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La metamorfosi involutiva dell'ex assessore Roselli: a Molfetta sporcizia e topi a rischio incolumità
05 agosto 2014

MOLFETTA - Nella giunta Azzollini si era distinto per non aggredire gli avversari e per cercare di fare qualcosa di utile per Molfetta, dialogando in uno spirito di confronto democratico, rispettoso anche della stampa. Anche “Quindici”, pur critico nei confronti di quella gestione politica, che ha lasciato la città nel disastro più completo, aveva avuto l’impressione di un amministratore equilibrato, senza gli eccessi di altri.

Poi all’improvviso la fedeltà al capo ha preso il sopravvento e lui ha avuto una paurosa metamorfosi involutiva uniformandosi alla plebe del centrodestra che, pur di obbedire al capo, rinnega anche se stessa. Peccato! Ma quello che poteva sembrare uno scivolone del momento, in realtà si sta rivelando il comportamento di chi mente, sapendo di mentire. Potrebbe trovare altri argomenti per criticare l’amministrazione di centrosinistra, ma segue la scia di coloro, politici e anche qualche sprovveduto giovane cronista, che non avendo obiettivi e proposte concrete, puntano al facile populismo delle strade sporche, naturalmente esagerando la dose. Ricordate il simpatico film “Vedo nudo” con Nino Manfredi? Ebbene Roselli recita il film “Vedo sporco” del Nuovo centrodestra. Insomma, da consigliere moderato a pasdaran azzolliniano.

Nell’overdose di bugie, il dott. Lugi Roselli (foto), sta superando anche alcuni suoi compagni di partito, che di cultura non ne hanno molta e di idee ancora meno, per cui si gettano su quello che fa presa immediata sulla gente, descrivendo una città apocalittica, con rifiuti per strada, spiagge piene di alghe putrefatte, odori nauseabondi, panorami da scenario dantesco con scarafaggi e topi che passeggiano sui marciapiedi mentre donne terrorizzate scappano alla vista dei ratti. Insomma, a sentire Roselli e a leggere qualche ridicolo comunicato diffuso solo sulle testate amiche o asservite, a Molfetta sarebbe necessario l’intervento della protezione civile, dell’esercito e dell’organizzazione mondiale della sanità, altrimenti c’è il rischio di epidemie.

Roselli e Carmela Minuto, ma quest’ultima non fa testo per la sua confusa e sclerotica storia politica (vedi "Quindici" memoria storica della politica cittadina), lanciano l’allarme e, sapendo di mentire, ignorano quello che è stata questa città per 10 anni, dove proprio dall’alto veniva l’esempio negativo, quando si tollerava tutto: dalla sporcizia all’invasione delle strade con bancarelle di fruttivendoli che lasciavano luridi i marciapiedi al termine della giornata. Questi solerti consiglieri dimenticano, ciò che il cronista ricorda perfettamente, e cioè che l’Asm dell'era Azzollini era diventata ingestibile, al punto da dover cambiare presidenti, uno dopo l’altro (sostituiti per la loro incapacità?). Ma allora nessuno poteva parlare, perché il padrone li avrebbe penalizzati e cancellati dall’amministrazione, facendo perdere loro tutti i vantaggi politici annessi e connessi della gestione del potere (anche se dovevano accontentarsi delle briciole, ma era pur sempre qualcosa). Così un giorno sì e l’altro pure, si grida all’allarme sporcizia, all’aumento delle tasse della spazzatura, non colpa dei cittadini perfettamente educati e rispettosi della città: loro non sono sporcaccioni, a differenza degli attuali amministratori, che non si curano della pulizia delle strade.
Ma come vi permettete di dire che i cittadini sono incivili? sembra dire l'ex assessore. Solo perché lasciano i sacchetti dove capita, abbandonano le bottiglie di birra per strada o le buttano in mare; che depositano materassi e mobili anche in centro, ignorano i cestini dei rifiuti a due passi, per gettare per terra anche il fazzoletto con cui si soffiano il naso? Tolleranza ci vuole! Questa sì che è democrazia del lasciar fare! Ma di cosa parliamo, se per 10 anni nessuno li ha sanzionati, anzi magari li hanno anche premiati, riducendo alla nullità l’intero corpo di polizia municipale? Forse a Roselli e compagni, difetta un po’ la memoria, al punto da citare perfino l’impianto di compostaggio, uno degli scandali dell’amministrazione precedente, che è arrivata al punto da non costituirsi parte civile, regalando soldi pubblici a chi quell’impianto lo ha fatto fallire. Ma di cosa parliamo? Di chiacchiere da somministrare agli allocchi. Per fortuna c’è lì la collezione di “Quindici” a dimostrare il contrario. Notizie scomode, certo, che non piacciono al dott. Roselli.
Come quella famosa lettera della moglie del Maestro Riccardo Muti inviata a “Quindici” nel settembre del 2007, quando era sindaco il suo (di Roselli) Antonio Azzollini, lettera con la quale la signora denunciava la sporcizia in una città che era stata un modello di decoro in passato. Il suo sindaco, allora, reagì, come sempre, in maniera scomposta, ma lasciò la città sporca, una pattumiera diffusa che Azzollini negava ossessivamente, malgrado le foto (non riprese poco prima dello svuotamento dei cassonetti, come avviene ora da parte di qualche cronista in cerca di gloria e di un soldino di mancia) che lo smentivano. E lei Roselli, assessore senza delega dell’ultima giunta, che faceva per questo problema?

