanno una radice anche politica? Mezzina, primo eletto nel 2006 con la lista civica “Molfetta prima di tutto”, lascia la compagine azzolliniana? Cosa deciderà il sindaco Antonio Azzollini? Chi è il componente che Mezzina non avrebbe voluto riconfermare a Confservizi? Perché il dirigente Binetti s’impegna in questioni politiche per mediare tra le parti e conservare la sua posizione? Perché si continua a politicizzare l’Asm, trasformandola in una’appendice dell’amministrazione comunale? Necessario commissariare l’azienda o riformare il CdA con personalità competenti e professionalmente qualificate, senza nessun legame con la politica?
Mezzina ha preferito non entrare in alcune questioni che saranno discusse in una prossima conferenza stampa.
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