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Il Sindaco di Molfetta: No alla violenza sulle donne “Siamo di fronte ad un problema culturale. Importante è creare una Comunità autoeducante sin da piccoli”
25 novembre 2021

MOLFETTA – Il sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini, ha diffuso un comunicato nella giornata dedicata alla lotta contro la violenza alle donne. «Nel corso del 2021, secondo i dati del Viminale aggiornati al 14 novembre scorso, solo in Italia, è stata uccisa una donna ogni tre giorni. Poco meno di novanta sono state uccise in famiglia. Sessanta di loro hanno trovato la morte per mano del partner. Si tratta di numeri che fanno paura.

Ormai è evidente. Siamo di fronte ad un problema strutturale e culturale che non può essere sconfitto con iniziative spot. Non può bastare una giornata all’anno, il 25 novembre, per addivenire al superamento del problema, nonostante sia importante urlare tutta la nostra condanna nei confronti dei violenti, di quanti con atti di violenza fisica o psicologica, annientano la volontà delle donne che, quando trovano la forza di reagire, rischiano la vita e, troppo spesso, la perdono.

Dobbiamo fare di più tutti e tutti insieme. Perchè non dobbiamo pensare che la violenza di genere possa essere un problema che non ci riguarda. I femminicidi non sono appannaggio di persone ai margini della società. La violenza di genere spesso si consuma nella casa del vicino, nella casa di un nostro caro. C’è da alzare le antenne per captare anche i segnali più flebili.

“La violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci”, diceva Isaac Asimov, e, purtroppo per noi, di incapaci e violenti ce ne sono troppi.

E' violenza ogni atto fondato sul genere che provochi un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica ad una donna, incluse le minacce, la coercizione o la privazione della libertà. E’ violenza giudicare il loro modo essere donna.

Ben vengano le panchine rosse, le iniziative delle associazioni, delle società sportive, delle scuole, dei centri antiviolenza. Molfetta, per il 25 novembre, è un concentrato di iniziative. Sono scese in campo le donne della consulta femminile, tutti i componenti della commissione pari opportunità, le squadre di calcio, gli istituti scolastici di istruzione superiore, le associazioni del territorio. E’ importante amplificare, coinvolgere, denunciare, raccontare. Abbiamo il dovere di innescare tutti insieme dinamiche positive in grado di contrastare le azioni di possesso, violenza fisica e sessuale, ma anche morale, verbale, economica, psicologica, domestica e sociale.
E’ altresì importante che gli operatorii della comunicazione, le agenzie pubblicitarie siano anch’esse responsabili dei messaggi e delle notizie anche nel modo di rappresentarle.

Ma è importante, determinante, il ruolo di tutte le agenzie educative. Nelle Istituzioni, nella famiglia, nella scuola, nelle parrocchie e nel mondo dell’associazionismo. A cominciare dai più piccoli. Il rispetto dell’altro non si può imporre. Deve crescere insieme con il bambino che diventerà adulto consapevole.
A livello normativo le cose stanno cambiando ma la prevenzione resta lo strumento migliore per arrivare ad un cambio culturale e di passo. Solo lavorando insieme e tutti i giorni possiamo farcela. Solo consolidando una comunità autoeducante potremo delineare un futuro consapevole».

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