E tornando al decennale azzolliniano, che dire dei giardini abbandonati a se stessi oppure rifatti ogni volta, con uno spreco di soldi pubblici, per vederli distrutti il giorno dopo? E’ stata questa politica del lassismo del centrodestra, che oggi continua a dare i suoi frutti amari e continuerà a farlo fino a quando non sarà estirpata la malapianta del permissivismo, dell’assenza di regole e della tolleranza all’illegalità di quegli anni, che purtroppo hanno messo radici profonde. E della gramigna, si sa, non è facile liberarsi. E oggi si arriva anche a strumentalizzare perfino i commercianti (quali e quanti? quelli amici?) per la sporcizia delle strade.
Ma Roselli ricorda in che condizioni il Comune ha lasciato l’Asm, con mezzi fatiscenti che non sono mai stati rinnovati e una montagna di debiti? Provasse a rispondere a queste domande Roselli, invece di compiacere il capo, con la speranza di entrare nel cerchio magico della nutella, e di strappare una candidatura a sindaco, che gli è mancata la volta scorsa, essendogli stato preferito Camporeale. Ma queste cose occorre guadagnarsele sul campo e non basta qualche giornale amico e qualche altro sito creato frettolosamente alla bisogna per rafforzare la flotta dei media del senatore. Infatti non è detto che i cittadini siano così smemorati come fingono di essere i consiglieri comunali del Nuovo centrodestra Roselli, Caputo, la Minuto e qualche altro: non basta essere candidati per vincere le lezioni. E la bruciante sconfitta di Ninnì Camporeale lo ha dimostrato. Perché Roselli, che si era sempre distinto nel fare proposte intelligenti, non suggerisce qualche soluzione concreta (tenendo conto della situazione finanziaria e della scarsità dei mezzi tecnici), per affrontare la situazione? cominciando magari ad educare il popolo del centrodestra, abituato alla mancanza di regole, invece di diffondere comunicati ai giornali e giornalisti amici (“Quindici” orgogliosamente non rientra fra questi, perché all’ex assessore non piace più dialogare, né ricevere critiche, né confrontarsi con noi: ha imparato solo a conoscere la sua verità che è quella del capo, che non vuole giornali liberi e democratici, ma solo asserviti al padrone). Peccato, un’occasione mancata, di dimostrare ancora una volta di essere diverso e fuori del coro stonato di chi non ha nulla da dire e urla alla luna.

