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La verità illumina la giustizia. Ricordo delle vittime di mafia a Molfetta con Libera
27 marzo 2015

MOLFETTA – “La verità illumina la giustizia”. È il motto scelto in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Uno slogan che ha fatto da cornice alla “XX Giornata della Memoria e dell’Impegno” promossa da Libera il 21 marzo e sostenuta dagli studenti dell’IISS “Mons. Antonio Bello” e dall’ITCGT “G. Salvemini” di Molfetta che hanno marciato per la città di Bologna insieme al vicesindaco Bepi Maralfa e al consigliere comunale Onofrio Pappagallo, delegato per i rapporti con i partiti e i movimenti. Un’esperienza di tale spessore etico, sociale e civile non poteva rimanere confinata in Emilia Romagna senza che la sua eco e la sua forza potessero dirompere in città. Per tale ragione il Presidio Libera di Molfetta ha organizzato sul sagrato della chiesa di San Bernardino un’incontro per commemorare le vittime della criminalità organizzata, innocenti uniti dal filo rosso di una pretesa stringente e legittima di giustizia. Una verità ancora oggi in gran parte negata ai cari di chi ha perso la vita durante le stragi.

Sono stati letti oltre 60 nomi, con relative storie, di gente innocente uccisa in Puglia. In particolar modo, il Presidio ha voluto menzionare amministratori e servitori dello Stato che, come il nostro sindaco Gianni Carnicella, nell’espletare il loro impegno, hanno dato tutto, anche la propria vita. Vittime del dovere, spina nel fianco di un sistema corrotto e sbagliato, uomini e donne che non hanno ceduto alla rassegnazione e che hanno trovato la forza di reagire sorretti dalla passione e dall’idea di un cambiamento possibile e reale. Nomi letti, non soltanto per una funzione rieducativa o per celebrarne il ricordo ma perché citarli tutti rappresenta un modo per esprimere il proprio impegno.

In una società in cui il diritto conta meno della forza, la speranza di un futuro migliore è riposta nei giovani - come ha ricordato l’assessore al bilancio Angela Amato – presente alla manifestazione. L’educazione alla legalità, il coraggio di raccontare una verità seppur scomoda e di non farsi intimorire sono alla base dell’idea che da sola la repressione non basta. Occorre accompagnarla con la conoscenza e la consapevolezza che solo i diritti e il loro rispetto sono alla base del progresso e che, al contrario, una società non sorretta da comuni intenti orientati alla legittimità e trasparenza è destinata a crollare. Bisogna partire da presupposto che contro le mafie e la corruzione il nemico comune da combattere è l’ignoranza che può essere sconfitta attraverso una buona scuola, bussola utile ad orientare i ragazzi verso lo sviluppo di una coscienza etica. Non a caso alla manifestazione erano preseti tantissimi giovani appartenenti all’Azione Cattolica, agli Scout, al MASCI e al Club Unesco cittadino, sintomo di una maggiore sensibilità e vicinanza ai temi della mafia e di un concreto impegno al suo arginamento. In tale occasione gli studenti che hanno testimoniato la loro esperienza alla Giornata nazionale del 21 marzo, hanno riconsegnato agli amministratori presenti il gonfalone portato in marcia a Bologna. Un gesto, una manifestazione, uno scambio di pensieri destinato a diventare memoria condivisa, impegno costante e grido di guerra contro l’indifferenza di coloro i quali pensano che la mafia sia un problema di altri, perché, magari, non sono mai stati colpiti nei propri interessi o nella propria persona.

© Riproduzione riservata

Autore: Angelica Vecchio
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