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L'ultima spiaggia, 2004-2014. Oggi Goletta verde a Molfetta (unica tappa in Provincia di Bari)
26 luglio 2014

MOLFETTA - Dieci anni fa, Legambiente assegnava alla città di Molfetta la bandiera nera. Cos’è cambiato da allora?

Non molto. Anzi. La ‘valle di lacrime’, che storicamente contraddistingue la costa molfettese e il nostro mare, non accenna a prosciugarsi. Eppure non serve arrendersi. Bisogna provarci, ancora. Legambiente riparte da un angolo di mare per anni dimenticato. E forse, proprio per questo, rimasto indenne da lottizzazioni edilizie: l’area di Torre Calderina tra Molfetta e Bisceglie. Un’area che, già dieci anni fa, era al centro dell’attenzione del circolo Legambiente di Molfetta.

«Dopo aver combattuto, anche in sedi giudiziarie, contro l’illogico tentativo di edificare un villaggio turistico (Ho.ri.ba.), promuovemmo un concreto progetto di riqualificazione dell’area, provando a dimostrare che l’alternativa al degrado non è per forza il cemento», ricorda Giovanna Grillo, presidente del Circolo Legambiente di Molfetta. A quel progetto, nel quale Legambiente crede ancora (nonostante l’inerzia politico-amministrativa di questi anni), si è aggiunta oggi una seconda opportunità: l’istituzione dell’area marina protetta Grotte di Ripalta-Torre Calderina, un’iniziativa il cui iter di perimetrazione è stato da poco avviato presso il Ministero dell’Ambiente con il supporto di Ispra.

«L’Area Marina Protetta – spiega Giovanna Grillo – favorirebbe una nuova visione del litorale tra Molfetta e Bisceglie. Tuttavia, essa non deve apparire come un "fiore all’occhiello" mal riposto, in una zona in cui vari e noti problemi, ad oggi, purtroppo permangono». Lo stesso progetto di realizzazione di condotta sottomarina, per lo sbocco a mare dello scarico dei quattro depuratori che insistono sull’area, non può essere considerato, sic et simpliciter, un ‘tocca-sana’ sufficiente a risolvere i problemi di inquinamento delle acque, problemi derivanti piuttosto dal cattivo funzionamento degli impianti di depurazione (basti ricordare che la stessa Legambiente ha presentato, nelle sedi ufficiali, osservazioni ed esposti proprio in merito all’impatto della condotta sottomarina e delle opere connesse).

Perché, allora, l’Area Marina Protetta? Non solo per salvaguardare l’esistente, ma anche e soprattutto per risanare e ripristinare peculiarità naturalistiche messe a durissima prova negli ultimi anni. Che cos’è rimasto, ad esempio, del pregiato Posidonieto, che caratterizzava l’area, dopo i lavori per la realizzazione del nuovo Porto?

Di questo (e di altro) si parlerà questa sera, presso la Banchina Seminario (Duomo di Molfetta) dove attraccherà Goletta Verde. Alla tavola rotonda, in programma alle 19.30, interverranno: Francesco Boccia (Presidente della Commissione Bilancio, Camera dei Deputati); Angela Barbanente LEGAMBIENTE Circolo di Molfetta (Vicepresidente Regione Puglia); Paola Natalicchio (sindaco di Molfetta); Francesco Spina (sindaco di Bisceglie); Sebastiano Venneri (Responsabile Nazionale Mare Legambiente); Feliciana De Trizio (Legambiente Molfetta). Il dibattito sarà moderato da Francesco Tarantini (Presidente Legambiente Puglia).

Durante il dibattito saranno presentati i dati del monitoraggio delle acque antistanti il litorale di Molfetta.
Inoltre, saranno proiettati filmati inediti che registrano lo stato dell’ambiente sottomarino dell’istituenda Area Marina Protetta Grotte di Ripalta-Torre Calderina (a cura di Legambiente Molfetta).

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