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La Cina in Africa ha capito molto più dell’Europa. La politica di investimento e le migrazioni
13 febbraio 2019

 Caro Direttore,
è da molti anni che, sul suo autorevole giornale, si parla di migranti, sotto tutti i profili possibili. Nell’ultima nota riguardante i migranti provenienti dall’Africa, abbiamo accennato agli investimenti cinesi in Africa, fermandoci al Corno d’Africa e alle numerose installazioni create in quei luoghi.

Abbiamo sottolineato, come la Cina sta producendo, a bassissimo costo in Etiopia per la Levis, e per la H&M. Abbiamo sottolineato le grandi opere che la Cina ha già realizzato e che continua a realizzare in quell’area: autostrade, metropolitane, grattacieli e modernissime aziende agricole. Da quelle zone ormai, non parte quasi più nessuno per l’Europa, ovviamente parliamo di migranti.

La Cina ha trasformato una buona parte dell’Africa, in un grandissimo cantiere; strade, dighe, stadi, grandi edifici commerciali, strade ferrate. I risultati sono evidenti. Alcuni dei Paesi Africani, come Costa d’Avorio, Etiopia, Ruanda, Tanzania, Senegal e le Seychelles, marciano a livelli europei. Senza dimenticare che, una trentina di paesi africani, su 54 sono in crescita.

Non possiamo non segnalare che, il continente africano ha un sottosuolo ricchissimo, si parla di oltre 8 milioni di carati di gemme nel Sud Africa e di oltre 13 milioni di carati nella Repubblica Democratica Del Congo, (già Zaire), migliaia di ton. di uranio, platino. cobalto, ecc. ecc. Ovviamente i Paesi con più diamanti sono quelli più toccati dai conflitti interni, (vedi il Sud-Sudan). L’Africa ha tutti i minerali esistenti al mondo. Ma come se non bastasse, ha nel sottosuolo, oltre mezzo milione di km. quadrati di acqua potabile, con alcuni bacini idrici, spessi fino 75 metri di altezza. Una quantità di acqua enorme, anche se a profondità considerevole. Ovviamente non è possibile trivellare e tirare acqua, senza porre la dovuta cautela, perché è acqua che riposa da oltre 5 mila anni. Questo non toglie la possibilità di spillare, giuste quantità da bere e per la agricoltura.

La Cina, con il suo fondo di sviluppo, Cina—Africa ha già prodotto in Africa, oltre 10 mila camion, circa 300 mila condizionatori, oltre 500 mila frigoriferi, 400 mila televisori e milioni di tonnellate di cemento per le industrie cinesi, fatturando 200 miliardi. Secondo “Sputnik Italia” l’Africa di questo passo è destinata a diventare l’officina del mondo. Possiamo affermare che la Cina, con una Europa assente e distratta, ha in fase di costruzione: 100 zone industriali, 5700 Km. di ferrovia, 4500 km di autostrade, 10 porti, 14 aeroporti, 30 centrali elettriche e oltre 100 centrali idroelettriche.

Accanto a queste strutture, stanno nascendo: strutture mediche e farmaceutiche e la formazione, in un prossimo futuro, di 200 mila esperti in africa e 40 mila in Cina. Anche l’Università di Harvard ipotizza un grande sviluppo dell’Africa. Questo non significa affatto che non ci saranno flussi migratori. La ragione è subito detta. L’Africa, alla fine di questo secolo, avrà una popolazione vicino ai 4 miliardi, ipotizzando una emigrazione di circa 100 milioni.

Nell’ultima nota ci fermammo a parlare della presenza della Cina nel corno D’Africa; oggi i cinesi hanno raggiuto Capo Verde sull’Atlantico, passando da Tripoli e dalla Tunisia. La Cina, sempre nella disattenzione dell’Europa, ha comprato il porto del Pireo. Sta investendo nell’Europa dell’Est; in Montenegro sta costruendo la ferrovia che la collegherà a Belgrado, ma ha già finanziato il tratto ferroviario Belgrado-Budapest. La Cina ha idee molto chiare. Budapest diventerà la porta di ingresso dei suoi prodotti, per poi farli arrivare in Lettonia e da qui in Scandinavia.

Nel vertice di Budapest, tra la Cina e ben 16 Paesi europei, di cui molti appartenenti alla UE, la Cina ha lasciato sul “tavolo” oltre tre miliardi di dollari, ovviamente meglio di tutti è andata l’Ungheria che riceve ben 1.975 milioni di dollari, seguita dalla Romania con 741 milioni di dollari, Bulgaria e Rep. Ceca con 200 milioni, per arrivare alla Croazia cha ne ha ricevuto 4 milioni.

A questo punto la nostra Europa, ma anche l’Italia deve fare molta attenzione, la Cina ormai sta esportando armi leggere in Africa, coprendo un 30% del mercato, con ripercussioni per le nostre esportazioni. Senza un ripensamento serio e fattibile della nostra Europa, la Cina trasformerà, non solo in Africa, ma anche una parte dell’Europa a scapito di tutti noi.

Vitangelo Solimini

Caro Vitangelo,
pubblico volentieri la tua riflessione. Il Paese del dragone ha sempre attirato la mia attenzione fin da quando 25 anni fa, quando sono andato come inviato in Cina per "La Gazzetta del Mezzogiorno", a differenza di tanti altri colleghi che avevano sottovalutato la cosa, avevo, invece, sottolineato le potenzialità di crescita di Pechino, definendo i cinesi "gli ebrei dell'Asia" per la loro capacità di fare affari e di commerciare.
I fatti mi hanno dato ragione. Oggi la Cina è la prima potenza mondiale e lo diventerà sempre di più, mentre l'Europa rischia di andare sempre più indietro. L'Italia, poi, l'ho scritto più volte, è un Paese in decadenza, dove non si fanno più investimenti e si corre dietro ai falsi problemi come quelli dei migranti, che servono a Salvini e Di Maio a distrarre l'attenzione dai grossi, veri, problemi italiani, primi fra tutti debito pubblico, povertà e disoccupazione in un Paese dove l'evasione fiscale ha raggiunto livelli preoccupanti e, invece di essere combattuta, viene incoraggiata dai condoni, come quello del governo gialloverde, ignorante e razzista.
Oggi cacciamo i migranti, domani andremo noi a cercarli in Africa e li pagheremo a peso d'oro. Purtroppo la Cina ha politici illuminati, noi abbiamo Salvini e Di Maio: l'ignoranza e l'arroganza al potere.

Ognuno ha il destino e i governanti che si sceglie. Ma l'Italia meriterebbe di più e di meglio (non di maio).
Felice de Sanctis

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