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Itet Salvemini incontra il poeta polacco Aleksander Nawrocki Nell'ambito della giornata "Studenti d'Europa con arte e creatività"
27 giugno 2016

MOLFETTA - Nell'ambito della giornata "Studenti d'Europa con arte e creatività", l'Istituto Tecnico Economico e Tecnologico "Gaetano Salvemini" è stato teatro di un suggestivo momento di poesia, fortemente voluto dal Dirigente scolastico, prof. Donato Ferrara. Gli studenti hanno incontrato il poeta polacco Aleksander Nawrocki, in viaggio in Italia in virtù della recente collaborazione italo-polacca, nata nel 2014 per opera del Gruppo Poeti La Vallisa grazie al prezioso contributo della scrittrice Joanna Kalinowksa.

Momenti di esibizione artistica, con letture condotte dalla studentessa Lucia Capurso e le esecuzioni al violino dell'allievo Leonardo Zonno, si sono alternati agli interventi dei Poeti della Vallisa Daniele Giancane, Direttore responsabile della rivista e acuto moderatore dell'incontro, e Marco Ignazio de Santis, il quale ha tracciato con la consueta lucidità le linee guida della produzione letteraria di Nawrocki. I giovanissimi studenti del "Gaetano Salvemini" hanno partecipato con interesse all'attività, rivolgendo domande allo scrittore polacco e apprezzandone vigore comunicativo. Mediatrice linguistica la già citata poetessa Kalinowska, che non si è limitata a un ruolo di traduttrice, ma ha offerto significativi spunti di riflessione, spesso duettando con il poeta in deliziosi scampoli di grazia e ironia.

Saggista, critico, editore e traduttore, Nawrocki vive e lavora a Varsavia. Autore di sillogi poetiche ("Frutti di color ruggine") e romanzi ("L'ombra del suo angelo"), dal 1992 è proprietario della casa editrice IBIS, oltre che editore e capo redattore della prestigiosa rivista mensile "Poesia Oggi”. è  organizzatore della Giornata Mondiale della Poesia sotto gli auspici dell'Unesco e del Ministero della Cultura, oltre che direttore ed editore della monumentale opera in tre volumi "La poesia polacca- antologia del millennio".

La sua lirica coniuga la meditazione su tematiche di carattere esistenziale con un profondo anelito civile, disingannato dalle faglie della storia. Così, emblematica, negli sconvolgimenti geo-politici e culturali degli anni Settanta, diviene la reinterpretazione della figura di Amleto. La società della falsa diplomazia, quella che non purifica l'onore con la spada, sarebbe ben più adeguata alle perfide mene di re Claudio. Il dubbio etico che si traduce in dilemma esistenziale non avrebbe ragion d'essere; il metafisico folle sarebbe confinato nei recessi infernali e la tragedia stessa non acquisirebbe consistenza sulle scene, trasformandosi in una farsa di successo. Di notevole impatto anche la meditazione sull'onesto silenzio delle cose, le quali permangono fedeli al proprio ancipite esistere, giorno e notte; è la crudeltà dell'uomo a trasformarle in strumenti di dolore e a determinare le lacrime degli oggetti.

Non possiamo non rammentare lo splendido e delicato amebeo de "La fonte", che dona il titolo a un florilegio in quattro lingue, "Source", o ancora le riflessioni, pacate e appassionate, sulla fuggevole essenza del Tempo e sull'irripetibilità dell'attimo, indimenticabile proprio in virtù dell'unicità che lo connota. In alcune liriche, vibra la parenesi e fiorisce il dialogo con figure delicate come quella di Anna. Rivive il tòpos, caro a Pindaro come a Petrarca, dell'esistenza-ombra di sogno, energicamente espresso nella danza delle primavere caduche. L'uomo appare incontrovertibilmente eterodiretto; a condurlo potrebbe essere "il capriccio di Dio" o di una forza insondabile, all'uomo celata: "Anna dai capelli chiari, siamo /  il compimento di una volontà non nostra / e facendo l’amore / cerchiamo di confinarla nel suo cono d'ombra / profondo come il respiro del mare". È l'eterno rovello dell'uomo, che trova espressione in forme limpide, grazie al dolceamaro cesello di un verso di struggente bellezza.

© Riproduzione riservata

Autore: Gianni Antonio Palumbo
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