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Il ruolo del sindacato Cisl a Molfetta: inaugurata la nuova sede, segretario Lillino Di Gioia
Domenico Liantonio, Giuseppe Boccuzzi, Lillino Di Gioia
27 giugno 2018

MOLFETTA - Tante persone, soprattutto i giovani, non sanno neppure che cos’è un sindacato. La parola “sindacato” deriva dal greco Sin (σ?ν = insieme) e Dike (δ?κη = giustizia, diritto) e significa “insieme per la giustizia, per il diritto”.

Si tratta insomma di una forma di associazionismo che annovera membri di una classe professionale che operano in maniera collaborativa al fine di tutelare gli interessi di categoria sul posto di lavoro e nell’ambito della società. Spesso vi è la tendenza ad associare questa forma di rappresentanza a qualcosa di negativo ma se si pensa che nei Paesi in regime di dittatura organizzare un sindacato è considerato un reato, se ne può cogliere la valenza autentica nella difesa della democrazia.

Oggi il sindacato sta vivendo un ripensamento generale del suo ruolo e della sua funzione nella società italiana. Un mutamento che strizza l’occhio non soltanto alla tradizionale difesa dei diritti di cittadinanza e alla loro estensione a fasce rimaste sinora scoperte ma soprattutto ai cambiamenti, anche di ordine culturale, che investono il rapporto tra i lavoratori e il modello di rappresentanza sindacale. Sui fattori di conservazione si è già detto e scritto molto mentre una minore attenzione è stata prestata alle concrete esigenze ed aspettative che i lavoratori nutrono nei suoi confronti al di là di come quest'ultimo effettivamente riesca a rispondervi.

Di questo e molto altro si è discusso durante il convegno organizzato dalla Cisl a Molfetta nella sala dello Sporting Club. Sulla scia del tema portante – “Il ruolo della Cisl tra diritti e doveri del cittadino nelle realtà locali” – si è riflettuto su come la società, sull’onda dell’economia digitale, sia profondamente cambiata tanto da ripercuotersi a cascata su una delle articolazioni strategiche della società, ovvero il sindacato.

Il primo intervento è stato affidato a Giuseppe Boccuzzi – Segretario generale USL Cisl di Bari – che è partito subito da un dato di fatto incontestabile. Ben 12milioni di cittadini si affidano oggi al sindacato per la tutela dei propri diritti e non solo. Un numero importante che fa riflettere sull’attuale stato di salute del sindacato. Una forma di rappresentanza che in pochi decenni ha migliorato notevolmente le condizioni dei lavoratori e ha conquistato vittorie che oggi ci sembrano scontate e quasi dovute (le ferie retribuite, la malattia retribuita, l’assistenza in caso di infortunio sul lavoro) ma che in realtà sono frutto di dure lotte sindacali.

Insomma, si tratta di un collante tra i cittadini ed istituzioni, uno stare insieme per coltivare il principio di giustizia sociale senza la paura di dover affrontare nuove sfide come la povertà, la disoccupazione e la fuga dei cervelli dal Mezzogiorno e/o addirittura dall’Italia. Uno scenario, certo per nulla rassicurante che denota i contorni di una società complicata a cui il sindacato deve cercare di restituire equità e giustizia sociale, improntando un dialogo fra le parti utile a cogliere i bisogni della cittadinanza e tradurli possibilmente in fatti concreti. Oggi – come ha specificato Boccuzzi – il focus della Cisl è incentrato sulla persona e su tutte quelle attività primarie che ne definiscono il ruolo sociale, lavoro in primis.

Un altro spunto di riflessione interessante è stato fornito da Domenico Liantonio - Segretario generale FNP Cisl di Bari – che ha condiviso con i presenti l’idea di un forte scollamento tra la politica, la rappresentanza sindacale e la società. Un fenomeno tutto contemporaneo che mina alla base l’idea di una cultura democratica e partecipativa in cui i cittadini sono portatori di diritti e doveri etici, integrati in uno sviluppo armonico della collettività che sfugge a tendenze isolazioniste e che anzi, mette al centro la dignità delle persone. Oggi – a detta di Liantonio – la politica si è trasformata in leaderismo e non incarna più la vecchia formula di rappresentanza della cittadinanza, di rappresentanza popolare. Forse perché marcia da sola? Forse perché è diventata un tantino autoreferenziale? E allora l’idea del cambiamento deve partire, può partire da una maggiore presenza del sindacato.

Un sindacato confederale in grado di mantenere l’equilibrio nel nostro Paese tra chi è portatore di interessi e chi si lamenta di essere poco rappresentato e tutelato. Certo che non è un compito semplice soprattutto con l’avvento della parcellizzazione del mercato del lavoro ma sviluppando una buona educazione civica, etica e politica si può ripristinare il dialogo con le istituzioni per aiutarle a governare meglio e a fare scelte sociali giuste attraverso il processo di contrattazione che deve essere visto come una opportunità per riequilibrare la società. In un’ottica più ampia si è toccato anche il tema del sistema pensionistico che ci restituisce numeri drammatici. Bisogna, dunque ripartire anche da questo per costruire un impegno quotidiano che si traduca in responsabilità istituzionale e si attui attraverso la realizzazione di opere pubbliche, bandi ed esportazione del marchio made in Italy.

Oggi più che mai c’è bisogno di fare marketing territoriale, di fare conoscere Molfetta – nello specifico – al di fuori dei confini per attrarre nuovi investitori. Di fatti come ha sottolineato Boccuzzi – mettendo sul piatto della bilancia offerta e domanda di lavoro – non potremmo mai soddisfare la richiesta di tanti posti di lavoro rispetto al numero di aziende esistenti.

In ultimo è intervenuto l’ing. Lillino Di Gioia, passato dalla politica al sindacato (è il nuovo segretario locale della Cisl) che ha tracciato una fotografia socio-economica e politica di Molfetta nell’arco degli ultimi 20anni. E di certo non è un dolce ricordo. Anzi, nel corso degli ultimi due decenni, a suo parere, la città ha subito un brusco processo di regressione. Ma è ora di rialzarsi. È ora di fare qualcosa e ripartire, magari – come ha suggerito Di Gioia – da temi macroscopici come il mancato rilancio occupazionale, dal progetto di realizzazione dell’impianto di raccolta delle acque reflue mai utilizzato e abbandonato, dal sistema sanitario locale che ha visto prosciugare drasticamente i posti letto dell’ospedale cittadino da 235 a soli 65. Si tratta solo di alcuni dei nodi centrali che andrebbero ripresi seriamente in considerazione per risollevare le sorti della nostra città.

Dunque la nuova sfida della Cisl per Molfetta è radicata nell’idea di recuperare il terreno perso attraverso una progettazione condivisa dalle parti sociali e sostenuta dal senso di responsabilità di ciascuno che deve tenere insieme e non dividere.

Al termine della tavola rotonda è stata inaugurata la nuova sede a Molfetta della Cisl in via Principe Amedeo, 46.

© Riproduzione riservata

Autore: Angelica Vecchio
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