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La lettura come strumento necessario ad evitare il colpo letale: stralci del Diario di Anne Frank alla libreria il Ghigno di Molfetta
30 gennaio 2018

MOLFETTA - Raccoglimento, riflessione, ricordo: bastano tre parole a racchiudere il significato della serata del 27 gennaio a cura della libreria “Il Ghigno” di Molfetta.

Maturata la consapevolezza che è indispensabile conoscere il passato per poter guardare al futuro, si è deciso di ricordare le vittime della Shoah attraverso la lettura di un testo con cui tutti, almeno una volta nella vita, hanno avuto a che fare, ma che risulta sempre molto toccante. 

La scelta del “Diario di Anne Frank”, pubblicato dalla casa editrice Einaudi, è mirata a ricordare frammenti di storia attraverso gli occhi innocenti di una ragazzina appena tredicenne nel momento in cui decise di affidare i suoi pensieri al caro amico Kitty.

In un clima austero, dopo l’introduzione di Isa de Marco e Gabriele Vilardi, diversi gli interventi di chi, in maniera volontaria, si è proposto per leggere al pubblico espressivamente gli stralci più significativi del libro. 

Il liceo ebraico, le feste di compleanno, i temi affidati dal prof di matematica, la sorella Margot, l’affetto innato per il papà, i bisticci con la mamma. Poi la chiamata delle S.S. , una vera scossa per la vita di Anne che, da allora, sarebbe cambiata radicalmente. I difficili rapporti con i VanDan, le giornate trascorse nel rifugio, lo spasimante Peter, le difficili condizioni di vita. Una continua reclusione, una costante discriminazione: l’Olocausto non è stata solo crudeltà con annessa violenza fisica. L’Olocausto ha privato gli Ebrei dei diritti più semplici, ha escluso dalla vita pubblica persone innocenti: niente più bici, niente compere dalle 15 alle 17, niente uscite dalle 20 alle 6 del mattino successivo, niente sport e niente teatro. Continue imposizioni, ingiustizie su ingiustizie: la paura e il terrore hanno accompagnato Anne Frank sin da quando era ragazzina e questi sentimenti si sono impadroniti di lei per sempre. Di lei come di tante altre vittime di follia. Vittime sfruttate, malnutrite, emarginate. Fino al colpo finale.

La lettura è per la comunità uno strumento necessario ad evitare non solo il colpo letale, ma anche i precedenti; non si sa quale colpo abbia fatto più male. Ma è certo che ogni colpo ha contribuito a rendere nere pagine della storia che non sarebbero mai dovute esistere.

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