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Marcello Introna con “Castigo di Dio” al Ghigno di Molfetta
Marcello Introna
28 febbraio 2018

MOLFETTA - Nell’oasi felice della Puglia si è soliti tacere sulle realtà radicate nel territorio che ne incrinerebbero l’immagine idealistica: è stata questa consuetudine a rendere difficili le ricerche di Marcello Introna finalizzate alla stesura del romanzo “Castigo di Dio”.

Un excursus che, attraverso il primo esperimento di casa popolare, un edificio che prende il nome di “La Socia”, riporta i lettori nella Bari del 1943. Lo stesso effetto sortisce la presentazione del romanzo, tenutasi venerdì 23 febbraio presso la Liberia il Ghigno di Molfetta, che ha visto coinvolti l’autore, la prof.ssa Isa de Marco, Alessandra Minervini, Zaccaria Gallo e Mariella Medea Sivo. 

Subito viene sottolineata la maestosità dello stile di Introna, che non perde l’eleganza che contraddistingue il suo modo di scrivere neppur parlando di un luogo in cui convivono il degrado, i vizi, la prostituzione e la legge del più forte. 

“Il trucco sta nell’esprimersi in maniera semplice, ma non elementare: è ciò che mi viene spontaneo, in quanto io non faccio scalette, scrivo e basta.”

Scrivere di un aspetto così nascosto del 1943, anno in cui le stragi del periodo fascista avevano portato al bombardamento del porto barese, non è stato però semplice per l’autore, che per profilare un luogo fisico si è servito delle voci di personaggi verosimili, le cui storie non sono state lasciate al caso. Ogni storia, che si illumina step by step sotto lo sguardo onnisciente del narratore, si inserisce nel panorama umano, dove l’esistenza della cattiveria e della sopraffazione è innegabile. Si cita l’esempio di Amaro, un personaggio angusto e solitario, che è responsabile dell’ “olocausto” che colpisce “La Socia”, ma anche vittima del castigo di Dio. Lo stesso castigo che gli garantisce protezione politica da parte di un prefetto indecoroso, ma che lo condanna ad un’apatia piuttosto allarmante che lo tiene fuori dal mondo e, ancor peggio, tiene il mondo alla larga da lui. 

Troppe verità sono tenute alla larga dall’opinione pubblica perché la storia viene scritta da chi vince, non da chi perde. Ma dar voce anche alla prospettiva di chi viene sconfitto è un’abilita non da tutti, di cui un giovane barese quale è Marcello Introna si rivela capace nel suo romanzo, andando oltre gli stereotipi per mostrare la realtà.

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