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Il regalo di Natale di Pino Sasso e della compagnia teatrale Teatro in punta di piedi” a Molfetta
L'assessore Sara Allegretta e il regista Pino Sasso
08 gennaio 2020

 MOLFETTA - Potremmo negare, produrre motivazioni scientifiche, schernirci di fronte a chi crede e cerca di convincerci, ma è inutile negare l’innegabile: il Natale ha la sua magia. La compagnia teatrale “Teatro in punta di piedi”, lo sa. E lo sa il suo fondatore, il prof. Pino Sasso, dispensatore di magia ed emozioni.

Il mini musical “Natale che regalo” è una sua creatura, è la creatura di chi crede, di chi non si arrende di fronte ad una realtà che vorrebbe omologarci tutti verso uno status di indifferenza, di chi si oppone a quella coltre di freddezza che vorrebbe coprirci.  Ed il regalo è questo, semplice, immediato, una riconciliazione con quel mondo così vasto ma astratto, una riconciliazione con sé stessi, un viaggio verso una meta lontana stando comodamente seduti nella propria confortante realtà, un viaggio infinito verso la conoscenza di sé stessi, per conoscere le inimmaginabili pieghe dell’anima.

E basta lasciarsi trascinare dalle voci soliste di Annalisa Altomare e di Enzo Binetti per fare le valige e partire verso la scoperta di poesie evocative di infanzie di bambini felici, di tavole apparecchiate attorno alle quali erano raccolti i gioielli del tesoro più prezioso: la famiglia. E le poesie di Gianni Rodari, Guido Gozzano, Myriam Ambrosini, tra gli altri, hanno avuto le voci deli artisti, che, generosamente, hanno condiviso una certezza che è speranza: il miracolo del Natale.

Ma, come dalla più sana e antica tradizione, non sono mancati momenti di quella “molfettesità” cari anche a chi non è nato in questa città, accogliente per vocazione. Perché Pino Sasso ci ha abituati alla rimembranza, ad allenare la memoria non come esercizio fine a sé stesso ma come rivisitazioni di quei valori fondanti per il futuro. “Nétale a Mélfette”, “I due asinelli “, “Il mio Natale”, hanno il gusto tattile, concreto di cose buone, che riscaldano il cuore ed infondono speranza e coraggio, senza dimenticare la fatica della quotidianità.

Ed il suo “Presepe di cartone” oggi, più che mai, è moderno, vivo ed attuale come lo è la crisi di una coppia che tutto ha, ma che ha smarrito la complicità dello stare insieme, la felicità degli inizi quando l’unico regalo che le misere finanze potevano concedere al giovane universitario era un presepe di cartone, alla sua amata, rispolverato alla vigilia di Natale, umile ma che assurge a simbolo di una crisi superata. E’ necessario, obbligatorio riaccendere la luce dell’anima, non dimenticare il proprio presepe di cartone. Pino Sasso e la compagnia “Teatro in punta di piedi” lo sanno perché Natale è sempre un regalo, inaspettato e, anche solo per questo, più prezioso.

© Riproduzione riservata

Autore: Beatrice Trogu
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