MOLFETTA – Un sogno racchiuso in una valigia di cartone tenuta insieme con lo spago. Una nuova Patria priva di un passato riconosciuto da raggiungere. Un racconto di luci e ombre tutto da scrivere. Si tratta della drammatica storia del nostro Paese. Una storia caratterizzata dal fenomeno dell’immigrazione che per quasi cento anni ha marchiato a fuoco l’Italia.
Una delle pagine più intense del travaglio sociale del nostro popolo scritte da coloro i quali scelsero di abbandonare le loro radici, le loro case, i loro affetti per trasferirsi lontano alla ricerca di una risposta alle loro precarie condizioni economiche. Un viaggio che racchiudeva altresì la consapevolezza di quanto manchi l’Italia, di quanto manchi il suo cibo, il sole, i suoi colori e profumi.
Ed è proprio per celebrare l’importanza delle radici e l’attaccamento filiale alla propria Terra che - in occasione della presenza a Molfetta dei vertici della Società Madonna dei Martiri di Hoboken, cui fa riferimento la comunità molfettese nel New Jersey – si è tenuto nella sala conferenze del Museo Diocesano di Molfetta l’incontro intitolato “L’importanza delle radici per i molfettesi d’America”. La serata è stata organizzata dall'associazione Oll Muvi in collaborazione con l’Info Point turistico di Molfetta.
Roberto Pansini, presidente dell’Associazione Oll Muvi con un breve intervento – quasi a non voler rubare la scena ai veri protagonisti della serata - ha sottolineato quanto sia importante mantenere il legame con la propria città d’origine. Ma tutto ciò non è sufficiente. Altrettanto fondamentale è tramandare questo amore anche ai propri figli e nipoti attraverso, soprattutto la visita ai luoghi del cuore sin a quel momento visti solo in fotografia. Dopo i saluti da parte del neo assessore con delega alle comunità estere - Angela Panunzio – la parola è passata al dott. Giuseppe Pastore, dirigente Regione Puglia- Ufficio Pugliesi nel mondo che ha auspicato un cambio di approccio e direzione rispetto al tema dell’immigrazione. Di fatti, per gli immigrati di prima generazione il legame con la comunità di appartenenza era sancito – in maniera molto autentica quanto puerile - dal ricordo portato alla memoria da un vecchio scatto ingiallito, dal mantenimento sempre vivo delle tradizioni e dal folclore.
Oggi tutto questo non è più sufficiente. Per i migranti di seconda e terza generazione – a detta di Pastore - servirebbe una marcia in più, una spinta che consenta di andare oltre. Sarebbe dunque auspicabile iniziare a sviluppare un progetto alla cui base ci sia l’idea di un turismo delle radici utile a gettare un ponte tra l’America e l’Italia anche da un punto di vista commerciale attraverso la valorizzazione e la sponsorizzazione delle aziende virtuose italiane. Ganci fondamentali per la buona riuscita del progetto, i nostri concittadini.
Insomma un trait d’union con la comunità di insediamento che consentirebbe di far conoscere oltre oceano le eccellenze turistiche, socio-economiche ed enogastronomiche del nostro territorio. Ed è proprio in questa direzione che si è mossa la programmazione regionale attraverso lo stanziamento di ben 400mila euro suddivisi in diversi bandi avanti come obiettivo il finanziamento di progetti utili a favorire la diffusione del “marchio Puglia” nelle varie sfaccettature.
E come di consueto, in queste occasioni ci si mette poco a cambiare registro e a tornare a fare i conti con i ricordi e le memorie attraverso le parole del presidente dell’Hoboken Italian Festival 2018, Paolo de Sario che ha descritto - con profonda gioia e un filo di commozione - la magia che si cela dietro la festa della Madonna dei Martiri, realizzata puntualmente ogni anno ad Hoboken (New Jersey). È una tradizione sentita e che continua a rimanere tale nonostante il passare degli anni e la fisiologica riduzione della presenza della comunità molfettese dovuta all’inevitabile ricambio generazionale. Ma nonostante i figli dei primi migranti ad oggi siano perfettamente integrati – o meglio americani a tutti gli effetti – l’attaccamento alle proprie origini rimane talmente forte e persistente da trovare ragione nel proseguo della tradizione di generazione in generazione.
La festa – che dal 1926 si svolge nel Frank Sinatra Park sul lungomare della città - è stata ideata dai primi devoti, emigranti italiani, dopo la I Guerra Mondiale. Un modo per sentire meno lontana la propria Patria, un attaccamento viscerale alla tradizione, la fierezza di essere molfettesi e di rimanere tali anche dall’altro capo del mondo. Come ha raccontato de Sario, la commemorazione della Madonna dei Martiri si svolge al pari dell’originale. La novena è d’obbligo ed è celebrata da don Giuseppe De Candia, la statua della mamma dei molfettesi sparsi nel mondo è trasportata su di un traghetto adorno lungo il fiume Hudson, si allestiscono le bancarelle all’aperto, c’è il luna park e la processione.
Un segno – come ci ha tenuto a specificare mons. Giuseppe De Candia – di grande devozione verso la Madonna dei Martiri vista come una mamma che accoglie, una mamma che nei primi momenti di insediamento nella nuova comunità americana non ha abbandonato i suoi figli e anzi, gli ha fatti sentire meno soli.
A seguire è intervenuta la presidente dell’Associazione Imprenditori di Molfetta, Maddalena Pisani che ha rimarcato quanto il futuro sia nella conservazione e commemorazione delle radici. Per gli ospiti arrivati dagli States, la Pansini ha pensato ad un dono speciale. Un’opera meravigliosa nella sua semplicità che rappresenta la riduzione in scala dell’anfiteatro dedicato a Don Tonino Bello e realizzato dall’Associazione Imprenditori di Molfetta e da Pasquale De Nichilo, in via Antichi Pastifici nella Zona PIP della città. A parlare dell’opera è intervenuto il suo ideatore che ha spiegato ai presenti come un manufatto semplice sia lo specchio della semplicità che ha sempre contraddistinto l’uomo al quale è stato dedicato. Inoltre è stato donato ai graditi ospiti anche un tau realizzato a mano.
In ultimo sono intervenuti Francesco Angione - presidente del Comitato Feste Patronali di Molfetta – che ha auspicato una maggiore sinergia tra le parti nella diffusione e promozione della tradizione molfettese oltreoceano e Paola De Pinto – referente dell’Info Point turistico di Molfetta – che ha rimarcato l’emozione di poter far da tramite nella conoscenza dei luoghi del cuore per chi quei luoghi gli ha visti solo in fotografia o ne ha sentito solo parlare.
La serata si è conclusa con un omaggio musicale della soprano Lucia De Bari.
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