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Le Associazioni Eredi della Storia, Ass.ni Combattentistiche e d’Arma ricordano la Grande Guerra
01 novembre 2018

E' certamente un dovere per ogni italiano nella ricorrenza del centenario della fine per l’Italia della Grande Guerra (4 Novembre 1918), fermarsi un momento e confermare nella propria coscienza la lezione di vita contenuta in quella Storia.

La Grande Guerra vide contrapporsi due blocchi di potenze, meglio di poteri: gli Imperi centrali (Germania, Austria-Ungheria, Impero ottomano) e gli Alleati (Francia, Gran Bretagna, Russia). Furono  man mano coinvolti anche, la Serbia, la Bulgaria, l’Italia, il Belgio, il Giappone, l’America Latina, la Cina, il Medio Oriente, il Portogallo. Determinante per la fine delle ostilità fu l’ingresso in guerra degli Stati Uniti d’America a fianco degli Alleati.

In quattro anni e quattro mesi, da Luglio 1914 a Novembre 1918, circa 70 milioni di uomini furono mobilitati in tutto il mondo per fare guerra. E in questo arco di tempo circa 9 milioni di uomini morirono sui campi di battaglia e negli ospedali militari o risultarono dispersi. Ci furono, inoltre, non solo per i diretti effetti delle operazioni di guerra ma anche per le conseguenti carestie ed epidemie, più di 7 milioni di vittime civili: un eccidio.

Ha scritto Ágnes Heller, analizzando il comportamento dell’uomo nel mondo moderno: «La Grande Guerra  ha costituito uno dei maggiori traumi del XX secolo, se non il “peccato originale” di quel secolo. Senza la prima guerra, non ci sarebbe stato Hitler, né Stalin, né Auschwitz, né la bomba atomica, nulla di tutto ciò. Tutto deriva dalla conclusione della prima guerra mondiale»[1].

Se riaprissi il mio testo di storia del Liceo o quello adottato nelle scuole superiori dai miei figli o quello delle mie nipoti per la scuola media, alle pagine riguardanti la Grande Guerra mi troverei sempre nel groviglio di nazioni, paesi, mari, monti, città, uomini, battaglie, trattati, intese, alleanze e date senza capirci niente; come niente ho capito nella prima lettura. Perché la Storia non è il susseguirsi degli avvenimenti nel tempo e nello spazio. La Storia è, piuttosto, un racconto, una narrazione che prende spunto dagli avvenimenti per esaltare, come in un mito, le idee, i sentimenti, le ragioni che hanno animato quei vissuti. Sono quelle idee, quei sentimenti, quelle ragioni che insegnano a vivere. E una Storia così concepita non può raccontarla chiunque, ma solo una mente libera. Ciò che è importante nella storia è ciò che è ricordato nella narrazione, e come lo si ricorda, non il contenuto in sé, il succedersi cioè degli avvenimenti.

Scrive ancora la Heller: «All’inizio la guerra fu entusiasticamente abbracciata, in quanto concepita come liberazione dalla noia della società borghese, la noia della società del progresso: si voleva avere un’esperienza, una grande avventura , un’avventura che si rivelò essere drammatica»[2].

L’insegnamento, il messaggio che arriva a noi dalla Grande Guerra sarà, dunque, questa aspirazione alla libertà, alla libertà di vivere senza annoiarsi negli stili di vita dettati dai poteri?

E sarà mai la guerra il mezzo più efficace per vivere la libertà?

Dei 7 milioni di uomini che fecero quella guerra senza più tornare a casa – e tra questi oltre 500 nostri concittadini – solo in pochi volevano un’avventura: gli “intellettuali”; i più (ovvero la “gente”) vivevano, purtroppo, all’ombra del progresso. Si trovarono poi gli uni e gli altri “coscritti” al fronte.

È il dramma più profondo della Grande Guerra come di ogni guerra!

