"La città non merita ipocrisia". Il sindaco di Molfetta Paola Natalicchio verso le dimissioni dopo un nuovo contrasto con il Pd
MOLFETTA - Al termine di una difficile seduta di Consiglio Comunale, con l'opposizione assente e la manifestazione in aula della divisione del Partito democratico, il sindaco di Molfetta Paola Natalicchio al termine del suo intervento ha preannunciato le sue dimissioni.
"I consiglieri che sostengono l'amministrazione non sono più 17, ma 13. L'esatto risicato numero che serve a tenere in piedi una seduta e ad approvare i provvedimenti. Tecnicamente potremmo andare avanti. Possiamo vivacchiare e sopravvivere ma io sono tesserata al partito della mia coscienza e nessun sindaco può mentire alla città di cui è sindaco. Molfetta non merita ipocrisia. Non siamo un bel centrosinistra da tempo".
A nulla sono valse anche le dichiarazioni di fiducia da parte dei 13 consiglieri comunali, la maggioranza dell'assise, che alla fine ha votato la manovra fiscale. L'opposizione aveva abbandonato l'aula a inizio seduta. Sono seguite le dichiarazioni dei consiglieri Roberto La Grasta e Annalisa Altomare che prima di abbandonare l'aula avevano fatto esplodere le contraddizioni interne al Partito democratico e chiesto di non votare l'indomani agli assessori del Pd, Tommaso Spadavecchia e Giulio Germinario, il bilancio di previsione in giunta. Richiesta poi reiterata dal segretario Piero de Nicolo. Al termine di una lunga riunione di quello che rimaneva del gruppo Pd con il suo segretario una apertura ad una "approvazione tecnica" degli assessori per poi riservasi di presentare emendamenti alla stessa manovra, come una forza di opposizione. Insomma, un Pd allo sbando, che provoca la crisi della sua maggioranza. Un segretario ostaggio della consigliera Annalisa Altomare, la quale è contro il suo stesso partito, che non ha il coraggio di espellerla, insieme a La Grasta, De Pinto, De Ceglia.
"Non posso accettare un continuo trattare, trattare, trattare - ha dichiarato il sindaco nel suo intervento - Non ho più certezze come sindaco. Stasera votiamo, domani chissà. Un sindaco che non è libero non è un sindaco. Un sindaco che non è sereno non può prendere le giuste decisioni per la città".
"Non sento di tradire - ha concluso emozionata - non sono io a tradire il programma del 2013. Non sto tradendo il centrosinistra del 2013. Sto constatando che il centrosinistra del 2013 non c'è più. Chiunque vorrà attribuire a me il fallimento di questo centrosinistra dovrà prendersi un pezzetto di questa storia e tenerselo in tasca. Provo una frustrazione e una delusione profonde".