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Autore: Q
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Non volevo farlo ma....sono costretto a malincuore, confermare quanto postato da Postcard e denunciato dall'Assessore in questione. Topi e scarafaggi, dalle strade entrano anche negli appartamenti, in casa di ognuno di noi, inutile nasconderlo solo perché si vuol difendere un colore politico. A me è successo qualche giorno fa. Mi sveglio come tutti i giorni alle 05:00 per prepararmi e andare a lavorare. La prima cosa che faccio, come tutti del resto, entro in bagno e, senza sorprendermi più di tanto, cosa mi tocca vedere? Una decina di scarafaggi sul lavandino a farsi la toilette, due topi di cui uno seduto sul vaso l'altro sul bidet, con un fare più che serafico. Mi guardano come se niente fosse, come a volermi dire di aspettare perché era il loro turno. Cosa faccio? Grido facendo il verso di una bomba: “buuuuuuuuuuuummmmm”, sperando di spaventarli e ritornare in possesso del mio bagno, ma loro o essi come meglio vi aggrada, manco per l'anticamera, continuano imperterriti nel loro fare. Esco dal bagno sbattendo loro la porta e vado in cucina: faccio colazione con un caffè e brioches e ritorno in bagno. Finalmente erano andati tutti via ma, con grande sorpresa, su di un pezzo di carta igienica vedo uno strano scarabocchio da cui riesco a leggere, anche se a malapena: “Grazie e alla prossima”. Questo mi sorprende! Dico a me stesso: “ben vengano allora topi e scarafaggi, questi almeno a differenza di tanti politici, politicanti e amministratori, sanno ancora ringraziare e gratificare”. Prima di uscire di casa, onde evitare un qualche spavento, avviso mia moglie di quanto visto e accaduto, lei mi risponde: “è già da un anno che succede questo, ci ho fatto l'abitudine”. Resto basito e scappo via, si sta facendo tardi. Esco dal condominio e mi reco al parcheggio a prendere la macchina, non vi dico quello che ho visto, anzi ve lo dico: topi e scarafaggi con fare indifferente, camminare sui marciapiede e lungo le strade come fosse un fare normale per la città, Molfetta, oramai invasa e devastata. Mi auguro che altre testimonianze vengano a galla ma dimostrare come questi fatti e misfatti sono solo “galleggiamenti” e non altro.
Allora diciamocele tutte, egregi signori, senza parteggiare per nessuno e nessuna formazione politica. Giorni fa, passeggiando per una traversa di via Tenente Fiorino, un topo mi salta addosso, mi si avvicina alla bocca e mi bacia. Non era un topo, era una topa. Leggermente spaventato la prendo per la coda e la lancio velocemente alle mie spalle, guarda caso va a finire addosso a una bella femmina alle mie spalle. Sento la signora esclamare: "Brutta sporcacciona, come ti permetti!" Mi giro di scatto e vedo la signora con addosso una decina di scarafaggi cercando di scrollarseli di dosso. Mi avvicino e riesco a scaricarli non tutti, uno mi resta appiccicato sul viso. Sento la lingua raspante scivolarmi sulla guancia, non era uno scarafaggio ma una scarafaggia. Dico a me stesso con non poca meraviglia: "Piaccio alle tope e scarafagge?" Continuando la passeggiata vedo decine di topi e tope, scarafaggi e scarafagge tutti affacendati sui marciapiedi, portoni, scale e scalette, correre a destra e a manca. Vedo una decina di bambini rincorrere topi e scarafaggi, le mamme gradare: "Acchiappa! Acchiappe!" Mi chiedo: "Per dove e cosa, per le chiappe e quali chiappe?" Girandomi intorno, in giro e in largo, vedo topi e scarafaggi ballare, cantare vecchie melodie: "Oh che bel castello dirondina dirondella!" "Molfetta bella, Molfetta nostra, la città di topi e scarafaggi, qui si balla e qui si ride.Viva Molfetta la nostra terra madre!" Mi domando e domando a voi invasori e devastatori della città: "Vi hanno chiamato da destra per finire a sinistra o da sinistra per andare poi a destra?" Non mi risponde nessuno, oramai Molfetta è stata invasa e devastata da questi animaletti i quali, ne sono sicuro, amministreranno la città in un prossimo futuro.




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