Mi ritrovo, non certo casualmente, una cartolina che mio padre, soldato  ventitreenne d’istanza[3] a Fiume, il 23 Gennaio 1919 inviò al suo “compare”; sul retro leggo: Compare carissimo, qui raffigura una delle tante dimostrazioni che molto facilmente si organizzano in questa città, per la sua annessione alla grande Italia. Tutta la popolazione spera e conferma che il grido dei figli della sorella latina troverà eco in tutto il mondo e concedino[4] a loro quanto i loro cuori bramano”.

Nelle aspettative dell’avventura bellica, dunque, non solo aspirazione alla libertà ma anche brama di unità nazionale.

Aspettative deluse?

 Il ricordo della fine della Grande Guerra nelle diverse iniziative che le locali associazioni combattentistiche e d’arma attivano nel Centenario, tra le quali segnalo la posa della lapide commemorativa del centenario, che ricorda appunto nella Libertà e nella Unità le aspirazioni “avventurose” vissute al fronte, valga a farci consapevoli che non è con la forza delle armi, con l’esercizio della pre-potenza che si possono intuire, vivere e condividere le più esaltanti avventure nella vita individuale e collettiva ma con il discorso, il confronto, il ragionare: la razionalità è forma di vita sociale.

 Resterebbe così da una parte doverosamente onorato il sacrificio di tutti gli uomini “coscritti” al fronte e dall’altra semplicemente vissuto l’insegnamento della Storia.

In occasione del centenario della fine per l’Italia della Grande Guerra, l’Associazione Eredi della Storia unitamente alle Associazioni Combattentistiche e d’Arma ed il Comune di Molfetta  organizzano una serie di eventi per non dimenticare il sacrificio dei nostri concittadini che si sono immolati per la Patria.

In primis, venerdì 2 novembre alle ore 10, presso il cimitero sarà celebrata da S. E. Rev.ma Mons. Domenico Cornacchia la consueta Messa in suffragio di tutti i defunti. Sarà deposta una corona d’alloro presso la tomba del Milite Ignoto (all’interno della cappella cimiteriale) scortata da due Guardie d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon;

Sabato 3 novembre, alle ore 19, presso la Sala dei Templari in piazza Municipio, sarà inaugurata una mostra sulla Grande Guerra che resterà aperta al pubblico, fino al 18 novembre, nei seguenti orari: 10 – 12, 18 – 21;

Domenica 4 novembre, festa delle Forze Armate e dell’unità nazionale, alle ore 10, partendo da piazza Vittorio Emanuele si snoderà il consueto corteo che raggiungerà il monumento ai Caduti per la deposizione di una corona d’alloro. Prima di raggiungere il corteo istituzionale, le associazioni si incontreranno in piazza Mazzini per il saluto ai soci anziani che non possono partecipare al corteo e l’alzabandiera;

L’8 novembre alle ore 10 nella sala consiliare del Comune di Molfetta (Piazza Municipio), si terrà un convegno dal titolo: “1918 – 2018: 100 anni dalla Grande Guerra”. Promotrice della mostra e del convegno è l’Associazione Condivisione Italia che col patrocinio della Regione Puglia e del Comune di Molfetta e con la collaborazione dall’Associazione Eredi della Storia e dalle Associazioni Combattentistiche e d’Arma di Molfetta ha reso possibile la fruibilità di numerosi documenti, foto e cimeli che ricordano il sacrificio di coloro che vissero quel periodo storico cruciale non solo per la nostra città, ma per l’Europa tutta.

 La cittadinanza è invitata.

Luigi Campo

Le immagini sono dell'archivio Eredi della storia, A.N.M.I.G., A.N.C.R.

 

[1] Á. Heller, Per una antropologia della modernità, Rosenberg & Sellier, 2009

 

[2]Heller, cit.

[3] Nel gergo militare si scrive così.

[4] Sulla lettera è scritto così, non si tratta dunque di un errore di scrittura; pertanto, essendo una citazione non si deve modificare.

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