Lavori infiniti a Corso Umberto a Molfetta, ma senza regole e senza criterio: marciapiedi di serie A e si serie B. Una lettrice scrive a “Quindici”
Via Maranta
MOLFETTA – Spesso “Quindici” ha messo in evidenza il fatto che i lavori stradali, ma anche altre opere pubbliche a Molfetta, non sempre vengano eseguite a regola d’arte o vengano fatte a metà.
Anche ai cittadini questi particolari non sfuggono e scrivono o telefonano a “Quindici” come la lettrice che ci segnala un’anomalia nel rifacimento della pavimentazione e dei marciapiedi di Corso Umberto e di altre vie laterali, lasciate incompiute (sono finiti i soldi?).
A parte il tempo infinito, mesi e mesi, per completare la principale arteria cittadina, quasi come una tele di Penelope, la signora si chiede con quale criterio alcuni marciapiedi vengano esclusi dal rifacimento: dimenticanza o scelta inspiegabile? Marciapiedi di serie A e marciapiedi di serie B, come se i cittadini fossero di serie A e di serie B.
«Sono stati rifatti via Palummo, via XX Settembre (che è stata anche ripavimentata completamente), perfino via Ugo Bassi (sta nel cuore del sindaco, chiede la signora?) che è fuori dell’area di Corso Umberto. Ma che colpa ha via Maranta dove si è verificato lo strano fenomeno del rifacimento del marciapiede del Liceo Classico, mentre quello di fronte, dove c’è anche la Cassa marittima è stato lasciato nello stato attuale.
Eppure noi abitanti della zona abbiamo dovuto subire disagi notevoli: polvere, rumori, perfino la tubazione idrica che è stata tranciata, per ottenere un marciapiede rabberciato (“a cioccolatoni” come lo definisce la lettrice). Inoltre la zona è stata transennata per giorni, si poteva approfittare per sostituire la pavimentazione instabile e pericolosa.
Eppure il marciapiede è tuttora inagibile, bambini e anziani rischiano di cadere. Stesso discorso per via Tattoli, anch’essa trascurata e di serie B, eppure una volta c’erano gli uffici comunali. Forse dimenticata perché non ci sono negozi? Ma non si possono accontentare solo i commercianti!».
In attesa di ricevere qualche spiegazione razionale per scelte irrazionali dell’assessore ai Lavori Pubblici, registriamo la protesta di questa lettrice di “Quindici” che protesta nella speranza (forse vana, conoscendo i nostri amministratori) che venga rimediato a questa inspiegabile omissione, prima che il cantiere venga rimosso definitivamente.
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